Teppisti danno fuoco alla scuola
Raid nell’Istituto per l’agricoltura, devastati uffici di preside e insegnanti.
AVEZZANO. Il preside scuote la testa e stringe i pugni: «Teppisti? Questi sono criminali». L’Agrario brucia ancora, l’odore acre del fumo gratta la gola, i vigili del fuoco corrono a srotolare manichette. Sono le 8,30. La scuola aperta di notte ai vandali resta chiusa per 320 studenti.
L’irruzione è iniziata fra le 3 e le 4 dell’altra notte all’Ipsaa «Serpieri», in via Buonarroti a Caruscino. La banda di teppisti ha forzato una porta al piano terra. Ha aperto la cassaforte in presidenza, rubato il computer Enea vinto dalla scuola, tre macchine fotografiche digitali, una videocamera. Prima di scatenarsi ha scassinato un distributore e mangiato merendine. Prima di scatenarsi. Perché dopo i furti è iniziata la devastazione, culminata con gli incendi. Le fiamme sono state appiccate nell’ufficio del preside Francesco Gizzi e nella stanza alunni-insegnanti. L’allarme è scattato poco prima delle 8, all’arrivo dell’assistente tecnico Attilio Mariani. Desolante lo spettacolo che si è presentato quando i pompieri hanno spento gli ultimi focolai.
Dopo quasi cinque ore di fuoco e fumo, nelle stanze roventi non è rimasta traccia di arredi, documenti, registri. È andato distrutto anche materiale storico. Il resto dell’edificio, compresa gran parte delle aule, è rimasto con i neri segni della fuliggine. L’Istituto per l’agricoltura di Avezzano, che conta 320 studenti e 50 insegnanti, è nato nel 1957 ed è fra i più antichi e prestigiosi d’Abruzzo. Coordina anche le sedi di Pratola e Castel di Sangro. Una scuola già nota alle cronache (questo è il secondo raid dall’inizio dell’anno scolastico, il terzo del 2009), in una località periferica, ma non per questo protetta adeguatamente. Malgrado i ripetuti allarmi lanciati dai dirigenti. «Siamo spaventati e dispiaciuti», hanno commentato gli insegnanti, «ma vogliamo tornare subito a fare lezione per dare un segnale forte e preciso anche alle famiglie».
Gli agenti della sezione anticrimine del commissariato, sul posto con l’ispettore Pierluigi Baldi, hanno ascoltato il preside e alcuni docenti. I primi sospetti sono caduti su studenti un po’ difficili. Ma lo stesso dirigente ha escluso una vendetta di qualche bullo. Si pensa più all’azione della banda che da settimane compie raid mirati negli istituti scolastici cittadini. Da ieri la Procura ha aperto uno specifico fascicolo e le indagini sono state affidate alla polizia, sotto la guida dell’ispettore superiore Gaetano Del Treste. Il danno, in base a una prima, sommaria stima fatta dai tecnici della Provincia, supera i 50mila euro. Domenico Palumbo dell’Ufficio tecnico del Comune ha firmato un’ordinanza: la scuola sarà chiusa fino a sabato. Dovrebbe riaprire lunedì, dopo gli interventi di pulizia e dopo avere messo in sicurezza l’area devastata.
L’irruzione è iniziata fra le 3 e le 4 dell’altra notte all’Ipsaa «Serpieri», in via Buonarroti a Caruscino. La banda di teppisti ha forzato una porta al piano terra. Ha aperto la cassaforte in presidenza, rubato il computer Enea vinto dalla scuola, tre macchine fotografiche digitali, una videocamera. Prima di scatenarsi ha scassinato un distributore e mangiato merendine. Prima di scatenarsi. Perché dopo i furti è iniziata la devastazione, culminata con gli incendi. Le fiamme sono state appiccate nell’ufficio del preside Francesco Gizzi e nella stanza alunni-insegnanti. L’allarme è scattato poco prima delle 8, all’arrivo dell’assistente tecnico Attilio Mariani. Desolante lo spettacolo che si è presentato quando i pompieri hanno spento gli ultimi focolai.
Dopo quasi cinque ore di fuoco e fumo, nelle stanze roventi non è rimasta traccia di arredi, documenti, registri. È andato distrutto anche materiale storico. Il resto dell’edificio, compresa gran parte delle aule, è rimasto con i neri segni della fuliggine. L’Istituto per l’agricoltura di Avezzano, che conta 320 studenti e 50 insegnanti, è nato nel 1957 ed è fra i più antichi e prestigiosi d’Abruzzo. Coordina anche le sedi di Pratola e Castel di Sangro. Una scuola già nota alle cronache (questo è il secondo raid dall’inizio dell’anno scolastico, il terzo del 2009), in una località periferica, ma non per questo protetta adeguatamente. Malgrado i ripetuti allarmi lanciati dai dirigenti. «Siamo spaventati e dispiaciuti», hanno commentato gli insegnanti, «ma vogliamo tornare subito a fare lezione per dare un segnale forte e preciso anche alle famiglie».
Gli agenti della sezione anticrimine del commissariato, sul posto con l’ispettore Pierluigi Baldi, hanno ascoltato il preside e alcuni docenti. I primi sospetti sono caduti su studenti un po’ difficili. Ma lo stesso dirigente ha escluso una vendetta di qualche bullo. Si pensa più all’azione della banda che da settimane compie raid mirati negli istituti scolastici cittadini. Da ieri la Procura ha aperto uno specifico fascicolo e le indagini sono state affidate alla polizia, sotto la guida dell’ispettore superiore Gaetano Del Treste. Il danno, in base a una prima, sommaria stima fatta dai tecnici della Provincia, supera i 50mila euro. Domenico Palumbo dell’Ufficio tecnico del Comune ha firmato un’ordinanza: la scuola sarà chiusa fino a sabato. Dovrebbe riaprire lunedì, dopo gli interventi di pulizia e dopo avere messo in sicurezza l’area devastata.