ABRUZZO
Coldiretti premia le innovazioni dei giovani
Dal vino con i lieviti autoctoni allo zafferano come antinfiammatorio: sono 6 gli Oscar Green assegnati
PESCARA. Coldiretti premia i giovani agricoltori «che rilanciano il settore sfidando guerra e rincari». I sei vincitori abruzzesi degli “Oscar Green 2022” sono stati proclamati ieri a Pescara, nell’ex Aurum, alla presenza del presidente di Coldiretti Abruzzo Silvano Di Primio, del direttore regionale Roberto Rampazzo e dei vertici regionali e nazionali della sezione giovani. Presente anche Gino Bucci, alias “L’Abruzzese fuori sede”.
L’oscar per la categoria “Coltiviamo la solidarietà”, unico senza limiti d’età, è andato a Camillo Zulli, direttore della Cantina Orsogna, per una linea di vini speciale: le etichette delle bottiglie riportano disegni diversi realizzati da ragazzi diversamente abili di Babalù “fattoria dell’amicizia”, nei tappi sono invece incisi i loro pensieri e desideri. Parte del ricavato va in beneficenza. L’oscar è stato ritirato da Giuseppe Micozzi e Luana Balzano.
Nella categoria “Fare filiera”, invece, l’oscar è andato a Federica Di Cecco per una ricerca sugli scarti dello zafferano come antinfiammatorio della Università d’Annunzio. Di Cecco ha ritirato l’oscar con la professoressa Lorenza Speranza che guida il gruppo di ricerca.
L’agristellario con lodge di campagna ha invece fatto vincere a Kerry Roy, inglese trasferita in Abruzzo, l’oscar nella categoria “Sostenibilità”, per la sua azienda agricola di Loreto Aprutino specializzata in “glamping”, cioè il turismo di lusso a contatto con la natura del “glamour camping”.
A Marco Di Mascio, dell’omonima azienda di agrozootecnica di Loreto Aprutino, è andato il premio della categoria “Campagna amica” per il suo “agripicnic”.
Vincitore della categoria “Impresa digitale” è invece Nicola Crognale di Lanciano, per i quadri di muschio, detti “Giardini Verticali”, che produce su commissione e sono venduti anche come opere “Nft” cioè “non fungible token”: le immagini digitali sono così coperte da diritto d’autore e non riproducibili.
Alla Cantina Orsogna, in particolare a Sara Del Monte, anche l’oscar per i vini “Vola Volè Maiella National Park”, fermentati con i lieviti autoctoni dei frutti “mbriachelli”, chiamati così perché fermentando producono bevande a bassa gradazione alcolica. (c.s.)