Strage nazista di Limmari, l'unica sopravvissuta incontra il Papa: "Prego per te e per le vittime"

Il saluto di Papa Francesco a Virginia Macerelli durante l'udienza generale in piazza San Pietro. Emozione per l'abbraccio simbolico alle 128 vittime dell’eccidio

ROCCARASO. Le ha poggiato una mano sulla testa per la benedizione dopo aver ascoltato con profonda commozione le sue parole e il racconto quasi incredibile della sua vicenda. L’incontro di ieri mattina tra papa Francesco Bergoglio e Virginia Macerelli, unica sopravvissuta alla strage dei Limmari di Pietransieri, è stato denso di emozione toccando nel profondo il cuore del Santo Padre.

Pochi minuti al termine dell’udienza in piazza San Pietro durante i quali papa Francesco si è avvicinato a Virginia ascoltando le sue poche parole e stringendola poi in un abbraccio che, in maniera simbolica, il papa ha voluto donare anche alle 128 vittime dell’eccidio. Accanto a Virginia, a raccontare al suo posto alcuni momenti di quella tragica vicenda c’era anche il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, che ha accompagnato la donna insieme all’assessore Giuliano Oddis e al consigliere Patrizia Olivieri. «È stato un momento molto toccante», si è limitato a riferire il primo cittadino di Roccaraso, il quale ha raccontato al Santo Padre i momenti salienti della strage di Pietransieri portandogli in dono due riproduzioni: una in grafica muraria del Sacrario dove riposano le vittime dell’eccidio e una della medaglia d’oro. Le parole che invece papa Bergoglio ha rivolto direttamente a Virginia sono ora custodite gelosamente nel suo cuore perché la donna ha preferito conservare questo momento unico solo per sé e in memoria dei suoi familiari rimasti vittime della strage. A papa Francesco, la stessa Virginia aveva inviato qualche settimana fa una lunga lettera chiedendo di esaurire il suo sogno nel cassetto, quel sogno che ieri si è finalmente realizzato nell’incontro con il papa.

«Mi sono salvata fortunosamente», aveva scritto Virginia, «dalle raffiche dei mitra tedeschi. Quel giorno i soldati uccisero 60 donne, 34 bambini al di sotto dei 10 anni e molti vecchi, senza motivazioni documentate, ma per il semplice sospetto che la popolazione civile sostenesse i partigiani. Io dopo le prime scariche di mitra, che falciarono mia mamma e mio papà, finii sotto i loro corpi che mi protessero. Così mi sono salvata, ancora una volta grazie alla protezione dei miei genitori». Il suo attaccamento alla vita le ha permesso di sopravvivere nonostante le ferite riportate dalle quali Virginia, che all’epoca aveva solo 7 anni, venne curata inizialmente solo con acqua e sale. Da quella lotta per la vita Virginia è uscita sicuramente vincitrice, ma ancor oggi, all’età di 76 anni, mamma di due figlie e nonna di diversi nipoti, non ha dimenticato e forse solo l’incontro con il santo padre potrà scalfire e alleviare quel dolore che ha sempre accompagnato la sua esistenza.

Claudia Sette

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