Lo striscione affisso alla cancellata del tribunale (foto di Raniero Pizzi)

L'AQUILA

Sentenze choc, protesta davanti al tribunale: "L'unica condotta colposa è vostra" / VIDEO E FOTO

La manifestazione di parenti delle vittime del terremoto, comitati e parte della tifoseria. E il sindaco incontra il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) Abruzzo

L'AQUILA. Rabbia, dolore, sconcerto, incredulità. Questi sentimenti hanno spinto in centinaia a ritrovarsi nel parcheggio del Tribunale dell'Aquila insieme ai familiari delle vittime del terremoto del 2009. L'intento, come annunciato nei giorni scorsi, è quello di contestare una serie di sentenze «definite choc».

L'ultima, in ordine di tempo - quella che ha innescato la protesta odierna - ha confermato il verdetto di primo grado del 2022 che aveva scagionato la Presidenza del Consiglio dei ministri per la morte di sette studenti nella notte del 6 aprile all'Aquila. I giudici hanno stabilito che non solo non ci sarà alcun risarcimento danni, ma i familiari saranno costretti a pagare anche circa 14mila euro di spese legali. Per questo motivo il filo conduttore anche stavolta è "Le vittime non hanno colpa".

Accanto ai comitati spontanei dei familiari delle vittime ci sono anche tanti aquilani da sempre vicini alle istanze portate avanti dalla comunità. A manifestare anche parte della tifoseria dell'Aquila calcio 1927.

«La nostra - ha spiegato Vincenzo Vittorini che nel sisma del 2009 perse moglie e figlia - non è una guerra contro i giudici ma un voler ribadire che forse si è andati oltre. Siamo purtroppo ancora qui a commentare altre sentenze choc che si reiterano e offendono la memoria di ciò che è stato». Affisso sull a cancellata del tribunale lo striscione con la scritta "L'unica condotta colposa è vostra".

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Le vittime non hanno colpa: in tanti alla manifestazione contro le sentenze choc sul terremoto
Striscioni, appelli e momenti di silenzio e commozione a L'Aquila (video di Raniero Pizzi)

Vittorini ha ribadito che questa manifestazione nasce «dalla rabbia e nel ricordo di ciò che realmente accadde nel sisma del 2009, dalla volontà di rivendicare risposte, dalla consapevolezza che non resteremo in silenzio». Alla manifestazione collabora il progetto documentaristico Storie di Giustizia.

A margine della manifestazione di protesta c'è stato un incontro tra Roberta D’Avolio, presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) Abruzzo e il sindaco Pierluigi Biondi. Alla fine del quale il Comune ha diffuso la seguente nota a nome di Biondi: “L’interpretazione giuridica alla base dell’ultima sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che ha negato il risarcimento nei confronti dei familiari di alcune vittime del terremoto che dovranno procedere al pagamento delle spese legali, lascia perplessi, e questo a prescindere dalla giurisprudenza e dal merito delle norme e della loro applicazione. Per questo, a nome dell’amministrazione, senza ritenere di trascendere dai ruoli istituzionali che ci impongono il massimo rispetto per le decisioni della magistratura, ho chiesto di approfondire”.

Il senatore pd Michele Fina: «Bisogna dare una risposta al dolore e alla sofferenza dei parenti delle vittime del terremoto dell'Aquila, per questo motivo aderisco alle istanze avanzate dai loro familiari nell'importante manifestazione organizzata proprio oggi all'Aquila. A loro va il mio pieno e totale sostegno. Come ho già avuto modo di dichiarare se, da un lato, bisogna avere rispetto delle sentenze, dall'altro non si possono tacere i sentimenti di inquietudine che alcune decisioni hanno generato. È indispensabile comprendere la delusione delle famiglie. I lavori parlamentari non mi consentono di essere fisicamente presente, ma farò tutto quello che il dovere morale e il mio ruolo istituzionale impongono affinché chi ha patito un dolore incolmabile non lo veda aggravato dall'assenza o dalla distanza dello Stato. Continuo quindi a chiedere ai colleghi di maggioranza di sostenere e votare insieme la legge che ho depositato in Senato a mia prima firma per il riconoscimento del danno ai familiari: su questo facciamo prevalere il buon senso sulle appartenenze politiche».