Disabili, protesta a Pescara per i tagli alle ore di sostegno

21 Novembre 2012

Tolte tre ore di assistenza ai 110 alunni delle superiori con handicap. Educatori e genitori: pronti a occupare la Provincia

PESCARA. C’è una ragazza costretta a frequentare la scuola solo quattro volte a settimana per tre ore al giorno e il caso limite di un alunno dell’Ipssar De Cecco che non ha mai partecipato ai laboratori pomeridiani. Perché dal giorno della prima campanella, a inizio settembre, 110 alunni con disabilità grave delle scuole superiori di Pescara e provincia si sono visti ridurre drasticamente le ore di assistenza specialistica. Quel servizio, cioè, che si aggiunge al sostegno e che è un supporto fondamentale per le attività didattiche tradizionali, l’orientamento sul territorio e le lezioni fuori dai banchi di scuola, è passato dalle 11 ore minime settimanali destinate a ogni studente ad appena 8. Il diritto allo studio dei ragazzi affetti da un handicap molto grave, riconosciuto dalla legge 104, è stato costretto ad arretrare di fronte alla scure dei tagli imposti dalla Provincia. La riduzione dell’assistenza specialistica ai disabili sarà discussa domani pomeriggio in giunta. I 47 educatori professionali coinvolti annunciano battaglia e chiedono a voce alta «il rispetto degli accordi presi a inizio anno e il ripristino almeno delle 11 ore di assistenza per ogni utente, così come avveniva nel 2011/2012». In caso contrario, si dicono pronti a presentarsi in massa a Palazzo dei Marmi e a occupare la sala della giunta con le mamme, i papà, gli insegnanti e gli alunni. Fino allo scorso anno, infatti, i 47 educatori professionali che assistono i 110 studenti disabili delle scuole superiori di Pescara e provincia erano inquadrati nelle cooperative Filadelfia e New Laser, mentre il Comune aveva il compito di finanziare il servizio. Dal 2011, invece, la competenza è passata alla Provincia e gli operatori sono confluiti nelle cooperative Verdeaqua e L’assistenza. Contemporaneamente, sono cominciati i primi problemi.

«Per mancanza di soldi», raccontano due operatrici, «sono state ridotte le ore di assistenza a utente da 11 a 8, nonostante che i disabili gravi siano passati da 90 a 110. L’accordo preso all’inizio dell’anno scolastico con la Provincia prevedeva di ripristinare le 11 ore entro il 15 ottobre. Non solo questo non è avvenuto, ma non è stata rispettata nemmeno la proroga del 5 novembre. Ogni giorno ci troviamo a fare i conti con le lamentele di docenti e genitori. I ragazzi, nei casi più gravi, non possono andare a scuola se non hanno copertura». Un cortocircuito che colpisce, inevitabilmente, le categorie più deboli.

Ylenia Gifuni

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