Quei tesori dell’Aquilano bloccati da Scotland Yard

8 Ottobre 2022

L’AQUILA. Tornano al Museo nazionale d’Abruzzo (Munda), dopo numerose peripezie che le hanno viste in giro per il mondo, quattro delle 16 tavole in oro e tempera che formavano il tabernacolo di Sant’E...

L’AQUILA. Tornano al Museo nazionale d’Abruzzo (Munda), dopo numerose peripezie che le hanno viste in giro per il mondo, quattro delle 16 tavole in oro e tempera che formavano il tabernacolo di Sant’Eustachio, realizzato nel 1380 dal maestro di Campo di Giove, Nicola Olivieri della Pietranziera. L’opera comprendeva sedici pannelli, di cui attualmente solo la metà è custodita dal museo aquilano. Restano, infatti, nell’elenco delle opere scomparse, altre otto tavolette dello stesso tabernacolo.
STORIA LUNGA UN SECOLO
Le opere furono trafugate esattamente 120 anni fa, il 6 ottobre del 1902 per essere immesse sul mercato dell’antiquariato singolarmente. I dipinti rimasero in Italia almeno fino al 1925 (Firenze) prima di essere venduti a collezionisti privati o a musei di tutto il mondo (dalla Francia agli Stati Uniti). Nel 1947 Federico Zeri ne aveva individuata una che entrò a far parte delle collezioni del museo nazionale d’Abruzzo nel 1954.
L’ALLARME
Nel dicembre 2008 venne lanciato un allarme dalla ricercatrice dell’Università dell’Aquila, Cristiana Pasqualetti. Il 18 novembre il Centro segnalò il caso dei dipinti messi all’asta da Christie’s per 150mila sterline (oltre 200mila euro). Si mobilitarono Regione e Provincia. E soprattutto gli imprenditori originari di Campo di Giove, che si rivolsero all’avvocato Richard Ellis. Quest’ultimo contattò Giovanni Pastore, vicecomandante dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale. L’allora sindaco di Campo di Giove, Vittorio Di Iorio, scrisse una lettera al ministero. E infine intervenne Scotland Yard.
L’ASTA BLOCCATA
L’asta era prevista il 2 dicembre dello stesso anno nella sala South Kensington. Ma 48 ore prima la vendita fu bloccata. Le tavolette di proprietà di un collezionista privato del Regno Unito vennero perciò sequestrate in via cautelativa e vennero concessi tre mesi di tempo per risolvere il caso. Successivamente arrivò una lunga proroga. Esattamente dieci anni dopo, nel 2018, il Grand rapids art museum del Michigan ha generosamente restituito all’Italia due tavolette.
IL RICONOSCIMENTO
A luglio scorso, quattro tavolette sono state riconosciute come autentiche da funzionari del ministero della Cultura nella casa d’aste Lempertz di Colonia e sono state acquistate dalla Direzione generale dei musei; dopo una sosta al Consolato generale d’Italia a Colonia, sono state trasportate a Roma dai carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale, mentre l’ultima fase del viaggio, da Roma all’Aquila, è avvenuta all’inizio della settimana grazie ai carabinieri che hanno restituito le opere al Munda.
PRESTO IN MOSTRA
Le tavolette saranno sottoposte a restauro ed esposte quanto prima al pubblico nel Museo nazionale d’Abruzzo, insieme alle altre che fanno già parte della collezione del Munda.