Perdonanza, migliaia di mani in aria alla festa degli aquilani / Twitter

29 Agosto 2014

Corteo storico con l’inedito omaggio silenzioso alla Dama della Bolla. Sei colpi invece di tre all'apertura della Porta Santa

L’AQUILA. Mani come farfalle. Dita che volteggiano all’impazzata, senza freni. Mani che per un attimo – il tempo del passaggio e del saluto – vanno in aria senza controllo. Lo fanno per primi i bambini e poi giù di gomito al nonno che ecco, sì, subito si adegua. Bravo, grazie. Fallo anche tu, papà. Ma che significa? Vabbè, lo faccio pure io. E c’è chi, mentre lo fa, piange di gioia. Grandi e piccoli, aquilani e turisti, tutti si fanno coinvolgere dal gioco delle mani. Da Corso Vittorio Emanuele a Collemaggio, senza sosta. L’applauso silenzioso della lingua dei segni – cioè il codice col quale comunica e condivide le sue emozioni la Dama della Bolla Giorgia Miriam Silveri, e tanti altri come lei che oggi stanno disseminati lungo il percorso del corteo – è il tratto distintivo della Perdonanza 2014. L’appello del Centro, rilanciato dal tam-tam sui social network, coglie nel segno.

A MANO A MANO. Tante di quelle mani che ora volteggiano imbracciarono nel 2010 le carriole per riprendersi la città imprigionata. Tante altre di quelle mani, l’anno prima, quella notte, si spaccarono scavando in mezzo alle macerie. E altre chiusero per sempre gli occhi di quegli innocenti. Altre ancora, poi, nei lunghi giorni a seguire, asciugarono lacrime e accarezzarono volti angosciati, devastati. Oggi ne servono tante, di queste mani, per ricostruire. Rimettere insieme i pezzi di una città che cerca ancora la sua strada. Vedere tante mani unite nel giorno della festa aquilana per eccellenza, è allora un bel segnale di rinascita di una città forse assopita ma non certo arresa. Sfiancata, sì, ma con tanta voglia di rialzarsi. Il messaggio della Perdonanza senza soldi – e con un corteo da registrare meglio, come ormai si dice ogni anno – si fa allora condivisione, inclusione, accoglienza. Il brano di Isaia proclamato durante la messa solenne all’ombra della facciata di Collemaggio fa l’elenco della spesa: «Dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne. Così la tua ferita si rimarginerà presto». E che ferita.

01-_WEB

DIECIMILA, VENTIMILA? E mentre scattano i calcoli su quante migliaia di persone passano e passeranno per tutta la notte sotto la Porta Santa (la polizia si astiene dal dare i numeri) e più ancora su quante ne stanno sparpagliate lungo il percorso del corteo (diecimila? ventimila?) le parole di Pietro, il padre di Miriam, che la segue con discrezione sciamando a margine del corteo, ridanno il senso giusto alle cose. «Guarda», dice convinto, «se anche una sola mano si alzasse per lei sarebbe importantissimo». Questione di numeri. E di prospettive.

DENTRO E FUORI. Da sempre ricco contenitore dei più vari, il corteo annovera, tra gli altri, l’immancabile ex sottosegretario Gianni Letta, che nel programma ufficiale viene infilato nella lista alla voce «parlamentari». Dalla lista manca il nome di Stefania Pezzopane, che gli amanti del gossip sono curiosi di vedere al fianco del modello Simone Coccia Colaiuta, pure presente ma defilato. La senatrice, invece, sfila tra Letta e Legnini. Una curiosità. L’elenco ufficiale del corteo annovera persino il dg della Banca dell’Adriatico, ma nessun dirigente della Bper ex Carispaq. Ogni riferimento alle polemiche per la mancata sponsorizzazione è puramente casuale.

 

SEI COLPI. Sei colpi, invece di tre. Il cardinale Antonelli raddoppia. La Porta Santa viene percossa a ritmo di due a due. E si disserra sotto la regia del segretario generale del Comune alle 20,06, aprendo le 24 ore di indulgenza plenaria alle condizioni indicate dalla Chiesa. Un giro veloce intorno a una colonna rettangolare di compensato, in una «stanza» creata per l’occasione, appena all’ingresso della Porta, con pareti che impediscono la vista dell’interno della basilica, che non potrà essere fruibile prima del prossimo anno. Nessuno «sconto» per i fedeli in attesa da ore qui davanti. Col rischio pioggia che si materializza a più riprese ma senza particolare intensità. Tutti dietro alle transenne fino a quando non finisce il corteo degli «autorizzati». E non mancano i malumori dei fedeli pigiati dietro alle transenne. «Un trattamento indecoroso», commentano alcuni. «Molte delle poltroncine dedicate alle autorità sono rimaste vuote». E c’è chi, nella ressa, si sente male. «Abbiamo dovuto sdraiare una donna per terra», raccontano due ragazzi. «E soccorrerla non è stato facile». Altre mani in azione. Come quelle dei preti che per tutta la notte faranno il pieno di miserie umane, piccole e grandi, prima di alzare le mani, per l’assoluzione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA