San Cesidio, una fiaccola fra le macerie
Fossa, domani sera la tradizionale manifestazione dedicata al frate missionario.
FOSSA. Il terremoto non ferma le tradizioni. Anzi contribuisce a rafforzarle. Domani sera a Fossa, a partire dalle 18, torna l’appuntamento con la festa di San Cesidio, il frate missionario, originario di Fossa, che nel 1900 fu ucciso in Cina durante la rivolta dei boxer. Quest’anno la celebrazione religiosa, a cui seguirà la fiaccolata, si terrà nei pressi della tendopoli di Fossa. Infatti la strada che dal paese porta al convento di Sant’Angelo d’Ocre è chiusa. Nella notte del sei aprile alcuni massi sono precipitati proprio sul percorso della fiaccolata che dal 2000 (anno dell’elevazione agli altari di San Cesidio) accompagna le reliquie del Santo conservate nel convento di Sant’Angelo d’Ocre (che per fortuna non ha avuto danni gravi dal sisma) fino alla chiesa parrocchiale di Fossa.
Il sindaco di Fossa Luigi Calvisi, conferma la inagibilità della strada (e di gran parte del centro storico), per la quale sono però già pronti finanziamenti per la messa in sicurezza, e sottolinea come la fiaccolata di quest’anno assuma «un doppio valore per la nostra comunità, quello della fede e quello della rinascita». L’appuntamento quindi è alle ore 18 nei pressi della tendopoli, da dove, all’imbrunire comincerà la sfilata con le fiaccole. L’organizzazione della manifestazione è del Comitato San Cesidio da Fossa e dei frati francescani. Come tutti gli anni, sono state invitate congregazioni religiose di tutto l’Abruzzo.
«Anche per gli abitanti di Fossa, l’esperienza drammatica del sisma, che ha danneggiato il paesaggio e i preziosi monumenti, la ricerca del senso diventa sempre più insistente, ma essa è guidata dalla tenacia di un popolo forte, che non si lascia atterrire dalle avversità ma che subito si risolleva per ricostruire il suo volto» ha scritto, presentando l’evento, il Comitato San Cesidio «in questa tenacia rivive lo splendore di un fecondo passato, di una memoria gravida di gesta, di persone, di coraggio e, come fiaccola, rifulge la testimonianza di illustri cittadini, fra i quali Cesidio Giacomantonio da Fossa, francescano che, all’età di ventisette anni, era già in Cina per portare il Vangelo di Cristo e vedeva compiuto quanto aveva scritto ai genitori, dichiarando che per il Signore era pronto a dare anche il sangue e, il 4 luglio 1900, quel sangue fu barbaramente versato da nemici del cristianesimo, sangue però eloquente, che ancora oggi proclama la signoria di Gesù e rende fecondo il mistico campo della Chiesa, secondo le immortali parole di Tertulliano: il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani.
In una delle rare foto di Cesidio, probabilmente scattata per il passaporto, si nota uno sguardo intenso, bellissimo, che sembra andare lontano: sguardo puro, dolce, tenace e lungimirante: in questo sguardo sono invitati a rivedersi gli sguardi dei giovani abruzzesi che, duramente provati dal sisma, devono continuare a proiettarsi verso il futuro, sapendo che la storia è memoria di questo futuro. Fossa, guardando al suo giovane santo, può con commozione ricordare l’amore che egli nutriva per i suoi cari, il suo paese, le sue tradizioni. Quanto sono struggenti le parole scritte dalla nave, dove Cesidio descrive il suo malinconico addio all’Italia che vede sparire ai suoi occhi. Cesidio insegna ad aver fiducia in Dio anche nelle avversità. Guardando a lui, Fossa sente la forza di risorgere e nel suo giovanile ardore vuole rivedere l’ardore dei suoi giovani che saranno Fossa di domani, l’Abruzzo di domani, splendente di una luce ancor più radiosa.
Sono questi i motivi che spingono a festeggiare san Cesidio anche quest’anno: la celebrazione che si terrà domani dalle 18 e la fiaccolata vogliono esprimere la speranza di un popolo che vede, pur fra le macerie, la luce delle piccole fiammelle che, unite, aggiungono chiarore alla luce lunare e quasi preludono allo splendore dell’aurora. Tutte le confraternite abruzzesi (e san Cesidio faceva parte di una confraternita) sono invitate ad essere presenti: ogni fiaccola in più è un po’ più di luce ed esprime il valore della solidarietà. Con animo grato vorremmo abbracciare i tanti che ci hanno dato, nella notte del dolore, una piccola fiamma del loro amore e, fra questi, i frati francescani, ai quali Fossa è intimamente legata nei nomi del Beato Bernardino, di San Cesidio, nella forte icona del Convento Sant’Angelo: essi, i francescani, hanno voluto essere vicini con l’affetto ed un generoso gesto di concreto aiuto.
Con loro Fossa vuole continuare a percorrere i sentieri della speranza e proseguire nel tempo a solennizzare la giovane figura di Cesidio, una vita che prematuramente è stata sottratta alla terra da una morte violenta e che vive la gloria immortale, animando la nostra Fossa, il nostro Abruzzo, a camminare senza stancarsi e a ricostruire la bellezza del suo volto». Domani sera a Fossa ci saranno fra gli altri anche i componenti della Congregazione di Maria Santissima delle Grazie di Onna. Per noi onnesi la fiaccolata in onore di San Cesidio era diventato un appuntamento irrinunciabile. Quest’anno sarà un po’ diverso. Alcuni dei confratelli che negli anni scorsi avevano partecipato al corteo religioso non ci sono più. Sono morti in quella notte di devastazione. La luce delle fiaccole illuminerà un dolore inconsolabile.
Il sindaco di Fossa Luigi Calvisi, conferma la inagibilità della strada (e di gran parte del centro storico), per la quale sono però già pronti finanziamenti per la messa in sicurezza, e sottolinea come la fiaccolata di quest’anno assuma «un doppio valore per la nostra comunità, quello della fede e quello della rinascita». L’appuntamento quindi è alle ore 18 nei pressi della tendopoli, da dove, all’imbrunire comincerà la sfilata con le fiaccole. L’organizzazione della manifestazione è del Comitato San Cesidio da Fossa e dei frati francescani. Come tutti gli anni, sono state invitate congregazioni religiose di tutto l’Abruzzo.
«Anche per gli abitanti di Fossa, l’esperienza drammatica del sisma, che ha danneggiato il paesaggio e i preziosi monumenti, la ricerca del senso diventa sempre più insistente, ma essa è guidata dalla tenacia di un popolo forte, che non si lascia atterrire dalle avversità ma che subito si risolleva per ricostruire il suo volto» ha scritto, presentando l’evento, il Comitato San Cesidio «in questa tenacia rivive lo splendore di un fecondo passato, di una memoria gravida di gesta, di persone, di coraggio e, come fiaccola, rifulge la testimonianza di illustri cittadini, fra i quali Cesidio Giacomantonio da Fossa, francescano che, all’età di ventisette anni, era già in Cina per portare il Vangelo di Cristo e vedeva compiuto quanto aveva scritto ai genitori, dichiarando che per il Signore era pronto a dare anche il sangue e, il 4 luglio 1900, quel sangue fu barbaramente versato da nemici del cristianesimo, sangue però eloquente, che ancora oggi proclama la signoria di Gesù e rende fecondo il mistico campo della Chiesa, secondo le immortali parole di Tertulliano: il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani.
In una delle rare foto di Cesidio, probabilmente scattata per il passaporto, si nota uno sguardo intenso, bellissimo, che sembra andare lontano: sguardo puro, dolce, tenace e lungimirante: in questo sguardo sono invitati a rivedersi gli sguardi dei giovani abruzzesi che, duramente provati dal sisma, devono continuare a proiettarsi verso il futuro, sapendo che la storia è memoria di questo futuro. Fossa, guardando al suo giovane santo, può con commozione ricordare l’amore che egli nutriva per i suoi cari, il suo paese, le sue tradizioni. Quanto sono struggenti le parole scritte dalla nave, dove Cesidio descrive il suo malinconico addio all’Italia che vede sparire ai suoi occhi. Cesidio insegna ad aver fiducia in Dio anche nelle avversità. Guardando a lui, Fossa sente la forza di risorgere e nel suo giovanile ardore vuole rivedere l’ardore dei suoi giovani che saranno Fossa di domani, l’Abruzzo di domani, splendente di una luce ancor più radiosa.
Sono questi i motivi che spingono a festeggiare san Cesidio anche quest’anno: la celebrazione che si terrà domani dalle 18 e la fiaccolata vogliono esprimere la speranza di un popolo che vede, pur fra le macerie, la luce delle piccole fiammelle che, unite, aggiungono chiarore alla luce lunare e quasi preludono allo splendore dell’aurora. Tutte le confraternite abruzzesi (e san Cesidio faceva parte di una confraternita) sono invitate ad essere presenti: ogni fiaccola in più è un po’ più di luce ed esprime il valore della solidarietà. Con animo grato vorremmo abbracciare i tanti che ci hanno dato, nella notte del dolore, una piccola fiamma del loro amore e, fra questi, i frati francescani, ai quali Fossa è intimamente legata nei nomi del Beato Bernardino, di San Cesidio, nella forte icona del Convento Sant’Angelo: essi, i francescani, hanno voluto essere vicini con l’affetto ed un generoso gesto di concreto aiuto.
Con loro Fossa vuole continuare a percorrere i sentieri della speranza e proseguire nel tempo a solennizzare la giovane figura di Cesidio, una vita che prematuramente è stata sottratta alla terra da una morte violenta e che vive la gloria immortale, animando la nostra Fossa, il nostro Abruzzo, a camminare senza stancarsi e a ricostruire la bellezza del suo volto». Domani sera a Fossa ci saranno fra gli altri anche i componenti della Congregazione di Maria Santissima delle Grazie di Onna. Per noi onnesi la fiaccolata in onore di San Cesidio era diventato un appuntamento irrinunciabile. Quest’anno sarà un po’ diverso. Alcuni dei confratelli che negli anni scorsi avevano partecipato al corteo religioso non ci sono più. Sono morti in quella notte di devastazione. La luce delle fiaccole illuminerà un dolore inconsolabile.