Raffica di furti in paese E c’è chi pensa alle ronde
Le case disabitate della new town devastate e occupate da teppisti e sbandati Cresce la paura tra i residenti delle villette a schiera realizzate nella zona
L’AQUILA. Tre incursioni negli appartamenti in abitazioni nei pressi del Progetto Case di Cese di Preturo. È quanto segnalato da alcuni residenti negli ultimi giorni. Il primo episodio ha visto un’abitazione della zona “Cooperativa” svaligiata. Qualche giorno più tardi, un giovane che abita nella stessa area a ridosso della new-town, dove insistono delle villette a schiera, si è visto una persona sul pianerottolo dell’abitazione che si trova al secondo piano. «Era lì senza una ragione», spiega il residente Roberto Tinari, solo omonimo del presidente del consiglio comunale in carica. «Ho provato a chiedere spiegazioni e ha farfugliato qualcosa di poco comprensibile, accennando che era lì per dei lavori di ferramenta. Credo si trattasse di una scusa, inventata sul momento. Anche perché si è subito dileguato».
Un paio di giorni più tardi, quando la polizia è intervenuta dopo un ulteriore episodio di furto, il giovane ha provato a fornire agli inquirenti degli elementi utili alla descrizione di questo soggetto incrociato. «Dalle poche parole che mi ha detto», aggiunge, «non sono riuscito a capire se si trattasse di una persona di origini italiane o straniere. Quello che è certo è che non aveva un accento di chi ha vissuto da queste parti».
La paura cresce tra chi vive qui, e c’è già chi pensa a creare dei gruppi spontanei di vigilanza delle “ronde”. Il timore è che proprio tra le strade del Progetto Case si nascondano dei nuclei all’interno dei quali sviluppare fatti di criminalità o di microcriminalità. Sicuramente, uno dei punti più delicati è quello segnato dalle piastre abbandonate in via Gian Maria Volonté. Nel corso degli anni i furti agli appartamenti della zona sono stati consistenti: dalle televisioni, alle lavatrici, passando alle lavastoviglie fino agli armadietti e altri oggetti per il bagno. Addirittura c’è stato chi è riuscito a portare via un grosso termoconvettore che si trovava all’esterno della palazzina. Allo stato attuale è molto più difficile – ma non impossibile – entrare negli appartamenti sgomberati, perché la gran parte degli accessi è stata sigillata. Fino a qualche tempo fa non era insolito trovare dei varchi. Tra i corridoi esterni sono stati ritrovati anche dei materassi, utilizzati per rapporti sessuali.
Una situazione analoga alla palazzina bruciata di Pagliare di Sassa, dove porte e finestre di alcuni appartamenti sono rimaste aperte e all’interno non è difficile trovare bottiglie e coperte. Si tratta, in ogni caso, di luoghi a rischio crollo e per questo ancora oggi posti sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. Strutture e luoghi che, invece, vengono sistematicamente visitati clandestinamente.(fab.i)
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