Truffa al Parco scientifico, 39 indagati

L'accusa: «Fondi pubblici per fini privati». Nei guai Mattoscio, D'Orazio e Saquella
L'AQUILA. Una truffa da 500mila euro realizzata nell'ambito di un progetto per favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Soldi pubblici per spese private. Trentanove tra imprenditori, politici e professionisti finiscono indagati. Spiccano i nomi di Mattoscio, D'Orazio e Saquella.
L'INCHIESTA. Nel mirino della Procura dell'Aquila e della Finanza la gestione del Parco Scientifico e tecnologico, ente consortile nato per occuparsi di formazione e innovazione tecnologica, di cui, fino al 2007, faceva parte anche la Regione. Il pm Antonietta Picardi ha chiesto e ottenuto dal gip Giuseppe Romano Gargarella il sequestro di beni mobili e immobili pari a 500mila euro a carico di alcuni degli indagati. Nell'elenco spiccano Benigno D'Orazio, oggi presidente della riserva naturale del Cerrano ed ex presidente del Parco scientifico; Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione Pescarabruzzo e già a capo di Eurobic; Emidio Antonio Tenaglia, nella sua qualità di consigliere d'amministrazione del Parco scientifico; l'imprenditore del caffè Luigi Saquella e l'ingegnere aquilano Daniele Masoni. Per 3 indagati si va verso l'archiviazione.
I SEQUESTRI. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria hanno eseguito provvedimenti di sequestro preventivo per equivalente di beni mobili e immobili per un valore di circa 500mila euro, a carico degli imprenditori Emidio Antonio Tenaglia, 63 anni, di Pescara; Daniele Masoni, 49 anni, dell'Aquila; Luigi Saquella, 60 anni, di Pescara; Ciro Nardinocchi, 41 anni, di Pescara; Corrado Troiano, 47 anni, di Pescara. Il provvedimento giunge al termine di indagini che, secondo l'accusa, hanno rilevato illecite distrazioni di fondi erogati dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali destinati a favorire l'impiego di 50 neolaureati in Ingegneria ed Economia e commercio, attraverso un progetto, denominato Giovani Innovazione, realizzato e gestito dal Parco Scientifico.
LE ACCUSE. Gli indagati, alcuni dei quali ieri hanno precisato di non aver ricevuto alcun avviso, dovranno rispondere dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazioni, falso in scrittura privata e sostituzione di persona.
IL PARCO. Il Parco scientifico e tecnologico d'Abruzzo è un ente consortile, con sede all'Aquila, costituito nel 1993 senza fini di lucro e partecipato dalla Regione fino a ottobre 2007. All'ente hanno partecipato, nel tempo, consorzi di imprese operanti nella consulenza aziendale e nell'innovazione tecnologica, con l'obiettivo di realizzare azioni e progetti di innovazione e ricerca a beneficio del territorio e del mondo imprenditoriale. Il Parco prevedeva, come organi societari, un presidente, incarico ricoperto da un delegato del presidente della Regione Abruzzo, un'assemblea dei soci e un amministratore unico, nonché direttore scientifico.
IL PIANO. Con particolare riferimento al progetto, approvato dal ministero con un contributo di 1.300.000 euro, finalizzato all'inserimento del mondo del lavoro di 50 giovani neolaureati attraverso l'erogazione di borse di studio e la frequentazione di stage in aziende e attività di formazione, le indagini dei finanzieri aquilani hanno rilevato come una parte di tali provvidenze, quasi 500mila euro, sia stata distratta da una destinazione di importante significato sociale per essere dirottata nella disponibilità di alcune imprese componenti del Consorzio in seno al Parco scientifico.
LE IMPRESE. Si tratta di 4 imprese, una delle quali con sede all'Aquila e le rimanenti a Pescara, i cui amministratori, tra il 2003 e il 2007, hanno progressivamente assunto il controllo degli organi di amministrazione del Consorzio del Parco. Per pervenire a tale risultato, secondo l'accusa, sono state anche modificate, in violazione della legge regionale 30 del 27 luglio 1993, alcune previsioni statutarie, consentendo l'eliminazione dell'amministratore unico, l'istituzione di un consiglio di amministrazione, l'estromissione della Regione da ogni attività di direzione e controllo, con la nomina a vicepresidente e responsabile del progetto Giovani innovazione di uno dei quattro imprenditori, Emidio Antonio Tenaglia, che la Procura ritiene il dominus della frode. A seguito della posizione poi assunta in seno al consorzio e al progetto, il vicepresidente, inducendo in errore Regione e ministero, ha predisposto un progetto esecutivo che trasferiva l'85% dello stanziamento, originariamente destinato a borse di studio e stage per laureati, alle imprese che partecipavano al progetto. Queste ultime, a loro volta, hanno stipulato, con 31 professionisti e propri dipendenti, contratti a progetto e lettere d'incarico per tutoraggio, consulenze, costi di organizzazione e segreteria mai effettuati e per aver realizzato, inoltre, «costose dispense» che, per i pm, erano facilmente reperibili su Internet.
SPESE PRIVATE. Le indagini, per la Finanza, hanno accertato «acquisti di computer poi distratti a fini familiari, acquisti di quotidiani a fini personali, servizi di interpretariato e spese di pubblicità di una gara di drifting (pesca sportiva d'altura) e per il noleggio di autovetture. E, naturalmente per i 50 neolaureati, nel frattempo ridottisi a 16, per i progressivi abbandoni, al termine del progetto, non si concretizzava alcuna assunzione».
CORTE DEI CONTI. Gli esiti dell'indagine sono stati portati anche alla procura regionale della Corte dei Conti con la segnalazione di un danno erariale per 1.250.000 euro. Nello specifico, oltre alle somme indebitamente percepite da coloro che sono ritenuti gli autori della frode, è stato segnalato un danno erariale, per 719.160,65 euro, corrispondente alla mancata riscossione, da parte della Regione, degli affitti degli immobili, sedi del Consorzio, all'Aquila e Chieti, dal 2007, data in cui la Regione era stata estromessa dal Consorzio, a oggi.
L'INCHIESTA. Nel mirino della Procura dell'Aquila e della Finanza la gestione del Parco Scientifico e tecnologico, ente consortile nato per occuparsi di formazione e innovazione tecnologica, di cui, fino al 2007, faceva parte anche la Regione. Il pm Antonietta Picardi ha chiesto e ottenuto dal gip Giuseppe Romano Gargarella il sequestro di beni mobili e immobili pari a 500mila euro a carico di alcuni degli indagati. Nell'elenco spiccano Benigno D'Orazio, oggi presidente della riserva naturale del Cerrano ed ex presidente del Parco scientifico; Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione Pescarabruzzo e già a capo di Eurobic; Emidio Antonio Tenaglia, nella sua qualità di consigliere d'amministrazione del Parco scientifico; l'imprenditore del caffè Luigi Saquella e l'ingegnere aquilano Daniele Masoni. Per 3 indagati si va verso l'archiviazione.
I SEQUESTRI. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria hanno eseguito provvedimenti di sequestro preventivo per equivalente di beni mobili e immobili per un valore di circa 500mila euro, a carico degli imprenditori Emidio Antonio Tenaglia, 63 anni, di Pescara; Daniele Masoni, 49 anni, dell'Aquila; Luigi Saquella, 60 anni, di Pescara; Ciro Nardinocchi, 41 anni, di Pescara; Corrado Troiano, 47 anni, di Pescara. Il provvedimento giunge al termine di indagini che, secondo l'accusa, hanno rilevato illecite distrazioni di fondi erogati dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali destinati a favorire l'impiego di 50 neolaureati in Ingegneria ed Economia e commercio, attraverso un progetto, denominato Giovani Innovazione, realizzato e gestito dal Parco Scientifico.
LE ACCUSE. Gli indagati, alcuni dei quali ieri hanno precisato di non aver ricevuto alcun avviso, dovranno rispondere dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazioni, falso in scrittura privata e sostituzione di persona.
IL PARCO. Il Parco scientifico e tecnologico d'Abruzzo è un ente consortile, con sede all'Aquila, costituito nel 1993 senza fini di lucro e partecipato dalla Regione fino a ottobre 2007. All'ente hanno partecipato, nel tempo, consorzi di imprese operanti nella consulenza aziendale e nell'innovazione tecnologica, con l'obiettivo di realizzare azioni e progetti di innovazione e ricerca a beneficio del territorio e del mondo imprenditoriale. Il Parco prevedeva, come organi societari, un presidente, incarico ricoperto da un delegato del presidente della Regione Abruzzo, un'assemblea dei soci e un amministratore unico, nonché direttore scientifico.
IL PIANO. Con particolare riferimento al progetto, approvato dal ministero con un contributo di 1.300.000 euro, finalizzato all'inserimento del mondo del lavoro di 50 giovani neolaureati attraverso l'erogazione di borse di studio e la frequentazione di stage in aziende e attività di formazione, le indagini dei finanzieri aquilani hanno rilevato come una parte di tali provvidenze, quasi 500mila euro, sia stata distratta da una destinazione di importante significato sociale per essere dirottata nella disponibilità di alcune imprese componenti del Consorzio in seno al Parco scientifico.
LE IMPRESE. Si tratta di 4 imprese, una delle quali con sede all'Aquila e le rimanenti a Pescara, i cui amministratori, tra il 2003 e il 2007, hanno progressivamente assunto il controllo degli organi di amministrazione del Consorzio del Parco. Per pervenire a tale risultato, secondo l'accusa, sono state anche modificate, in violazione della legge regionale 30 del 27 luglio 1993, alcune previsioni statutarie, consentendo l'eliminazione dell'amministratore unico, l'istituzione di un consiglio di amministrazione, l'estromissione della Regione da ogni attività di direzione e controllo, con la nomina a vicepresidente e responsabile del progetto Giovani innovazione di uno dei quattro imprenditori, Emidio Antonio Tenaglia, che la Procura ritiene il dominus della frode. A seguito della posizione poi assunta in seno al consorzio e al progetto, il vicepresidente, inducendo in errore Regione e ministero, ha predisposto un progetto esecutivo che trasferiva l'85% dello stanziamento, originariamente destinato a borse di studio e stage per laureati, alle imprese che partecipavano al progetto. Queste ultime, a loro volta, hanno stipulato, con 31 professionisti e propri dipendenti, contratti a progetto e lettere d'incarico per tutoraggio, consulenze, costi di organizzazione e segreteria mai effettuati e per aver realizzato, inoltre, «costose dispense» che, per i pm, erano facilmente reperibili su Internet.
SPESE PRIVATE. Le indagini, per la Finanza, hanno accertato «acquisti di computer poi distratti a fini familiari, acquisti di quotidiani a fini personali, servizi di interpretariato e spese di pubblicità di una gara di drifting (pesca sportiva d'altura) e per il noleggio di autovetture. E, naturalmente per i 50 neolaureati, nel frattempo ridottisi a 16, per i progressivi abbandoni, al termine del progetto, non si concretizzava alcuna assunzione».
CORTE DEI CONTI. Gli esiti dell'indagine sono stati portati anche alla procura regionale della Corte dei Conti con la segnalazione di un danno erariale per 1.250.000 euro. Nello specifico, oltre alle somme indebitamente percepite da coloro che sono ritenuti gli autori della frode, è stato segnalato un danno erariale, per 719.160,65 euro, corrispondente alla mancata riscossione, da parte della Regione, degli affitti degli immobili, sedi del Consorzio, all'Aquila e Chieti, dal 2007, data in cui la Regione era stata estromessa dal Consorzio, a oggi.
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