La Marsica ricorda chi ha lottato per la libertà di tutti

3 Giugno 2015

Festa della Repubblica, cortei ad Avezzano e a Celano Il sindaco Di Pangrazio ricorda il ruolo delle donne

AVEZZANO. La Marsica ricorda la Festa nazionale della Repubblica con eventi nei principali Comuni del territorio. Ad Avezzano, dopo la deposizione della corona di alloro al monumento ai caduti in piazza Matteotti, corteo fino a piazza della Repubblica dove davanti alle autorità civili e militari, oltre alle associazioni, è intervenuti il sindaco Gianni Di Pangrazio. «Il 2 giugno», ha affermato, «oltre a rappresentare il giorno della proclamazione della Repubblica, ha consentito alle donne italiane di votare per la prima volta. Ciò ha permesso a chi aveva sempre lavorato nell'ombra, in modo determinante per la rinascita e lo sviluppo del nostro Paese, di raggiungere la parità dei diritti. È stata una conquista sociale assai importante, chiaro segno di civiltà e democrazia». Di Pangrazio ha poi fatto un augurio ai nuovi sindaci eletti nell'ultima tornata elettorale invitandoli «a essere uniti e determinati nell'affrontare le problematiche che assillano il nostro territorio, spesso legate al lavoro e alla ripresa dell'economia». «La città di Avezzano e la sua amministrazione», ha assicurato, «saranno vicino a loro come punto di riferimento».

CELANO. Celebrata ieri mattina la festa della repubblica in piazza IV Novembre. La manifestazione ha avuto inizio con una messa nella chiesa di San Giovanni celebrata da don Claudio Ranieri. Dopo la funzione, il corteo si è spostato in piazza IV Novembre, dove il sindaco Settimio Santilli, alla sua prima uscita pubblica, ha deposto una corona sul monumento ai caduti. «La festa della Repubblica deve essere un momento di unione per tutti», ha spiegato, «ricordare chi ha perso la vita per la nostra libertà e democrazia è doveroso e ci deve far capire come le divisioni non devono esistere. Dobbiamo lavorare tutti per far sì che il loro sacrificio non sia stato vano». Santilli si è detto convinto che la storia di quei giorni, «debba essere insegnata alle nuove generazioni». (p.g. e d.c.)

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