L'AQUILA

Morì chiusa nel reparto Covid: chiesto il processo per infermiere

Richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo, la porta della camera dell'ospedale G8 rimase bloccata dopo che furono chiamati i medici

L'AQUILA. E' stato chiesto il rinvio a giudizio dell'infermiere di Sulmona indagato per l'omicidio colposo  - nell'esercizio della professione sanitaria - di una paziente ricoverata per Covid nell'ospedale G8 dell'Aquila. Il giudice dell'udienza preliminare dovrà decidere se sussistono le ipotesi di colpevolezza emerse dall'inchiesta portata avanti dalla Procyura.

leggi anche: Resta chiusa in reparto e muore:  indagato infermiere sulmonese  La donna di 65 anni era ricoverata in Terapia intensiva all’ex G8 dell’Aquila, ebbe una crisi respiratoria Il 44enne uscì per chiamare un medico, ma la porta si bloccò. Ora è accusato di omicidio colposo

La vicenda risale al 3 novembre  2020 ed è molto particolare. A seguito del decesso in ospedale della donna, i figli , assistiti e difesi dall'avvcato Carlotta Ludovici presentarono l'esposto  in modo che fossero accertate eventuali  responsabilità.

Le condizioni della paziente si aggravarono. Secondo la Procura e quel che riferisce l'avvocato,  l'infermiere, invece di rimanere nella stanza, usciva dalla stanza di degenza della malata per avvisare il personale medico, chiudendo la porta. All'arrivo dei medici, la porta della stanza di degenza veniva trovata bloccata; la stessa veniva aperta dal personale addetto dopo circa 15 minuti. Nel frattempo la paziente che era stata lasciata sola, moriva per arresto cardiaco, dovuto a mancata ventilazione polmonare.

Il commento dell'avvocato Ludovici:  "È davvero increscioso che in un luogo ove bisognerebbe sentirsi al sicuro, possano verificarsi degli episodi tanto gravi. D'altronde chiunque di noi si sarebbe potuto ritrovare in quella situazione".