Scanno, scavi archeologici chiusa la prima campagna
I lavori eseguiti da un pool di esperti provenienti da diversi atenei italiani nel sito individuato un abitato riferibile all’età imperiale, tra II e IV secolo d.C.
SCANNO. La missione archeologica e antropologica «Fluturnum, archeologia e antropologia nell'alta Valle del Sagittario» ha concluso da pochi giorni la prima campagna di scavo nel sito «I giardini» a Scanno.
I lavori sono stati condotti in accordo con la Soprintendenza per i beni archeologici, in collaborazione con l'Università di Bologna e il Comune di Scanno. L'èquipe è formata da archeologi e antropologi provenienti da diversi atenei italiani. La realizzazione di un progetto così strutturato è da ricondurre all'esperienza professionale della cooperativa Matrix 96 di Roma, che ha coadiuvato l'organizzazione di tutte le fasi del progetto. La campagna di scavo, tenutasi durante il mese di settembre, ha consentito di mettere in luce un abitato riferibile ad età imperiale, inquadrabile, allo stato attuale degli studi, tra II e IV secolo d. C.. Il sito, localizzato lungo un'importante direttrice che dalla conca di Sulmona procedeva verso sud, attraverso il valico di Godi, è emerso su segnalazione degli abitanti del luogo, a seguito di sopralluoghi mirati effettuati nel corso di precedenti campagne di ricerche di superficie e tramite interviste mirate al recupero di informazioni legate al territorio. Accanto ad una scrupolosa applicazione della metodologia scientifica di scavo stratigrafico, accompagnata dal rilievo topografico delle evidenze portate in luce e da analisi bio-archeologiche, si è rivelato di importanza strategica per la conoscenza del contesto indagato lo scambio di informazioni con gli abitanti del comprensorio. Gli obiettivi del campo antropologico sono stati raggiunti grazie alla collaborazione e alla disponibilità in termini di tempo e di partecipazione della comunità locale. Sono stati intervistati i cittadini di Scanno e Frattura – sede del gruppo di lavoro oramai da tre anni – documentando momenti di socialità e di vita locale legati ai culti religiosi e civili. «Abbiamo scelto di lavorare con i pastori di Frattura e di Anversa degli Abruzzi» affermano i responsabili della missione archeologica «per studiare le caratteristiche distintive della pastorizia transumante e stanziale in un territorio connotato dalla presenza dei lupi e dell'orso. Nell'arco di un mese abbiamo individuato almeno 4 ambiti di ricerca: lo studio di un paese decentrato dopo il sisma della marsica, la coltivazione dei fagioli bianchi di Frattura, la diffusione del culto di San Domenico nella Valle del Sagittario e la pastorizia in forma residuale. La sintesi di lavoro tra la comunità locale di Scanno e Frattura con l'èquipe è un precedente storico nella storia degli studi antropologici, in quanto abbiamo lavorato di concerto, tenendo un aperto dialogo sulle indagini condotte. I primi risultati sono stati già messi a disposizione della comunità e stiamo lavorando sulla restituzione dati».
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