Partecipazioni societarie Bacchettata l’Università

La Corte dei Conti: «Restano inattuati i criteri sui contenimenti dei costi» Contestata la scelta di alcuni sodalizi rispetto alle finalità dell’Ateneo

L’AQUILA. Troppe partecipazioni societarie, senza alcuna indicazione che ne chiarisca l’utilità rispetto alle finalità istituzionali dell’Ateneo. Lo sostiene la sezione di controllo della Corte dei conti per l’Abruzzo, che pone il veto sul piano operativo di razionalizzazione delle partecipazioni societarie dell’Università, invitando l’ente alle modifiche. La legge di stabilità del 2015 ha introdotto compiti di riordino e razionalizzazione di società e partecipazioni societarie a carico di regioni, province autonome, enti locali, camere di commercio e autorità portuali, per arginare il fenomeno degli organismi partecipati dagli enti pubblici. Le università non fanno eccezione. In base ai dati trasmessi alla sezione risulta che l’Università sia presente in 24 organismi societari, di cui undici riferiti a società consortili, dieci a spin off e a una società a responsabilità limitata; per due dei soggetti partecipati, inoltre, non è stata fornita alcuna notizia circa la natura giuridica degli stessi.

«In via preliminare», scrivono i giudici della sezione di controllo, «occorre rilevare che l’iter procedurale seguito dall’Università per dare attuazione alle disposizioni in tema di razionalizzazione delle partecipazioni societarie si è discostato da quello di legge. Più precisamente, il piano operativo e la relazione tecnica, la cui redazione è stata demandata a una commissione, sono stati approvati dal consiglio di amministrazione dell’Ateneo solamente il 3 giugno 2015, con notevole ritardo rispetto al termine di legge, fissato al 31 marzo. Inoltre, risulta assente la componente principale del documento, consistente nella valutazione di compatibilità delle partecipazioni con i criteri guida fissati dal legislatore. Non è presente alcuna indicazione in merito al requisito dell’indispensabilità della società rispetto alle finalità istituzionali dell’ateneo». Dal documento, inoltre, non risultano le informazioni per valutare se il numero di amministratori supera o è uguale a quello dei dipendenti. «Ugualmente inattuati», si legge ancora nella relazione, «restano i criteri relativi al contenimento dei costi di struttura, e all’eliminazione delle società con attività analoghe. Integralmente trascurato nella relazione finale appare il tema del contenimento dei costi di struttura e di funzionamento delle società di cui si mantiene la partecipazione, rispetto al quale non vengono individuate azioni concrete».

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