«Caro Masci, adesso basta tirarmi in ballo. E su Trisi hai ignorato tutti gli allarmi»

7 Luglio 2023

Marco Alessandrini scrive al “Centro” dopo le polemiche per gli arresti in Comune «Quel dirigente non è un dipendente, ma un professionista esterno da lei scelto»

Dopo giorni di polemiche per il caso Trisi e l’inchiesta su droga, appalti e corruzione che ha visto finire nella bufera il Comune di Pescara con l’arresto del dirigente ai Lavori pubblici, interviene l’ex sindaco Marco Alessandrini. L’attuale amministrazione, e lo stesso sindaco Masci, più volte in questi giorni avevano tirato in ballo le vicende giudiziarie che avevano riguardato anche l’amministrazione Alessandrini di centrosinistra. E ora arriva la replica del diretto interessato.

Gentile Signor Sindaco, non sono solito “sparare sulla Croce Rossa”, ma alcuni riferimenti alla mia Amministrazione rispetto all’imbarazzante caso Trisi mi suggeriscono alcune riflessioni pubbliche.
Mi tengo lontano da quel teatrino della politica fatto di armi di distrazione di massa, per cui si è implacabili con gli avversari ma assai indulgenti con se stessi, bollando come nefasto tutto ciò che i tuoi predecessori hanno fatto e lodando senza riserve il proprio operato con quel pizzico di megalomania che fa pensare alla figura mitologica dell’uomo solo al comando, con le sue strategie tanto mirabolanti quanto velleitarie.
Al termine del mandato ho pensato di cristallizzare il lavoro svolto nel quinquennio 2014-2019 nella delibera di Giunta Comunale n. 251 del 17 aprile 2019, alla quale rimando per quanti vogliano farsi un’idea di come sia stato consumato il mio tempo di responsabilità politica e cosa sia stato lasciato in eredità a chi è venuto dopo di me. Non ricordo di aver ricevuto una simile premura quando mi sono insediato, ma ricordo molto bene da dove si è partiti (un deficit finanziario di 68 milioni di euro) e dove si è arrivati (il risanamento economico e le progettualità avviate; con la vertigine provata nell’estate del 2020 allorché venni da Lei cortesemente invitato ad un paio di inaugurazioni, il Parco dello Sport e la piazza Caduti del Mare, evidentemente frutto di quella eredità che oggi dice non essere esistita).
Il passato è tuttavia una terra straniera e la storia su cui oggi una comunità si interroga è semplice. Il Suo dirigente fiduciario nel settore Lavori Pubblici – sottolineo fiduciario, visto che l’architetto Trisi non è un dipendente comunale, ma un professionista esterno da Lei scelto in quel delicato ruolo per la durata del mandato sindacale – è stato arrestato per una orribile storia di corruzione e droga, con le modalità che abbiamo in questi giorni appreso dagli organi di informazione.
Siamo tutti d’accordo che la responsabilità penale è personale e va accertata nell’unico luogo a ciò deputato, ossia il processo.
Il rispetto dei principi non vale però a renderci ciechi e non vedere la responsabilità politica cui Lei è ora chiamato, avendo sistematicamente ignorato gli allarmi che da tempo provenivano, tanto dalle opposizioni in Consiglio Comunale quanto dalla cittadinanza in giro per la città, circa le modalità di svolgimento del settore lavori pubblici, affidati ad una persona che ha tradito la fiducia ricevuta, mettendo evidentemente a rischio il bazooka finanziario che il Pnrr ha portato in dote al Comune. Se le Istituzioni, che dovrebbero realizzare il bene comune, vengono piegate per favorire indicibili interessi individuali, la morale finisce sotto i piedi. Machiavelli sostiene che politica e morale sono categorie diverse e autonome l’una dall’altra. Concordo col Maestro fiorentino sulla tesi dell’autonomia salvo che su un punto decisivo: i fini della politica devono essere morali perché perseguono il bene di tutti e i mezzi (come utilizzare una pubblica amministrazione per sistemare amici e sodali di chi la dirige) non possono essere in contraddizione rispetto ai fini.
Le Sue politiche, signor Sindaco, hanno tuttavia un merito, quello di aver fatto sorgere una vasta primavera di partecipazione in città in quanti non riescono ad orientarsi rispetto alle contundenti scelte dell’Amministrazione comunale.
Sono infine certo che seguirà l’insegnamento del nostro grande concittadino Ennio Flaiano, il quale suggeriva di non rassegnare mai le proprie dimissioni in quanto qualcuno potrebbe accettarle. Saranno i cittadini elettori a farlo tra un anno, utilizzando quello strumento formidabile che si chiama voto.
(ex sindaco di Pescara)