Svegli alle 3 in attesa dell’acqua. La rabbia dei cittadini contro l’Aca: «La nostra vita stravolta da mesi»
La rabbia dei residenti di via Fonte Romana e via Rigopiano. Pronti gli esposti contro l’Aca e l’autodenuncia collettiva per dichiarare i propri alloggi inabitabili
PESCARA. Rubinetti a secco ormai da otto mesi nelle abitazioni di San Giuseppe, via Fonte Romana e di via Rigopiano, dove ieri i cittadini sono scesi in strada, per chiedere a gran voce il ripristino di una «risorsa fondamentale». Sostenuti da Abaco, associazione di base dei consumatori, i residenti stanno per presentare gli esposti alla procura della Repubblica a per i disservizi subiti e non escludono un'autodenuncia collettiva per dichiarare i propri alloggi inabitabili, vista la carenza idrica.
«Avere l’acqua è un nostro diritto», sostiene Mirella Ciuffi, ormai esasperata. «Ogni notte, dallo scorso maggio, vado a dormire alle 3, perché solo dalle 24 in poi la pressione torna a salire e mi consente di lavare i panni, pulire la casa, fare una doccia. Una situazione non più tollerabile. Andiamo avanti con le bacinelle piene d’acqua per avere la riserva al momento giusto».
E Mariagrazia Papilli, un’altra residente, aggiunge: «La nostra zona non viene menzionata negli avvisi che l’Aca, azienda acquedottistica, pubblica ogni settimana per informare l’utenza sulla chiusura dei serbatoi. E sapete perché? A noi non tolgono l’acqua, dicono, abbassano la pressione. In pratica, però, questo significa che anche in piena estate, dalle 6 alle 24, siamo stati privati della risorsa idrica. Per mesi hanno riferito che le ragioni dipendevano dall’assenza di piogge. E ora? Abbiamo trascorso Natale e Santo Stefano senza acqua, dalle 6 per alcuni e dalle 9 per altri fino a mezzanotte».
I disagi aumentano anziani e disabili. «Io non posso camminare, mi muovo in carrozzina e mi sveglio di notte per lavarmi», dice un’altra cittadina, che chiede l’anonimato: «Guardi», dice mostrando il filino d’acqua che esce dal rubinetto della cucina, «questa quantità dovrebbe essere sufficiente per vivere in maniera dignitosa? Appena ne uscirà di più, proviamo a lavare le verdure, ma bisogna fare in fretta».
Insieme con i cittadini ci sono la presidente di Abaco Abruzzo, Rosa Di Valerio, e il consulente Teodoro Pace, che mostra la carta del servizio idrico integrato dell’Aca per ribadire il mancato rispetto di quanto previsto nel documento, dall’eguaglianza alla imparzialità, senza escludere la partecipazione.
«Continua il totale disinteresse dell’azienda acquedottistica per l’erogazione del servizio nel quartiere», dice Pace, «e proseguono anche le risposte evasive. L’acqua è un bene primario e non può essere negato a nessuno. L’interruzione del servizio, ormai da maggio, non riguarda lavori sulla rete, quindi non è programmata, né segnalata». E ancora: «La pressione, al momento, è bassa e in alcuni casi non consente di attivare la caldaia».
Ecco le principali richieste: l’immediata fornitura di acqua attraverso autobotti e la convocazione di una riunione tecnica da parte del Comune con la partecipazione di cittadini e Associazione, così da poter definire le problematiche della rete e programmarne la ristrutturazione. «Gli edifici di via Rigopiano e delle strade vicine, in base al regolamento di igiene e sanità del Comune, a causa della carenza idrica, sono inabitabili», conclude Pace. «Come associazione siamo disposti a sostenere un’autodenuncia e a chiedere i risarcimenti per i danni subiti. Basta. Sono necessari interventi urgenti per la riparazione delle reti idriche».
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