MESSINA

Trasacco: frode informatica, arrestato ex pizzaiolo

Coinvolto nell’inchiesta scattata in Sicilia e che ha portato ad altri 4 ordini di custoria. L’accusa: il gruppo svuotava conti correnti bancari on line

TRASACCO. C’è il marsicano Antonello Cancelli, 35 anni, tra i cinque arrestati accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla frode informatica, all’accesso abusivo al sistema informatico o telematico e sostituzione di persona. Un’operazione portata a termine dai carabinieri di Messina su richiesta del pm Maurizio Di Lucia. Inchiesta che tocca anche Reggio Calabria e Trasacco. È stata data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, disposto nei confronti dei conti correnti e dei depositi bancari nella disponibilità di alcuni indagati, per un valore complessivo di oltre un milione e 200mila euro.


Oltre a Cancelli, ex pizzaiolo di Trasacco, sono stati arrestati in quattro, tutti calabresi, Giuseppe Cesare Tricarico, 37 anni, il fratello Davide, 33enne, Nicola Ameduri, 35 anni, di Gioiosa Ionica, e Nicodemo Porporino, 54enne, di Grotteria.
Cancelli si trova rinchiuso nel carcere San Nicola ad Avezzano.  Secondo l’accusa, il gruppo di cyber criminali, con base nella fascia ionica reggina e attivo sull’intero territorio nazionale, era specializzato nel sottrarre ingenti somme di denaro da diverse centinaia di conti correnti bancari on line. Le investigazioni, in particolare, hanno dimostrato come gli indagati fossero in grado di modificare, sui principali siti web istituzionali (Telemaco Infocamere, www.inipec.gov.it, www.registroimprese.it e altri), gli indirizzi di posta elettronica certificata (Pec) di alcuni tra i più noti istituti di credito nazionali ed esteri, sostituendoli con quelli di analoghe caselle di posta certificata, denominate in modo del tutto simile alle originali, appositamente attivate su provider specializzati e intestate a soggetti ignari o inesistenti. Sempre secondo l’accusa, Porporino e il marsicano Cancelli si erano messi a disposizione «quali terminali cui fare confluire il denaro, dopo i vari passaggi intermedi per ripulirlo, che veniva da loro incassato attraverso conti correnti a loro intestati e poi girato in contanti a Giuseppe Tricarico».

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