La lunga lista degli edifici non a norma
Valle Peligna e Alto Sangro, ecco il primo elenco. De Santis: puntiamo sulla prevenzione.
SULMONA. Biblioteche, palazzi municipali, ostelli, scuole, stazioni ferroviarie. È lungo l’elenco degli edifici a vulnerabilità sismica individuati dallo studio «Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia». Il progetto risale al 1999 ed è stato realizzato negli anni precedenti su iniziativa della Presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, del dipartimento di Protezione civile e del Gruppo nazionale per la difesa dai terremoti. Vengono elencati gli edifici considerati a rischio nella provincia dell’Aquila. Oggi indichiamo gli stabili che all’incirca una decina di anni fa sono stati considerati non a norma in larga parte dei Comuni della Valle Peligna e dell’Alto Sangro.
Nel corso degli anni potrebbero essere essersi verificati dei trasferimenti di enti. Noi ci limitiamo a pubblicare alla lettera l’elenco del cosiddetto dossier Barberi, dal nome dell’allora sottosegretario alla Protezione civile. Le esternazioni del professor Enzo Boschi, direttore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) («molti edifici sono a rischio e devono essere consolidati attraverso una attenta attività di prevenzione») hanno aperto un nuovo fronte e soprattutto fungono da apripista a un diverso modo di affrontare il discorso terremoto. Non più con le mezze parole e il timore dell’allarmismo, bensì con la voglia di guardare a occhi aperti il problema. L’Abruzzo interno è tradizionalmente una zona ad alto rischio sismico e dopo i tremendi effetti della scossa del 6 aprile che ha distrutto L’Aquila e i paesi del circondario non si può restare con le mani in mano. Come sostiene Pasquale De Santis, dell’ufficio di presidenza dell’Ingv, e strettissimo collaboratore di Boschi: «Non si può abbassare la guardia e quello degli edifici a rischio è un problema serio.
Bisogna puntare su programmazione e prevenzione. Vanno messi in sicurezza gli edifici, altrimenti i danni potrebbero essere pesanti. Quando una costruzione è a norma, in caso anche di forte scossa, si possono registrare paura e preoccupazioni, ma sicuramente non si verificano morti e feriti». «È una questione di priorità», aggiunge De Santis, che usa anche un po’ di ironia, «perché se la politica vuole mettere in sicurezza gli edifici è un conto, se poi preferisce sponsorizzare la sagra della salsiccia il discorso cambia». SULMONA. La direzione dell’Enfap (ex Enaip) tiene a precisare che la sede di via Mazzini 34, in cui si è trasferita da anni, è perfettamente agibile. L’immobile in cui sono stati riscontrati problemi di staticità riguarda l’ex sede che si trova sulla stessa strada.
Nel corso degli anni potrebbero essere essersi verificati dei trasferimenti di enti. Noi ci limitiamo a pubblicare alla lettera l’elenco del cosiddetto dossier Barberi, dal nome dell’allora sottosegretario alla Protezione civile. Le esternazioni del professor Enzo Boschi, direttore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) («molti edifici sono a rischio e devono essere consolidati attraverso una attenta attività di prevenzione») hanno aperto un nuovo fronte e soprattutto fungono da apripista a un diverso modo di affrontare il discorso terremoto. Non più con le mezze parole e il timore dell’allarmismo, bensì con la voglia di guardare a occhi aperti il problema. L’Abruzzo interno è tradizionalmente una zona ad alto rischio sismico e dopo i tremendi effetti della scossa del 6 aprile che ha distrutto L’Aquila e i paesi del circondario non si può restare con le mani in mano. Come sostiene Pasquale De Santis, dell’ufficio di presidenza dell’Ingv, e strettissimo collaboratore di Boschi: «Non si può abbassare la guardia e quello degli edifici a rischio è un problema serio.
Bisogna puntare su programmazione e prevenzione. Vanno messi in sicurezza gli edifici, altrimenti i danni potrebbero essere pesanti. Quando una costruzione è a norma, in caso anche di forte scossa, si possono registrare paura e preoccupazioni, ma sicuramente non si verificano morti e feriti». «È una questione di priorità», aggiunge De Santis, che usa anche un po’ di ironia, «perché se la politica vuole mettere in sicurezza gli edifici è un conto, se poi preferisce sponsorizzare la sagra della salsiccia il discorso cambia». SULMONA. La direzione dell’Enfap (ex Enaip) tiene a precisare che la sede di via Mazzini 34, in cui si è trasferita da anni, è perfettamente agibile. L’immobile in cui sono stati riscontrati problemi di staticità riguarda l’ex sede che si trova sulla stessa strada.