Tesoro del centenario L’erede in tribunale

20 Maggio 2014

CANISTRO. Tre anni fa ha ricevuto in eredità beni per un milione di euro. Oggi comparirà per la prima volta davanti a un giudice, nel corso dell’udienza preliminare (la prima, lo scorso autunno, fu...

CANISTRO. Tre anni fa ha ricevuto in eredità beni per un milione di euro. Oggi comparirà per la prima volta davanti a un giudice, nel corso dell’udienza preliminare (la prima, lo scorso autunno, fu rinviata). L’uomo, dipendente di una clinica di Canistro, è al centro di un controverso caso giudiziario. Nel maggio 2011, Giuseppe Coco è diventato erede unico del tesoro del centenario Dante Piccinini, dell’Aquila. Casa, conti bancari, oggetti da collezione. Tutti beni che sono stati sequestrati, attraverso un provvedimento preventivo, preso dal gip del tribunale di Avezzano dopo l’esposto di alcune nipoti di Piccinini, sfollato dopo il terremoto dell’Aquila e morto nella Residenza sanitaria assistita della Marsica, dove Coco lavorava.

Giuseppe Coco, difeso dagli avvocati Crescenzo Presutti e Stefano D’Andrea, è stato indagato per circonvenzione di incapace. È accusato di essere entrato in possesso del patrimonio in modo illecito. Nella vicenda è indagata anche una dottoressa.

Coco si è sempre difeso dalle accuse, sostenendo che anche il testamento fatto davanti a un notaio è legittimo.

«Il signor Dante mi chiedeva solo un po’ di compagnia» ricorda il dipendente della casa di cura «ho sempre fatto del bene e mai del male. Nel 2010 e nel 2012 ho salvato due persone, prima una donna che aveva tentato suicidio e poi un’anzina. Quest’ultima era sfuggita ai controlli della Rsa e sono riuscito a ritrovarla in una scarpata. Durante la mia vita mi sono sempre dedicato agli anziani, senza fare mai nulla per soldi. Da anni sto aspettando giustizia e spero che questa vicenda finisca quanto prima».

L’inchiesta è coordinata dal procuratore Maurizio Maria Cerrato.

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