San Domenico, via alla ristrutturazione
La chiesa è chiusa dal 2009 perché danneggiata dal sisma L’intervento costerà 740mila euro e si concluderà in un anno
SULMONA. Sarà restituita alla città entro un anno la chiesa di San Domenico. La storica struttura dedicata al culto, che affaccia sull’omonima piazzetta a due passi dal teatro comunale, è chiusa a causa dei danni provocati dal sisma dell’aprile 2009. I lavori sono stati consegnati direttamente dal vescovo Angelo Spina e si concluderanno entro un anno. Un’ottima notizia per i parrocchiani del quartiere Japasseri, rimasti senza la loro chiesa.
Lo scorso 27 gennaio il vescovo Spina, il parroco don Gilberto Uscategui Restrepo e il direttore dell’Ufficio beni culturali della Diocesi Maurizio Nannarone hanno partecipato alla consegna dei lavori. Gli interventi si concentreranno soprattutto sul consolidamento e il restauro della struttura. Per la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Aquila, che ha curato la fase progettuale e quella del finanziamento attraverso fondi Cipe dedicati alla programmazione straordinaria pluriennale per l’annualità 2013 e l’appalto, erano presenti Berardino Di Vincenzo e Anna Colangelo. Per la Soprintendenza delle Belle arti dell’Abruzzo, che seguirà la fase realizzativa, hanno partecipato il responabile unico del procedimento Aldo Giorgio Pezzi e il direttore dei lavori, l’ingegnere Berardino Olivieri. I lavori previsti, che ammontano a circa 740mila euro, sono stati appaltati alla ditta Lancia srl di Perugia dalla Direzione regionale abruzzese dei Beni culturali. Gli interventi consisteranno nel consolidamento generale della parte muraria e delle strutture a volta, nel rifacimento degli elementi di copertura e nel restauro degli elementi in pietra e di quelli decorativi di pregio, soprattutto sulla facciata principale. La chiesa, situata cuore dell’antico sestiere di Porta Japasseri, fu fondata nel 1820 dai padri predicatori domenicani per volere di Carlo I d’Angiò, particolarmente legato all’ordine religioso. Il convento, annesso alla chiesa, fu costruito circa un decennio più tardi e dotato di un cospicuo patrimonio terriero che si incrementò ulteriormente nei secoli; costituì il primo complesso monastico sorto all’interno della cerchia muraria antica. Il monastero vantava una vasta e ricca biblioteca, poi entrata a far parte del patrimonio della biblioteca comunale. Nel corso del tempo i terremoti che si sono susseguiti (nel 1349, 1456, 1706 e, infine, nel 1915) hanno reso necessaria più volte la ricostruzione. Le trasformazioni più significative avvennero però dopo il terremoto del 1706, col consolidamento e la conservazione delle parti esistenti e la trasformazione degli spazi interni. (f.p.)
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