Perdonanza, inizia la festa tra Fuoco e note di rinascita
Primo atto della settimana di eventi per l’indulgenza plenaria di Celestino V Orietta Berti fa il pieno di applausi nel Teatro del Perdono con tanti artisti
L’AQUILA. Il palco allestito davanti alla basilica di Collemaggio si riempie in penombra mentre gli schermi proiettano immagini delle ultime edizioni della Perdonanza. Il tripode è acceso dalle 21.28, atto conclusivo di un viaggio partito dopo Ferragosto dall’eremo di Sant’Onofrio, a Sulmona, per ripercorrere l’itinerario che l’eremita Celestino affrontò dalla Badia morronese, alla fine di agosto del 1294, per arrivare all’Aquila e vestire le insegne da Papa. Ad arrivare sul palco, insieme all’inossidabile Floro Panti, due giovani sportivi: Beatrice Del Vecchio, studentessa del Liceo Classico “Domenico Cotugno” e Marco Iacobucci, studente dello Scientifico “Bafile”. Volti simbolo di una generazione che ha pagato caro i mesi di restrizioni. «Da fratelli maggiori non possiamo disinteressarci dei nostri fratelli minori», dice il primo cittadino Pierluigi Biondi, «delle ragazze e dei ragazzi che, tra pochi giorni, torneranno a scuola con l’angosciosa eredità di un anno e mezzo vissuto nell’incertezza e nella privazione dei rapporti sociali». Non manca il ricordo di Giovanna Di Matteo, signora del corteo storico da poco scomparsa.
LA RINASCITA. «La grande bellezza dell’Aquila rinascente è, oggi, il palcoscenico di una storia da raccontare ma, soprattutto, da scrivere», prosegue il sindaco. Il tema della serata (nella fotocronaca di Raniero Pizzi) è legato alla rinascita. Lo ha sottolineato Leonardo De Amicis. Parole di rinascita declinate negli interventi istituzionali, presentati da Lorena Bianchetti. Rinascita con la resilienza, nelle parole del vicegovernatore Emanuele Imprudente. Rinascita attraverso la rinuncia alla guerra, nell’auspicio del presidente della Provincia, Angelo Caruso anche guardando all’Afghanistan. Rinascita nella nuvola di versi scanditi da Simone Cristicchi sulle prime battute del concerto, «Siamo fatti di cuore e di strada, la strada che non finisce mai ma credetemi questa non è una notizia brutta». Un messaggio veicolato anche da Roby Facchinetti in “Rinascerò rinascerai”, inno alla forza – composto insieme a Stefano D’Orazio – dedicato alla sua Bergamo, martoriata dal Covid.
OLTRE LA NOTTE. Rinascita, ancora, che ci permette di guardare oltre la notte. «Il fuoco della Perdonanza», spiega il cardinale Giuseppe Petrocchi, «deve illuminare le nostre notti spirituali, culturali, sociali. Se spesso è impossibile eliminare rapidamente il buio che ci avvolge, è tuttavia fondamentale che il buio non si trasformi in tenebra». Sono tante le notti che caratterizzano la nostra epoca. «L’ultima, in ordine di tempo, è la calamità pandemica», prosegue Petrocchi, «che ci ha colpito in modo improvviso e rovinoso. Si spengono molte certezze, vengono meno prospettive su cui si contava, si riducono spazi di vita ai quali si era abituati, si è minacciati nella salute, si vedono attaccate da questo virus-killer persone care, e talvolta si assiste, impotenti, alla morte di parenti e amici. L’oscurità dell’ansia e dell’insicurezza sembra calare sulla quotidianità e si proietta sul futuro, facendolo apparire opaco e rischioso». L'auspicio è quello di un fuoco «che rischiari questa epidemia drammatica». Ma anche un invito a identificare «le zone dove domina il buio: cioè, le periferie esistenziali (personali e collettive), come le chiama Papa Francesco».
LA VISITA DEL 2022. Sulla possibilità di una visita del Papa nel 2022, il cardinale chiarisce. «Quello che ci separa dal prossimo anno è un lasso di tempo troppo ampio per avere certezze, quello che è certo è che il Papa ha apprezzato l’invito anche perché il messaggio di misericordia di Celestino è molto vicino ai valori del suo pontificato».
IL CONCERTO. Il resto è il tempo della musica, ma anche della poesia, il viaggio come metafora della vita e sul cuore. Un viaggio immaginario come le parole di Cristicchi che, giocando sulle suggestioni di Imagine, vede un mondo in cui «non ci si deve aggrappare ai motori di un aereo per cercare una vita migliore». Al canto per la rinascita, che non dimentica i 5 anni dalla tragedia di Amatrice, si alternano decine di artisti. Tra i protagonisti Irene Grandi, tra le prime sul palco con “Prima di partire per un lungo viaggio”. Più tardi, spazio a “Bruci la città”, “Se mi vuoi” nel ricordo di Pino Daniele e “Finalmente io”. Emozionante performance di Michele Zarrillo con “Una rosa blu”, “L’elefante e la farfalla”, “La notte dei pensieri” e “Cinque giorni”. Ancora Orietta Berti, col suo tormentone “Mille”, ma anche “Il nostro concerto” e “Quando sei innamorato”. Facchinetti canta i successi dei Pooh. Un concerto supportato dall’orchestra del Conservatorio e dai cori della Schola Cantorum di San Sisto e della Corale L’Aquila. Stasera alle 21,30 (scalinata San Bernardino), spazio alla danza: madrina Lorella Cuccarini.
PROTESTE. Lamentele da chi non è riuscito a prenotare il biglietto (gratis) ed è rimasto fuori. Con le transenne a bloccare accessi in punti lontani dal palco, per evitare folla non controllata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
LA RINASCITA. «La grande bellezza dell’Aquila rinascente è, oggi, il palcoscenico di una storia da raccontare ma, soprattutto, da scrivere», prosegue il sindaco. Il tema della serata (nella fotocronaca di Raniero Pizzi) è legato alla rinascita. Lo ha sottolineato Leonardo De Amicis. Parole di rinascita declinate negli interventi istituzionali, presentati da Lorena Bianchetti. Rinascita con la resilienza, nelle parole del vicegovernatore Emanuele Imprudente. Rinascita attraverso la rinuncia alla guerra, nell’auspicio del presidente della Provincia, Angelo Caruso anche guardando all’Afghanistan. Rinascita nella nuvola di versi scanditi da Simone Cristicchi sulle prime battute del concerto, «Siamo fatti di cuore e di strada, la strada che non finisce mai ma credetemi questa non è una notizia brutta». Un messaggio veicolato anche da Roby Facchinetti in “Rinascerò rinascerai”, inno alla forza – composto insieme a Stefano D’Orazio – dedicato alla sua Bergamo, martoriata dal Covid.
OLTRE LA NOTTE. Rinascita, ancora, che ci permette di guardare oltre la notte. «Il fuoco della Perdonanza», spiega il cardinale Giuseppe Petrocchi, «deve illuminare le nostre notti spirituali, culturali, sociali. Se spesso è impossibile eliminare rapidamente il buio che ci avvolge, è tuttavia fondamentale che il buio non si trasformi in tenebra». Sono tante le notti che caratterizzano la nostra epoca. «L’ultima, in ordine di tempo, è la calamità pandemica», prosegue Petrocchi, «che ci ha colpito in modo improvviso e rovinoso. Si spengono molte certezze, vengono meno prospettive su cui si contava, si riducono spazi di vita ai quali si era abituati, si è minacciati nella salute, si vedono attaccate da questo virus-killer persone care, e talvolta si assiste, impotenti, alla morte di parenti e amici. L’oscurità dell’ansia e dell’insicurezza sembra calare sulla quotidianità e si proietta sul futuro, facendolo apparire opaco e rischioso». L'auspicio è quello di un fuoco «che rischiari questa epidemia drammatica». Ma anche un invito a identificare «le zone dove domina il buio: cioè, le periferie esistenziali (personali e collettive), come le chiama Papa Francesco».
LA VISITA DEL 2022. Sulla possibilità di una visita del Papa nel 2022, il cardinale chiarisce. «Quello che ci separa dal prossimo anno è un lasso di tempo troppo ampio per avere certezze, quello che è certo è che il Papa ha apprezzato l’invito anche perché il messaggio di misericordia di Celestino è molto vicino ai valori del suo pontificato».
IL CONCERTO. Il resto è il tempo della musica, ma anche della poesia, il viaggio come metafora della vita e sul cuore. Un viaggio immaginario come le parole di Cristicchi che, giocando sulle suggestioni di Imagine, vede un mondo in cui «non ci si deve aggrappare ai motori di un aereo per cercare una vita migliore». Al canto per la rinascita, che non dimentica i 5 anni dalla tragedia di Amatrice, si alternano decine di artisti. Tra i protagonisti Irene Grandi, tra le prime sul palco con “Prima di partire per un lungo viaggio”. Più tardi, spazio a “Bruci la città”, “Se mi vuoi” nel ricordo di Pino Daniele e “Finalmente io”. Emozionante performance di Michele Zarrillo con “Una rosa blu”, “L’elefante e la farfalla”, “La notte dei pensieri” e “Cinque giorni”. Ancora Orietta Berti, col suo tormentone “Mille”, ma anche “Il nostro concerto” e “Quando sei innamorato”. Facchinetti canta i successi dei Pooh. Un concerto supportato dall’orchestra del Conservatorio e dai cori della Schola Cantorum di San Sisto e della Corale L’Aquila. Stasera alle 21,30 (scalinata San Bernardino), spazio alla danza: madrina Lorella Cuccarini.
PROTESTE. Lamentele da chi non è riuscito a prenotare il biglietto (gratis) ed è rimasto fuori. Con le transenne a bloccare accessi in punti lontani dal palco, per evitare folla non controllata.
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