Morte Luca Palmegiani, aperta un’inchiesta per istigazione al suicidio
Il procuratore di Sulmona sequestra il telefonino del giovane; ascoltati il personale dell’hotel e i familiari. Qualcuno avrebbe tentato di fermare il 25enne
ROCCARASO. I messaggi sui social raccontano di una morte annunciata. Un’uscita di scena nel bel mezzo della festa del partito. Per fare rumore. Perché Luca Palmegiani, 25 anni, di Latina, militante di Forza Italia, ha anticipato la sua fine con una serie di scritti sul proprio profilo Instagram, prima di lasciarsi cadere dal balcone al quarto piano dell’albergo “Suisse” di Roccaraso. Un gesto dettato dalla disperazione. Tutto ciò mentre a una manciata di chilometri, nella vicina Rivisondoli, si svolgeva la kermesse “Azzurri in vetta” per celebrare il partito fondato da Silvio Berlusconi.
La salma del militante di Forza Italia è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il procuratore di Sulmona, Luciano D’Angelo, che ha effettuato un sopralluogo sul posto e in ospedale, deciderà nelle prossime ore se eseguire o meno l’autopsia. Per il momento è stato aperto un fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. Atto dovuto, dicono dagli uffici giudiziari, per permettere agli inquirenti di eseguire i successivi accertamenti. Sulla dinamica dell’episodio ci sono in realtà pochi dubbi.
Palmegiani, dopo aver pianificato l’estremo gesto con alcuni post pubblicati su Instagram, si è lasciato cadere dal quarto piano. Tuttavia il magistrato ha disposto il sequestro del telefonino del 25enne, al fine di analizzare il contenuto delle conversazioni e dei messaggi e verificare se vi siano elementi che possano aver indotto Palmegiani a togliersi la vita. Alla base del gesto estremo vi sarebbe però una forte depressione. I carabinieri di Castel di Sangro hanno sentito il personale dell’albergo e i familiari di Luca, arrivati da Latina all’ospedale San Salvatore dell’Aquila.
Gli investigatori parlano di un suicidio annunciato. Luca Palmegiani ha pubblicato alcuni post su Instagram. Il primo: «Voglio varcare il confine della gabbia che mi opprime. Il mio sogno era dirvelo... mi tocca scriverlo. Vi voglio bene». Poi, un messaggio alla nonna: «Sei una persona straordinaria e non meriti un nipote come me. Ti voglio bene e grazie per tutto l’affetto. Solo per te avevo dubbio se farlo. Non volevo ci stessi male dopo nonno: te lo saluterò con affetto, non vedo l’ora di incontrarlo e riabbracciarlo». Uno, dopo l’altro, scorrono messaggi per gli affetti più cari. «Mocca, amore mio, se mi lasciassi anche tu morirei comunque. Ti amo, piccolina mia, sei l’unica cosa che mi ha dato la forza di andare avanti».
E ancora: «Se a Latina non mi dedicate manco una via, m’arrabbio... Forza Italia, vi voglio bene. Ricordatemi con il sorriso». Luca si rivolge a Tajani: «Grazie Antonio, ti saluto Silvio. Quando era in vita mi proteggeva, lo farà anche ora». È un attimo: parte il tam tam sui social degli amici, che provano a contattarlo telefonicamente, invano. Lanciano appelli sotto il post. Quanto scritto è chiaro, lapalissiano: un ultimo saluto, l’addio al mondo. Il secondo post sui social arriva dopo un’ora dal primo. Stavolta il fondo è bianco, la scritta in nero: «Amici miei, vi amo tutti e vi proteggerò dall’alto. Siete stati la seconda famiglia migliore che potessi mai desiderare. Luca vi ama, ricordatemi con il sorriso che vi ho sempre strappato!». Quasi un testamento spirituale.
L’ultimo contatto di Luca Palmegiani con quel mondo social a cui ha deciso si affidare il dolore degli ultimi istanti di vita. Stonano quei post crudi e funerei con la “storia” pubblicata da Luca la sera prima: un bicchiere in mano, la cannuccia in bocca, il sorriso aperto. Un aperitivo a Roccaraso, prima della festa degli Azzurri. Stonano quei post con l’ultimo video, pubblicato il 20 dicembre: Luca che stappa lo spumante, la corona d’alloro in testa, il vestito elegante delle grandi occasioni. È il giorno della laurea in Scienze politiche, economiche e sociali, all’Università di Milano. La tesi stretta tra le mani, Luca sorride a un nuovo capitolo di vita. A nuovi sogni, infranti nel buio di una stanza. A Roccaraso.
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