Pugni, cinghiate e bastonate: cent’anni di daspo e denunce a venti tifosi

10 Febbraio 2025

Il post gara di L’Aquila-Sambenedettese non è finito e vede oggi un’ondata di provvedimenti per le due curve. Tre gli arresti finora eseguiti, ma i sostenitori più facinorosi sono incastrati anche dai video girati con i telefonini

L’AQUILA. Venti provvedimenti di Daspo che aspettano solo di essere firmati e notificati alle persone interessate, tutti tesi a impedire a ognuno l’accesso allo stadio per i prossimi cinque anni. La prima tranche d’indagine portata avanti dagli uomini della Digos, diretti da Roberto Mariani, sta per chiudersi con una prima ondata di denunce e interdizioni relativamente all’accesso alle manifestazioni sportive da parte di una ventina di facinorosi di entrambe le tifoserie – abruzzese e marchigiana – tutti ritenuti colpevoli, due domeniche fa, di aver fatto invasione di campo al termine di L’Aquila-Sambenedettese per poi abbandonarsi a uno dei peggiori post-partita delle ultime stagioni calcistiche. Una vicenda che dall’ambito puramente sportivo era poi scivolato in breve tempo in cronaca fino agli attuali risvolti giudiziari. A cominciare dal triplice fischio del direttore di gara, dalla decisione di far defluire i tifosi ospiti presenti in tribuna (laddove non avrebbero dovuto essere) facendoli sfilare sul terreno del Gran Sasso – così da favorirne il ricongiungimento con la restante parte della tifoseria marchigiana, correttamente dislocata invece in curva ospiti – passando attraverso la raffica di pugni, calci, spintoni, cinghiate e bastonate (mediante l’uso delle aste di bandiere e bandierine dei calci d’angolo), vicendevolmente scambiate sul manto del Gran Sasso d’Italia tra sostenitori abruzzesi e marchigiani. 

Vicenda poi inizialmente andata in archivio sul risultato di tre arresti in flagranza differita a zero a carico di altrettanti ultrà aquilani, finiti in tribunale nel giro di quattro giorni da quella rissa sulla scorta dei tanti video girati con i telefonini dagli oltre 4mila ancora presenti sugli spalti. Arresti tutti convalidati e poi trasformati in obbligo di firma, con il primo Daspo inflitto a uno dei due tifosi che, approfittando del caos, aveva provato a fare irruzione all’interno degli spogliatoi, forse nel tentativo di mettere le mani addosso a membri dello staff e giocatori della Sambenedettese, e poi fermato dagli stessi funzionari di polizia. Con il legale di uno dei tre, l’avvocato Massimo Costantini, che a margine dell’udienza si chiedeva dove fossero i tifosi della Sambenedettese, mettendo contestualmente in guardia dal rischio di far passare il messaggio di una mega rissa a senso unico, tutta addebitabile alla sola tifoseria locale. Rischio sul punto di essere scongiurato già in settimana, quando infatti verranno ufficializzati gli altri provvedimenti, stavolta equamente ripartiti tra i supporter di entrambi gli schieramenti, con gli inquirenti pronti a rimettersi all’opera in vista del riconoscimento della restante parte dei protagonisti dei disordini, stimati complessivamente in un centinaio di persone.

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