Sanità, riprendono i servizi sul territorio
Attivati gli ambulatori nei sei distretti di base extra-cittadini
L’AQUILA. Prosegue la messa a punto dei servizi sanitari offerti sul territorio, con tanto di orari di apertura degli ambulatori funzionanti nei sei distretti sanitari extra cittadini della Asl. Una riorganizzazione ancora provvisoria, ma che consentirà di ridurre i disagi sopportati dagli sfollati. Intanto all’ospedale San Salvatore procedono i lavori per consentire la parziale riapertura della struttura inagibile.
Entro la fine del mese sarà completato l’intervento che consentirà la riapertura della diagnostica per immagini e il funzionamento di due delle dieci sale operatorie di cui il San Salvatore disponeva. Cento i posti letto che saranno recuperati nei padiglioni L1, L2 e L5, quelli appena sfiorati dal sisma. La riapertura è prevista per il 2 giugno. Un primo importante passo, ma il percorso verso la piena funzionalità dell’ospedale si annuncia lungo e irto di ostacoli.
«Al momento» spiega il manager della Asl, Roberto Marzetti «stiamo predisponendo - attraverso l’intervento di ditte specializzate - una verifica sui pilastri e sulle strutture del San Salvatore. Si tratta di ditte che eseguiranno, con strumentazioni all’avanguardia, radiografie per verificare la quantità di ferro e la consistenza del cemento utilizzato nella costruzione del complesso ospedaliero. Altri cento posti letto» aggiunge il direttore generale «saranno disponibili subito dopo il G8. E questo perché, così come ci è stato già assicurato, dopo il 10 luglio avremo la disponibilità dell’ospedale modulare».
Nel programma illustrato da Marzetti, entro la fine di settembre l’ospedale dovrebbe essere in grado di aprire altri reparti dotati di ulteriori 120 posti letto. «Ma il problema» dice il direttore generale «resta quello delle chirurgie. Le due che riapriremo sono quelle che venivano utilizzate per la ginecologia. Per le altre ci sarà da attendere, considerato anche che diversi sono i pilastri della sttruttura posti sotto sequestro. E lì è impossibile intervenire. Alcuni “moduli” non sembrano aver subito danni irreparabili. Presentano problemi che potrebbero essere superati con un intervento di consolidamento dei muri di sostegno. Ma bisognerà procedere in modo graduale e aspettare i dissequestri».
C’è poi da affrontare e risolvere i problemi legati ai servizi amministrativi ospitati nel complesso di Collemaggio, dove alcune palazzine risultano irrimediabilmente danneggiate. «Secondo quanto emerso dalle prime verifiche effettuate» spiega Marzetti «alcune palazzine dovranno essere demolite. Per altre il recupero si annuncia lungo ed oneroso. Per ora allestiremo dei container dove poter trasferire almeno gli uffici. E dovremo pensare anche al distretto sanitario e a tutti gli altri servizi che erano stati collocati in quel “campus”».
Entro la fine del mese sarà completato l’intervento che consentirà la riapertura della diagnostica per immagini e il funzionamento di due delle dieci sale operatorie di cui il San Salvatore disponeva. Cento i posti letto che saranno recuperati nei padiglioni L1, L2 e L5, quelli appena sfiorati dal sisma. La riapertura è prevista per il 2 giugno. Un primo importante passo, ma il percorso verso la piena funzionalità dell’ospedale si annuncia lungo e irto di ostacoli.
«Al momento» spiega il manager della Asl, Roberto Marzetti «stiamo predisponendo - attraverso l’intervento di ditte specializzate - una verifica sui pilastri e sulle strutture del San Salvatore. Si tratta di ditte che eseguiranno, con strumentazioni all’avanguardia, radiografie per verificare la quantità di ferro e la consistenza del cemento utilizzato nella costruzione del complesso ospedaliero. Altri cento posti letto» aggiunge il direttore generale «saranno disponibili subito dopo il G8. E questo perché, così come ci è stato già assicurato, dopo il 10 luglio avremo la disponibilità dell’ospedale modulare».
Nel programma illustrato da Marzetti, entro la fine di settembre l’ospedale dovrebbe essere in grado di aprire altri reparti dotati di ulteriori 120 posti letto. «Ma il problema» dice il direttore generale «resta quello delle chirurgie. Le due che riapriremo sono quelle che venivano utilizzate per la ginecologia. Per le altre ci sarà da attendere, considerato anche che diversi sono i pilastri della sttruttura posti sotto sequestro. E lì è impossibile intervenire. Alcuni “moduli” non sembrano aver subito danni irreparabili. Presentano problemi che potrebbero essere superati con un intervento di consolidamento dei muri di sostegno. Ma bisognerà procedere in modo graduale e aspettare i dissequestri».
C’è poi da affrontare e risolvere i problemi legati ai servizi amministrativi ospitati nel complesso di Collemaggio, dove alcune palazzine risultano irrimediabilmente danneggiate. «Secondo quanto emerso dalle prime verifiche effettuate» spiega Marzetti «alcune palazzine dovranno essere demolite. Per altre il recupero si annuncia lungo ed oneroso. Per ora allestiremo dei container dove poter trasferire almeno gli uffici. E dovremo pensare anche al distretto sanitario e a tutti gli altri servizi che erano stati collocati in quel “campus”».