Tarsu, cartelle pazze ventimila avvisi senza decurtazione

Nuova grana per i contribuenti aquilani, il Comune indica ai cittadini la strada del 40 per cento del dovuto

L’AQUILA. Oltre ventimila cartelle esattoriali. E il numero continua ad aumentare di giorno in giorno. Sono le cartelle sfornate da Equitalia e relative per lo più al pagamento delle «vecchie» annualità (2009-2010) della Tarsu. Ma nel mucchio ci sono anche multe della polizia municipale e atti dell’Agenzia delle entrate.

Il tutto depositato all’ufficio messi del Comune dove ogni giorno estenuante è il viavai degli aquilani costretti a correre da una parte all’altra della città per poter ritirare le cartelle. E ciò perché gli atti in questione, nonostante Equitalia abbia appaltato il servizio a una ditta, non vengono recapitati a casa dei destinatari. «Un disservizio», lamentano i cittadini, che per Equitalia, sarebbe imputabile alle difficoltà incontrate nel rintracciare, avendo a disposizione solo gli indirizzi fiscali precedenti al terremoto, i destinatari delle cartelle. Contribuenti che, però, puntualmente ricevono poi dalle Poste le raccomandate (relative alla stessa pratica) o l’avviso di giacenza.

Cosicché i cittadini sono costretti a fare un viaggio, spesso in tre tappe, per poter ritirare ciò che avrebbero dovuto ricevere a casa. E con tanto di spese aggiuntive a carico (oltre alla notifica c’è anche quella per la raccomandata). La prima tappa al Centro operativo postale, quindi al Comune e poi a Equitalia.

Tantissime le proteste dei cittadini costretti a perdere un’intera mattinata per ritirare le cartelle che, nel caso della Tarsu, sono anche «taroccate». Infatti, pure per la tassa sui rifiuti (relativamente al periodo 2009-2010) va applicata, così come chiarito dal Comune, la riduzione del 60% dell’importo dovuto. Cosa di cui, però, sulle cartelle non c’è traccia, tanto che l’importo riportato è quello pieno. Ciò significa che qualcuno potrebbe pagare, o ha già pagato, l’intera somma richiesta e non ottenere poi alcun rimborso. «Un altro pasticcio, come quello del bollo per le auto», afferma un gruppo di cittadini, «che va ad aggravare la già non facile situazione in cui ci troviamo da dopo il terremoto». All’ufficio messi del Comune, dove c’è anche l’Albo pretorio, ormai non c’è più spazio neppure per girare intorno alle scrivanie. La stanza è piena di cartelle e il personale è ormai impegnato solo a fronteggiare questa “emergenza”, a contenere le proteste della gente e a dare informazioni su come operare la riduzione del 60%. Molti cittadini poi, pur non avendo ricevuto la fatidica raccomandata, si stanno rivolgendo comunque al Comune per poter ritirare gli atti. Cosa che però non è possibile fare poiché le cartelle vengono portate alla sede comunale di via Roma per elenchi (numero della pratica) e non per nominativi.

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