Le lacrime di Michelle tra le macerie
Il suo pensiero ai bambini: «Quanti ne sono morti? E come stanno i sopravvissuti?».
L’AQUILA. Lo sguardo alle macerie e il pensiero ai bambini. Michelle Obama, la first lady americana, si commuove davanti al disastro. Le sue sono le lacrime di una donna e di una mamma. «Come stanno i bambini, quanti ne sono morti nel terremoto?». Nessuna concessione all’estetica e grande sobrietà. La signora Obama dà spessore alla presenza femminile al vertice del G8. È lei che guida il gruppo delle first lady, è lei che riempie lo spazio. Indossa un abito giallo arricchito da uno scialle legato dalla «presentosa», il gioiello tipico dell’artigianato orafo abruzzese, donatole dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, che ha usato la stessa cortesia anche per le altre first lady. Sono dodici in tutto le signore dei grandi della terra in centro storico.
Manca Carla Bruni Sarkozy, ma la sua assenza è prevista; la «premiere femme» ha scelto di vivere un G8 a parte. Arriverà solo nel tardo pomeriggio. Non c’è neanche la Medvedeva, rimasta in Russia per altri impegni istituzionali. Le ministre Mara Carfagna e Mariastella Gelmini fanno le padrone di casa senza sottrarsi alle domande e sono prodighe di spiegazioni. In un centro storico messo in sicurezza, come è avvenuto il giorno prima per Obama, la visita delle first lady dura poco, neanche una mezzora, ma l’impatto diretto con il terremoto colpisce forse al di là di ogni aspettativa. Lo si nota sul volto di Sarah Brown, moglie del primo ministro inglese e dall’espressione della svedese Filippa Reinfeldt.
Particolarmente scossa la canadese Laureen Harper, così come Chikako Aso, consorte del primo ministro giapponese, Osservano con attenzione ogni particolare l’indiana Gursharran Kaur e la sudafricana Siza Kele Khumalo Zuma, forse perché provenienti da due Paesi in cui povertà e macerie umane sono abituali. Michelle Obama assicura che l’America non abbandonerà gli aquilani. «Sono molto commossa», sottolinea la first lady, «io e mio marito siamo molto colpiti da quello che stiamo vedendo e cercheremo di fare tutto il possibile per sostenervi».
Il suo pensiero, però, è per i bambini. «Ma quanti ne sono morti nel terremoto?» domanda Michelle, «come sono stati sistemati e assistiti quelli sopravvissuti?». La first lady si mostra «molto preoccupata» dal loro stato psicologico e chiede cosa si sta facendo per far loro superare la paura di rientrare nelle case. I ministri Gelmini e Carfagna spiegano come saranno assistiti i più piccoli. La first lady americana ribadisce l’importanza di un adeguato sostegno di carattere psicologico.
Manca Carla Bruni Sarkozy, ma la sua assenza è prevista; la «premiere femme» ha scelto di vivere un G8 a parte. Arriverà solo nel tardo pomeriggio. Non c’è neanche la Medvedeva, rimasta in Russia per altri impegni istituzionali. Le ministre Mara Carfagna e Mariastella Gelmini fanno le padrone di casa senza sottrarsi alle domande e sono prodighe di spiegazioni. In un centro storico messo in sicurezza, come è avvenuto il giorno prima per Obama, la visita delle first lady dura poco, neanche una mezzora, ma l’impatto diretto con il terremoto colpisce forse al di là di ogni aspettativa. Lo si nota sul volto di Sarah Brown, moglie del primo ministro inglese e dall’espressione della svedese Filippa Reinfeldt.
Particolarmente scossa la canadese Laureen Harper, così come Chikako Aso, consorte del primo ministro giapponese, Osservano con attenzione ogni particolare l’indiana Gursharran Kaur e la sudafricana Siza Kele Khumalo Zuma, forse perché provenienti da due Paesi in cui povertà e macerie umane sono abituali. Michelle Obama assicura che l’America non abbandonerà gli aquilani. «Sono molto commossa», sottolinea la first lady, «io e mio marito siamo molto colpiti da quello che stiamo vedendo e cercheremo di fare tutto il possibile per sostenervi».
Il suo pensiero, però, è per i bambini. «Ma quanti ne sono morti nel terremoto?» domanda Michelle, «come sono stati sistemati e assistiti quelli sopravvissuti?». La first lady si mostra «molto preoccupata» dal loro stato psicologico e chiede cosa si sta facendo per far loro superare la paura di rientrare nelle case. I ministri Gelmini e Carfagna spiegano come saranno assistiti i più piccoli. La first lady americana ribadisce l’importanza di un adeguato sostegno di carattere psicologico.