Opi, la “restanza” dei bebè: quattro nascite in 12 mesi, non accadeva da dieci anni

15 Gennaio 2025

Il coraggio di resistere nel paese del Parco che è stato il set di “Un mondo a parte”. Una neo mamma: «I servizi? Un posto meraviglioso, a tutto il resto ci si abitua»

OPI. Tanti vagiti e tutti insieme non si sentivano da anni. In questo angolo di “mondo a parte”, diventato set per l’acclamato film di Riccardo Milani, la cicogna è arrivata quattro volte nell’ultimo anno. Come non accadeva dal 2014. Fiochi rosa e azzurri che sanno di “restanza”, parola che racconta il coraggio di non arrendersi mai, di resistere sulle montagne abruzzesi. Quelli che resistono hanno i volti paffuti e il pianto frequente di chi ha fame e voglia di crescere. Si chiamano Giulio Cristini, arrivato lo scorso gennaio. Ad aprile è stata la volta di Anita Boccia, a settembre di Antonio Pompeo Leone e a dicembre l’ultima nata, Francesca Cimini.

«Nell’ultimo decennio ci sono stati forse tre o quattro anni con zero nascite», racconta il sindaco Antonio Di Santo, «nel 2024 sono nati quattro bambini e ciò ci riempie di gioia. I comuni montani continuano a subire tagli ai finanziamenti da parte del governo centrale. Come primo cittadino, chiedo con forza il sostegno necessario per garantire i servizi indispensabili ai cittadini, soprattutto per supportare quelle famiglie che, con coraggio, hanno scelto di invertire la tendenza demografica facendo nascere i loro figli in questo luogo unico».

Il bilancio positivo tracciato dal sindaco arriva proprio nel giorno in cui il film che racconta la difficile sopravvivenza delle piccole scuole di montagna sarà proiettato a Parigi nella sede dell’Unesco. Le lezioni a Opi ormai non si svolgono più, ma il Comune assicura servizi per non far mancare niente ai loro ragazzi.

«A Opi ci sono 378 abitanti, di cui 30 hanno da zero a 13 anni», continua Di Santo, «le scuole sono tutte a Pescasseroli, a 5 chilometri di distanza. Ai bimbi offriamo lo scuolabus gratis, un asilo estivo nel bosco, laboratori e attività durante l’anno. Quello che ci contraddistingue è il senso di comunità, perché siamo come una grande famiglia allargata».

Opi, trovandosi nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, pur avendo pochi abitanti, ha un’offerta ricettiva molto ampia: alimentari, forno, farmacia, sei ristoranti, due alberghi, dieci b&b e due camping pronti a ospitare circa 700 turisti. Piera Cimini, neo mamma di Francesca, con la sua famiglia è tornata 30 anni fa a Opi, paese d’origine dei genitori, e qui ancora oggi gestisce il ristorante “La Madonnina”. Con l’arrivo della sua primogenita ha toccato con mano l’importanza del senso di comunità.

«Da mamma, ho ancora tutto da scoprire, la mia bimba ha appena un mese», riferisce al Centro, «vivere in paesi così piccoli può fare la differenza nella crescita di un figlio. La nascita di Francesca è stata una festa per il paese, ho sentito l’affetto di tutti». La scuola, come la piscina o il pediatra non sono certo sotto casa. Ma per mamma Piera non è un problema. «Sono abituata agli spostamenti», conclude, «l’idea di dover andare ad Avezzano o a Castel di Sangro per un servizio non mi spaventa. Quando si ha la fortuna di vivere in un posto meraviglioso come questo, a tutto il resto ci si abitua».

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