Sentieri montani vietati, 250 «no» a Scanno

Petizione per contestare l’ordinanza su auto e moto: «Impedisce di raccogliere funghi e legna»

SCANNO. Non ci stanno, a Scanno, gli “amanti della montagna”, a dover rinunciare alle loro continue e autonome passeggiate, in auto oppure in moto, lungo le strade del vasto territorio scannese dopo la decisione di chiudere il libero accesso ai sentieri montuosi adottata nella scorsa estate dall’amministrazione municipale.

Oltre 250 residenti, che hanno costituito il “Comitato spontaneo dei cittadini di Scanno”, chiedono al sindaco Pietro Spacone l’immediata riapertura dei cancelli posti in alcune località per ostacolare la percorribilità delle strade poderali e interpoderali dal momento che proprio «le sbarre rappresentano un’arbitraria limitazione al diritto inalienabile dell’uso civico nei confronti dei cittadini e costituiscono un reale impedimento nelle operazioni di soccorso e pronto intervento».

Da agosto niente più accesso incontrollato alle auto e alle moto sulle montagne ricadenti nella zona di riserva del Comune di Scanno.

La scelta fatta dagli amministratori comunali è stata quella di dotare le persone che desiderano raggiungere le zone di montagna di una chiave e di una targhetta metallica numerata che, su espressa richiesta, vengono rilasciate di volta in volta.

La stessa targhetta, mostrata agli agenti della Forestale in caso di controlli, funge anche da autorizzazione ed evita pesanti sanzioni.

«Ma tali sbarramenti costituiscono un reale impedimento nelle operazioni di soccorso e pronto intervento che si dovessero rendere necessarie per far fronte a situazioni di pericolo per le persone, la fauna e la flora e per gli animali d’allevamento», afferma a nome del gruppo di residenti Ezio Pace. «Senza sottovalutare che i cancelli rappresentano un’oggettiva e arbitraria limitazione al diritto dell’uso civico nei confronti dei cittadini del Comune di Scanno».

Sono tante le persone che raggiungono le vette di alcuni monti in cerca di funghi oppure per raccogliere la legna. «Sotto il profilo squisitamente paesaggistico», aggiunge Ezio Pace, «facciamo notare al sindaco che i massi di riporto, posti in continuità della sbarra installata vicino alle sorgenti del fiume Tasso, costituiscono un chiaro e negativo impatto ambientale, che ci vede determinati a chiederne l’immediata rimozione, al fine di riportare quei luoghi alla loro originaria bellezza naturale».

Massimiliano Lavillotti

©RIPRODUZIONE RISERVATA