Ora gli sfollati preparano il trasloco-bis
Gli alloggi si liberano, si pensa a una razionalizzazione degli edifici antisismici. Manutenzione fai-da-te per i residenti
L’AQUILA. «Da qui, messere, si domina la valle». Si può dirla con le parole dell’Ariosto, assortite con la musica del Banco del mutuo soccorso: ben definiscono la vista che si gode dalle palazzine alte del Progetto Case di Camarda. Un altro complesso, all’ombra di un Gran Sasso quanto mai affascinante, specie in una giornata di sole. Cinque palazzine, per un totale di 120 appartamenti pensati per ospitare circa 400 persone.
TRASLOCO-BIS. Ovviamente, nell’undicesimo anno di vita di questo complesso, ben adagiato su una collinetta circondata da monti, due piastre sarebbero sufficienti a ospitare tutti i residenti. Anche qui, si parla di svuotamento rapido. Già si pensa a trasferire gli occupanti nelle palazzine in basso, a oggi le più abitate. In giro, comunque, gente si vede ancora, anche perché il complesso dei Map, circoscritto da via Cima Giovanni Paolo II, e dalle vie dedicate agli alpinisti Riccardo Nardis e Piermichele Vizioli, è proprio lì accanto. Tra i passanti ci si fanno domande sulla recente tragedia che ha colpito Luca Pulsoni, maresciallo della Guardia di Finanza in servizio a Vibo Valentia colpito a morte da una fucilata durante una battuta di caccia. La sua famiglia era originaria di Camarda, ma da tempo si erano trasferiti altrove. «Ce lo ricordiamo da ragazzo», commentano alcuni: una donna, in particolare, che prima del sisma viveva in paese. In molti, come lei, avevano case tra i vicoli del borgo che si trova proprio di fronte. Strade segnate dal sisma. Il 6 aprile, Camarda (600) abitanti non fece notizia più di tanto: per fortuna non ci furono vittime. Tuttavia, i danni al paese sono stati importanti, a partire dalla torre del Castello seriamente danneggiata, così come tante case costruite a grappolo, in parte su delle grotte.
VITE SOSPESE. Nei primi anni dell’emergenza sisma ci aveva pensato Antonio Scipioni, con l’associazione “Il Treo”, a preservare la memoria storica del paese, con un punto informativo allestito nel cuore del parco. «Per noi», sottolinea una residente mentre stende i panni su un balcone del Progetto Case, «essere qui è un privilegio perché ci hanno dotato di un’abitazione tutto sommato dignitosa a due passi dalla vecchia casa. Naturalmente, non possono dire la stessa cosa le persone che, specie all’inizio, sono state sistemate qui dall’algoritmo e magari, prima del 2009, vivevano all’Aquila Ovest o a Montereale». In questo complesso, non si segnalano particolari problematiche, fatta eccezione per la possibilità di utilizzare dei punti di irrigazione o fontane, come aveva chiesto più volte la musicista aquilana Anna Barile, durante il periodo di residenza.
DISTANZE E DISAGI. Altra questione, quella legata ai trasporti pubblici, progressivamente potenziati dall’Ama. Vivere in città è un’altra cosa, lo sanno bene i ragazzi del rugby o dell’Aquila calcio ospiti a più riprese di questo complesso. Qualcuno è scappato a gambe levate. «Noi qui stiamo bene», rimarca invece Fabrizio Di Marco, 64 anni, anche lui un passato, un presente e un futuro nel mondo del calcio dilettantistico locale. «Non si è neanche particolarmente distanti dal centro abitato». Discorso a parte va fatto per la manutenzione, così come per la comunicazione con l’ufficio della delegazione, aperto una sola volta a settimana, quando le cose vanno bene. «Sono venuti a falciare l’erba alla fine della scorsa estate e poche settimane fa, con la stagione fredda già bene avanzata», spiega Donato Scipioni, residente del complesso Map e presidente dell’associazione onlus Insieme per Camarda. «Questo è solo per fare un esempio di quanto sia difficile concertare anche piccoli interventi. Talvolta abbiamo dovuto provvedere noi stessi alla sostituzione di lampadine oppure piccole infrastrutture, in attesa di tempi migliori». E questo, nonostante quote condominiali piuttosto elevate. Ma l’aspetto che più interessa i residenti di questa zona è legato essenzialmente al futuro di queste palazzine, che resta al momento un’incognita.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
TRASLOCO-BIS. Ovviamente, nell’undicesimo anno di vita di questo complesso, ben adagiato su una collinetta circondata da monti, due piastre sarebbero sufficienti a ospitare tutti i residenti. Anche qui, si parla di svuotamento rapido. Già si pensa a trasferire gli occupanti nelle palazzine in basso, a oggi le più abitate. In giro, comunque, gente si vede ancora, anche perché il complesso dei Map, circoscritto da via Cima Giovanni Paolo II, e dalle vie dedicate agli alpinisti Riccardo Nardis e Piermichele Vizioli, è proprio lì accanto. Tra i passanti ci si fanno domande sulla recente tragedia che ha colpito Luca Pulsoni, maresciallo della Guardia di Finanza in servizio a Vibo Valentia colpito a morte da una fucilata durante una battuta di caccia. La sua famiglia era originaria di Camarda, ma da tempo si erano trasferiti altrove. «Ce lo ricordiamo da ragazzo», commentano alcuni: una donna, in particolare, che prima del sisma viveva in paese. In molti, come lei, avevano case tra i vicoli del borgo che si trova proprio di fronte. Strade segnate dal sisma. Il 6 aprile, Camarda (600) abitanti non fece notizia più di tanto: per fortuna non ci furono vittime. Tuttavia, i danni al paese sono stati importanti, a partire dalla torre del Castello seriamente danneggiata, così come tante case costruite a grappolo, in parte su delle grotte.
VITE SOSPESE. Nei primi anni dell’emergenza sisma ci aveva pensato Antonio Scipioni, con l’associazione “Il Treo”, a preservare la memoria storica del paese, con un punto informativo allestito nel cuore del parco. «Per noi», sottolinea una residente mentre stende i panni su un balcone del Progetto Case, «essere qui è un privilegio perché ci hanno dotato di un’abitazione tutto sommato dignitosa a due passi dalla vecchia casa. Naturalmente, non possono dire la stessa cosa le persone che, specie all’inizio, sono state sistemate qui dall’algoritmo e magari, prima del 2009, vivevano all’Aquila Ovest o a Montereale». In questo complesso, non si segnalano particolari problematiche, fatta eccezione per la possibilità di utilizzare dei punti di irrigazione o fontane, come aveva chiesto più volte la musicista aquilana Anna Barile, durante il periodo di residenza.
DISTANZE E DISAGI. Altra questione, quella legata ai trasporti pubblici, progressivamente potenziati dall’Ama. Vivere in città è un’altra cosa, lo sanno bene i ragazzi del rugby o dell’Aquila calcio ospiti a più riprese di questo complesso. Qualcuno è scappato a gambe levate. «Noi qui stiamo bene», rimarca invece Fabrizio Di Marco, 64 anni, anche lui un passato, un presente e un futuro nel mondo del calcio dilettantistico locale. «Non si è neanche particolarmente distanti dal centro abitato». Discorso a parte va fatto per la manutenzione, così come per la comunicazione con l’ufficio della delegazione, aperto una sola volta a settimana, quando le cose vanno bene. «Sono venuti a falciare l’erba alla fine della scorsa estate e poche settimane fa, con la stagione fredda già bene avanzata», spiega Donato Scipioni, residente del complesso Map e presidente dell’associazione onlus Insieme per Camarda. «Questo è solo per fare un esempio di quanto sia difficile concertare anche piccoli interventi. Talvolta abbiamo dovuto provvedere noi stessi alla sostituzione di lampadine oppure piccole infrastrutture, in attesa di tempi migliori». E questo, nonostante quote condominiali piuttosto elevate. Ma l’aspetto che più interessa i residenti di questa zona è legato essenzialmente al futuro di queste palazzine, che resta al momento un’incognita.
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