«Andrea, Nicole e Brando: vi porteremo nei nostri cuori»

10 Febbraio 2023

In centinaia nella chiesa di via Caravaggio per l’addio a papà Silvestrone e ai figli di 8 e 14 anni

PESCARA. Un orsacchiotto per Brando, un koala per Nicole e una pallina da tennis con la scritta “Vamos per sempre” per papà Andrea. Oggetti che i tre hanno amato in vita e che mamma Barbara Carota e i loro familiari hanno voluto li accompagnassero anche in quest’ultimo viaggio terreno.
È stato il giorno dell’addio, quello di ieri, per il campione di tennis paralimpico Andrea Silvestrone, 49 anni, e per due dei suoi tre figli, morti sabato scorso in un incidente stradale sulla A14, mentre il terzo figlio, Diego di 12 anni, è ancora ricoverato in Rianimazione ad Ancona. Oltre un migliaio di persone si sono radunate nella chiesa Visitazione di Maria in via Caravaggio a Pescara, scelta per la sua ampiezza, ma che non è riuscita ugualmente ad accogliere la folla di parenti, amici e amministratori che hanno voluto omaggiare il campione e i suoi bambini.
Una funzione toccante ma composta, quella celebrata da don Cristiano Marcucci e don Andrea Cericola nella chiesa avvolta da un grande silenzio, nonostante la presenza di tanti bambini, a cominciare dalle due classi della scuola media di Nicole e Diego, e dalla terza elementare frequentata da Brando. Un silenzio interrotto solo dal dolore di Barbara che, all’ingresso delle tre bare, non è riuscita a trattenere la disperazione e ha urlato, più volte, i nomi dei suoi figli. Poi nuovamente il silenzio, le preghiere e le parole di don Cristiano.
«Brando, 13/10/2014, 8 anni. Nicole, 17/1/2009, 14 anni. Andrea, 20/4/1973, 49 anni», così il sacerdote ha iniziato la sua omelia. «Di fronte a questi drammi non esistono spiegazioni. La vita è e rimane un grande mistero. Illusoriamente pensiamo di decidere e di programmare, ma il gioco della vita è molto più grande di noi. È lei che decide e gioca con noi. E noi non possiamo fare altro che metterci in ginocchio, anzi faccia a terra come Barbara, stare in silenzio e pregare, davanti a questo dramma».
Poi il ricordo delle tre vittime. «Andrea ha vissuto a pieno la sua vita. Il suo mezzo secolo equivale a un secolo di qualsiasi altro essere umano per il suo coraggio e la sua vitalità», ha proseguito il sacerdote. «Brando, con il suo entusiasmo e la sua energia, e Nicole, con la sua sensibilità e intelligenza, sono figli di tutti noi. Il dolore non è solo dei familiari, ma di tutta la comunità. Siamo davanti a un trauma collettivo e avremmo voglia solo di scappare. Vedo diversi sindaci e dirigenti scolastici e consiglio loro di creare dei tavoli di lavoro per affrontare questi traumi collettivi», ha aggiunto don Cristiano, ricordando anche la ragazzina di 15 anni morta qualche settimana fa sotto un treno a Montesilvano.
Un pensiero è stato rivolto dal sacerdote anche a Barbara e a suo figlio in ospedale: «Ho toccato con mano la tua delicatezza, dignità e fede. Adesso puoi andare da Diego che ti aspetta e sentirai che in lui ci sono tutti».
A prendere la parola anche un amico di Andrea, con una poesia in cui ha evidenziato come il papà e i bimbi ora siano in tutti gli elementi della natura. Con la voce rotta dalla commozione, a salire sull’altare per ricordare un amico e i suoi figli, prima ancora che tre concittadini scomparsi, anche il sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis. «Ciao Andrea, la tua grande forza e la tua caparbietà ci hanno insegnato quanto sia possibile superare ogni tipo di ostacolo. Mai e poi mai però avrei pensato che potessi essere proprio tu, a metterci di fronte al più difficile degli ostacoli. Che bello sarebbe poterci scrivere ancora e leggere un tuo “vamos” con il quale mi comunichi l’ennesima grande vittoria, questa volta non sportiva o legata alla malattia, ma contro il triste destino che ha portato via da noi te e i meravigliosi Nicole e Brando. Purtroppo, amico mio, questa volta nessun messaggio ci sveglierà da questo terribile incubo».
E poi ancora un saluto, prima dell’ultimo viaggio verso il cimitero di Montesilvano, quello dei compagni di classe di Nicole e Brando che, al termine della cerimonia, hanno fatto volare in cielo tanti palloncini bianchi con i loro nomi e quelli dei due amici scomparsi.
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