Nuovi poveri, crescono in città i numeri del disagio economico

21 Febbraio 2024

Salgono al 9,4% i lavoratori aquilani che non guadagnano abbastanza per garantirsi una vita dignitosa Il presidente della Fraterna Tau, Giorgi: «Aumento di richieste soprattutto da parte di giovani italiani»

L’AQUILA. Dal punto di vista socio-economico non è facile rappresentare una realtà intricata come quella del capoluogo. Le statistiche descrivono solo parzialmente il peso della povertà crescente. Occasioni come le periodiche cene di beneficenza organizzate dalla mensa dei poveri a piazza d’Armi permettono a persone come padre Quirino Salomone, guida spirituale del Movimento Celestiniano, e Paolo Giorgi, presidente della Fraterna Tau, di andare ben oltre la semplice raccolta di mezzi e risorse: permettono, infatti, di guardare a questo spaccato metropolitano con una consapevolezza rinnovata.
DIMENSIONI DEL PROBLEMA
«Il disagio economico e sociale che questa città vive è innegabile», spiega Giorgi. «Parliamo di una città che ha conosciuto la sofferenza del terremoto e, a distanza di quindici anni, convive con una ricostruzione ancora incompleta e con il conseguente disagio sociale aggravato dalle restrizioni della pandemia». Di fatto, secondo il Rapporto Povertà 2023 di Caritas Italiana, quelle aquilane sono tra le famiglie maggiormente colpite da povertà assoluta. Un’analisi elaborata in relazione a una situazione che accomuna molte realtà del Meridione, con il 12,1% delle famiglie che vive con meno di 780 euro al mese. Dalla stessa indagine emerge che in Abruzzo vivono oltre 6mila famiglie assistite. Una condizione che ha registrato numeri drammatici negli ultimi anni, specie come conseguenza dei periodi di maggiori restrizioni. «Per migliaia di lavoratori», rileva un’analisi della Cgil, «il reddito dopo la pandemia ha subìto una drastica riduzione dovuta alla sospensione dei rapporti di lavoro tramite l’utilizzo degli ammortizzatori sociali; il confronto in percentuale delle ore di cassa integrazione ordinaria per gli anni 2019-2020 ha fatto registrare un incremento del 17,79%».
Fino a quando era disponibile, quasi il 5,50% faceva ricorso al reddito di cittadinanza come misura di contrasto alla povertà. In questo contesto, il ruolo degli enti caritatevoli che offrono assistenza e sostegno ai bisognosi è fondamentale. Tra questi, spiccano appunto la Fraterna Tau e la stessa Caritas, che operano da anni nel territorio con diverse iniziative. La Fraterna Tau è un’associazione di volontariato nata nel 2000 con l’avvento del Giubileo, che gestisce la Mensa di Celestino. Ogni giorno, prepara 80-100 pasti al giorno e una cinquantina per l’asporto, oltre a fornire prodotti per neonati, pacchi viveri settimanali, assistenza legale gratuita, servizi di baby sitting, sportello di ascolto e supporto lavorativo.
GIOVANI E LAVORO
«Negli ultimi tempi», spiega Giorgi, «abbiamo registrato un aumento di richieste soprattutto da parte di giovani italiani, anche provenienti da fuori città». Di fatto, anche L’Aquila fa i conti con il crescente aumento del fenomeno dei working poor, lavoratori che non riescono a garantire un reddito sufficiente a una vita dignitosa, che riguarda il 9,4% dei lavoratori aquilani, specie chi ha in carico figli piccoli.
GLI INVISIBILI
Proprio queste situazioni rendono difficile confinare il problema ad analisi e statistiche, come ha rilevato di recente l’assessore comunale al sociale Manuela Tursini, lanciando progetti a favore degli “invisibili”, persone che, per vergogna o timore del giudizio sociale, vivono la propria condizione di povertà nel silenzio, nascoste agli occhi della comunità. «La povertà, spesso legata alla precarietà abitativa«, ha detto l’assessore, «impedisce loro di emergere dall’ombra e di ricevere l’aiuto di cui potrebbero aver bisogno. La vergogna associata alla povertà spesso impedisce alle persone di accedere ai servizi sociali disponibili. Riconoscere il problema sommerso è il primo passo verso l’adozione di un approccio più inclusivo».