Cir, piano industriale in Tribunale per il concordato
Vertice al ministero per valutare la situazione fallimentare dell’azienda di rimorchi che interessa cinesi, turchi e polacchi
TOCCO DA CASAURIA. È stato definito un preciso calendario nel tentativo di dare uno sbocco alla crisi che coinvolge la Compagnia italiana rimorchi (Cir) di Tocco da Casauria, che da mesi ha richiesto al Tribunale di Verona il concordato preventivo.
Il programma è stato illustrato lo scorso 27 giugno, nel corso di un incontro nella sede del ministero dell'Industria e dello Sviluppo economico, a Roma, al cui tavolo sindacato (Uilm Uil) e istituzioni hanno unito le forze per favorire una soluzione di tipo industriale per il colosso metalmeccanico della Val Pescara. La Cir è il più grande gruppo italiano produttore di rimorchi e semirimorchi, con sedi a Tocco, Bussolengo (Vr) e Nichelino (To) con 380 dipendenti, di cui 180 in Abruzzo. In linea con tutto il comparto, la Cir ha perso dall'inizio della crisi il 68% dell'attività produttiva (nonostante sia cresciuta nel mercato interno passando dal 22% al 32%), con gravi ripercussioni economiche.
La stretta finanziaria da parte delle banche e dal mercato, praticamente fermo, ha portato a una grave flessione della domanda nazionale: da 18mila rimorchi e semirimorchi all'anno a 6mila 500 nel 2013. Circostanza questa che ha stimolato sul mercato la ricerca di un acquirente o di un partner. All'incontro hanno partecipato il responsabile dei tavoli di crisi del Mise Castano, l'assessore regionale Giovanni Lolli, il sindaco di Tocco da Casauria, Luciano Lattanzio, la senatrice Paola Pelino, l'azienda Cir con il dirigente Alfonso Orfanelli, la Confindustria di Pescara con Scalzini e Cervellini, la Uilm-Uil di Pescara-Chieti con Luca Piersante con la Rsu aziendale di Tocco, le delegazioni Rsu di Verona e di Torino.
«Il 7 luglio» spiega il segretario regionale Uil, Roberto Campo, «sarà presentato il piano industriale per poter accedere al concordato, e il Tribunale di Verona darà il suo giudizio, nominando un commissario con funzioni di garante della procedura, mentre l'azienda presenterà un piano fallimentare (salvo riprese di mercato). Entro 120 giorni, quindi il 5 novembre, l'azienda o fallisce, o, in presenza di una trattativa, chiederà la proroga dei termini. I lavoratori oggi in cassa fino al 31 ottobre avranno diritto, con l'ingresso nella procedura concorsuale, a un altro anno di cassa integrazione straordinaria. Sono in atto» chiarisce Campo «opzioni industriali con aziende italiane e cinesi e opzioni solo commerciali con turchi e polacchi. La trattativa con la Tirsan (turca) e Wielton (Polacca) di tipo commerciale comporterebbe la perdita di produzione, di know how e di centinaia di posti di lavoro. Restano gli interessi industriali italiani e cinesi» chiosa Campo «che però, a oggi, sono ancora allo stato embrionale».
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