Sfilano in trecento per fermare centrale e gasdotto
Angelucci: chiederò al primo cittadino di farsi da parte Moroni: apriremo un tavolo istituzionale con il ministero
SULMONA. Migliaia di palloncini colorati per dire no a un'opera che metterebbe a rischio un territorio e l'ambiente che lo circonda. Oltre 300 persone hanno sfidato il sole e un caldo torrido per partecipare ieri pomeriggio al corteo di protesta contro la realizzazione del metanodotto Sulmona-Foligno e la centrale di spinta che la Snam ha intenzione di realizzare a Sulmona e nel centro Abruzzo. Un'opera che molti non vogliono.
E che ministero e Snam sono convinti di aver già realizzato. Pensionati, giovani, casalinghe ma anche politici e rappresentanti sindacali, tutti insieme contro l’impianto.
Il corteo che è partito dal piazzale del cimitero di Sulmona, ha sfilato per oltre un chilometro fino a raggiungere Case Pente, la località dove la Snam ha in progetto di realizzare la centrale di spinta.
Tra i manifestanti anche molti politici: i parlamentari Giovanni Lolli (Pd) e Alfonso Mascitelli (Idv), il consigliere regionale di Rifondazione comunista Massimo Acerbo e l'assessore all'ambiente del comune dell'Aquila, Alfredo Moroni, oltre naturalmente i comitati cittadini per l'ambiente.
In rappresentanza del Comune di Sulmona c'era il presidente del consiglio Nicola Angelucci il quale ha ribadito la contrarietà dell'amministrazione all'opera nonostante la posizione personale e invece favorevole dell'assessore alle Attività produttive Gianni Cirillo. «Chiederò al sindaco che non rappresenti più l'amministrazione nelle riunioni e nei tavoli sul metanodotto e la centrale», ha sottolineato Angelucci, «vista la sua posizione di contrasto con quella adottata dal consiglio comunale che per quattro volte ha votato contro la realizzazione del metanodotto».
Nel corso della manifestazione è stata ribadita la volontà di non abbassare la guardia visto che ministero e Snam sono convinti di aver già tutte le autorizzazioni in tasca. «Chiederemo al ministero un tavolo a cui partecipino tutti i protagonisti dalla Snam, ai rappresentanti di Regione, Provincia e Comune e ai comitati cittadini», ha detto Lolli, «affinché venga trovata una soluzione alternativa al progetto che prevede che il tracciato del metanodotto attraversi la zona dell'Abruzzo con il più alto rischio sismico».
«Ho incontrato l’altro giorno il sottosegretario Claudio De Vincenti» ha concluso Moroni, coordinatore del comitato interregionale contro il metanodotto, «mi ha detto di essere disposto ad aprire un tavolo istituzionale sul gasdotto, ma che per quanto riguarda il governo la questione della centrale e il suo iter viaggiano su un binario diverso».
Claudio Lattanzio
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