Terremoto L'Aquila, la denuncia dell'Ocse"La ricostruzione ha preso una strada sbagliata"

Il premier Mario Monti e i ministri Barca, Profumo e Cancellieri al forum sul progetto Ocse da cui parte una denuncia su quanto fatto nel post-sisma: "Approccio frammentato, scoordinato e individualistico, con prospettive di breve termine". Ma il sindaco Cialente è scettico: "Difficile realizzare il progetto dell'Ocse"

L’AQUILA. L'analisi degli studiosi dell'Ocse sul post-terremoto in Abruzzo è precisa e spietata: "l'attuale situazione dell'Aquila in materia di ricostruzione sembra riflettere in gran parte un approccio ampiamente frammentato, scoordinato e individualistico, con prospettive di breve termine". L'idea di una smart city proposta dall'Ocse è l'esatto opposto da quella linea direttrice caratterizzata "dalla volontà di veder ricostruiti il più gran numero possibile di edifici così come erano prima del terremoto del 2009, il più rapidamente possibile".

Sotto al Gran Sasso va di scena l'utopia, anzi no: il Forum Ocse "Abruzzo verso il 2030, sulle ali dell'Aquila", in corso di svolgimento presso i laboratori nazionali di fisica nucleare del Gran Sasso, organizzato con la collaborazione di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, presenta un progetto ecosostenibile di ricostruzione che punta su energie pulite, internet, nuovi materiali, in parole povere l'Aquila come smart city. Il tutto con il sigillo del governo che scommette su un'idea di città nuova che si collega ad un progetto europeo più ampio con miliardi di risorse disponibili. E non a caso si registra la presenza del ministro per la Coesione sociale Fabrizio Barca, e l'arrivo stasera ad Assergi di Mario Monti.

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L'OCSE: SERVE UNA NUOVA VISIONE. Ma dal forum dell'Ocse parte subito un avvertimento, anzi un allarme su un'idea di ricostruzione evidentemente "fuori dal futuro" perché l'impostazione alternativa dovrebbe essere quella caratterizzata dalla volontà di decidere prima "quello che vogliamo diventare e di ricostruire in un secondo tempo in funzione di queste decisioni". Secondo la relazione, sponsorizzata anche da Confindustria e sindacati, bisognerebbe "adottare una nuova visione", e cioè "spostare il centro dell'attenzione dalla ricostruzione fisica allo sviluppo economico e sociale; passare dal breve e medio termine al medio e lungo termine; da un approccio piuttosto frammentato a uno socialmente integrato; da una prospettiva locale e soprattutto nazionale ad una più vasta nazionale e internazionale".

IL PROGETTO: NUOVE TECNOLOGIE E SVILUPPO. L'idea dell'Ocse è quella di una città intelligente legata al territorio con "luoghi di lavoro moderni, creativi e flessibili, che siano adatti a nuovi modelli di business". L'Ocse quindi sposta l'attenzione dal più grande cantiere d'Europa a quello che potrebbe diventare il più grande laboratorio sperimentale e sociale d'Europa. L'obiettivo è ricostruire l'Aquila con nuove tecnologie per ricostruire una città migliore: dai rifiuti ai trasporti, dalla sanità alla sicurezza, più legno meno cemento, case che non solo risparmino energia ma che siano inserite in una rete virtuosa e che addirittura producano energia per il territorio. Lo studio Ocse, finanziato con i soldi raccolti dagli appartenenti ai sindacati e la Confindustria ha riempito il salone dei convegni con scienziati e aquilani qualunque, ma soprattutto rappresenta il sogno neanche tanto lontano di "una città diversa, non per gli altri ma per voi stessi aquilani", come ha detto a margine del forum Barca, "perché sappiamo che da voi arriva tanta richiesta di attenzione per i vostri problemi". Il Forum Ocse e l'idea di una smart city propone quindi agli aquilani, ma proprio perché l'idea iniziale è venuta da un gruppo di giovani architetti della città di non ricostruire, in sostanza, male il vecchio, ma bene il nuovo.

CIALENTE SCETTICO. In mezzo a tanto entusiasmo, speranza e fiducia, anche per il nuovo feeling tra L'Aquila e il Governo, arriva una doccia gelata, condita da sano scetticismo, da chi poi il progetto della smart city dovrebbe effettivamente realizzarlo, cioé il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente: "Il progetto dell'Ocse mi piace da morire, ma c'è un problema con i cittadini, a me piacerebbe cambiare le cose ma trovo tutto di difficile attuazione". Per Cialente infatti un'ipotesi di rivoluzione urbanistica e tecnologica può prendere vita solo per ciò che riguarda la ricostruzione pubblica, "lì puoi sognare", ha infatti detto. "Sarebbe opportuno anche poter riqualificare in quel modo le brutte periferie urbane anni '50", spiega, "ma già adesso abbiamo i ricorsi al Tar quando chiediamo di abbassare un tetto o spostare di 10 metri una casa perché ci siamo sentiti dire 'non mi sposto da qui, rivoglio la casa esattamente dove sta perché da questa finestra riesco a vedere la finestra dell'ospedale dove è morta mamma'. Non scherzo, c'è stato detto proprio così da un cittadino aquilano, anche se sono il primo a capire che si tratta di cambiare le cose".

NAPOLITANO, CITTA' MERITA RILANCIO. "È di vitale importanza per la cittadinanza così duramente provata dal terremoto del 2009, poter ricevere indicazioni sulla possibile strategia di sviluppo e dell'area circostante, che meritano di essere rilanciate attraverso una conseguente valorizzazione del patrimonio storico e delle risorse che fanno dell'Aquila e degli altri Comuni colpiti dal sisma un luogo caro a tutti gli italiani", ha scritto, in un messaggio al ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione del forum, in corso ad Assergi. Il messaggio è stato letto nel corso dell'incontro dallo stesso Barca. "Caro Ministro", scrive il Capo dello Stato, "desidero esprimerle il mio vivo apprezzamento - pregandola al tempo stesso di porgere il mio saluto agli altri rappresentanti del governo nazionale e alle istituzioni locali - per l'iniziativa che oggi si tiene ad Assergi, con l'apporto qualificato di esperti internazionali".

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