Monsignor Spina: io pastore e sentinella
Nell’omelia il ricordo del cammino percorso: dalla via crucis per il lavoro alla visita del Papa. E la residenza per i bisognosi
SULMONA. Gioia e commozione per la messa di ringraziamento per i dieci anni del ministero del vescovo Angelo Spina. Il presule, nominato alla guida della diocesi di Sulmona-Valva il 9 giugno del 2007, ha ripercorso nella sua omelia le fasi salienti del periodo, senza dimenticare di ringraziare i sacerdoti, i fedeli e i tanti che lo hanno aiutato in questo cammino. Seduti nelle prime file della cattedrale di San Panfilo anche il papà del presule e la sorella, arrivati per l’occasione dal Molise. Immancabile il riferimento alla visita di Papa Ratzinger a Sulmona il 4 luglio 2010 e l’attenzione ai problemi del territorio. La prima via crucis organizzata dal vescovo, appena insediatosi in città, alla guida di 76 parrocchie, era dedicata ai giovani e alla disoccupazione. E una delle sue ultime opere, la residenza Casa Zaccheo, è dedicata ai bisognosi.
«Le nostre forze si sono moltiplicate con l’aiuto di moltissimi», ha detto il vescovo, «con le reti virtuose delle parrocchie, delle aggregazioni, dei volontari, con la Caritas e la sua attenzione a tutti con la mensa e la nuova casa della carità detta “Casa Zaccheo” che, ci auguriamo, sia pronta per la fine di questo anno, segno tangibile di un’opera della misericordia nella nostra diocesi». Non è mancato il ricordo della nomina all’Episcopio.
«Da subito colsi l’arduo compito del ministero a me affidato, di occuparmi del popolo santo di Dio di questa diocesi a servizio della fraternità e della comunione», ha ricordato Spina. «Venni in mezzo a voi con due parole: fiducia e gioia, fiducia nel Signore, e gioia, perché portavo il vangelo. In questi dieci anni abbiamo camminato insieme. La vicinanza alle persone, in modo particolare con la visita pastorale alle parrocchie, mi ha permesso di conoscere la vita reale e di dare voce e speranza alle persone. Mi sono sentito sempre pastore e sentinella. Pastore con la responsabilità di portare le persone a conoscere il Signore e a farlo amare, sentinella per vigilare perché non fosse offesa la dignità dei più deboli e più poveri. L’evangelizzazione è stato l’impegno primario che abbiamo insieme portato avanti e che ci vede ora impegnati nella missione in tutte le parrocchie della diocesi. Una parola piena di ammirazione e di affetto la rivolgo alle famiglie. Siete sempre nel mio cuore e nelle mie preghiere perché siete il fondamento dell’edificio, la cellula viva dell’organismo sociale».
La messa è stata concelebrata dai sacerdoti della diocesi e dal vicario Maurizio Nannarone, che ha ripercorso le tappe più importanti del decennale. «Sono stati anni di gioie, difficoltà, incontri, amicizia e dialogo», ha detto, «con lei come padre e pastore».
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