Don Soccio, cappellano delle navi da crociera
Il parroco di via Cavour: che emozione pregare con Paolo VI
PESCARA. Da cappellano di bordo sulle navi da crociera Costa a parroco della chiesa Beata Vergine Maria del Rosario di via Cavour. Da un passato di ragioniere, quando era giovincello, a un futuro da sacerdote bravo a far di conto e tenere in ordine i registri economici della parrocchia. Sono le mille vite di don Rodolfo Soccio, 63 anni, originario di Loreto Aprutino, da dieci anni alla guida della parrocchia del Rosario (fondata nel 1957, 500 posti a sedere, riscaldata in ogni angolo) per tanti lustri retta dallo storico sacerdote don Palmerino Di Sciascio, ancora attivo all'età di 91 anni .
Non è difficile incontrare don Palmerino nell'ufficio, sempre aperto in canonica, con il suo nome sulla targa. Don Rodolfo, che nel 1977 ha vissuto la grande emozione di pregare accanto a papa Paolo VI nella sua visita pastorale a Pescara, ha una lista lunghissima di sogni da realizzare. Anni fa, si era messo in testa di ristrutturare la chiesa e con l'aiuto di Dio e dei fedeli che lo hanno sempre sostenuto, sempre affiancato dal vicario parrocchiale don Luca Anelli, è riuscito nell'intento.
Poi ha diretto le sue energie sul vecchio teatro della chiesa, 296 posti, e nel giro di tre anni lo ha rimesso a nuovo con luci a Led, bagni splendenti, camerini ampi e comodi, sistema climatizzato rinnovato. E ora con l'appoggio del direttore artistico Roberto Falone (alle spalle una lunga esperienza di organizzazione spettacoli ed eventi ai Gesuiti) le compagnie teatrali fanno a gara per contendersi l'auditorium Maria del Rosario. Ogni spettacolo è preceduto da una pausa caffè, offerta gratuitamente agli spettatori da un’azienda locale. Prossimamente si esibirà 'Nduccio con Fabrizio Maturani, meglio noto come Martufello, comico del Bagaglino.
Don Rodolfo è nato in Val Pescara nel 1955 da mamma Elda Di Giovacchino, scomparsa sei anni fa all'età di 86 anni, e da papà Guido. Ha una sorella, Teresa, due nipoti e sei pronipoti. Da bambino aiutava la famiglia facendo il manovale in un cantiere nel centro storico di Loreto Aprutino. Studente al Marconi di Penne, è cresciuto seguendo gli insegnamenti dei suoi padri spirituali don Camillo Smigliani e don Mario Nistri. Il 23 settembre 1973 è entrato in seminario a Chieti e vi è rimasto fino al 1978. Il 26 agosto ’78, è stato ordinato sacerdote da monsignor Antonio Iannucci, scomparso nel 2008. «La stessa sera», ricorda don Rodolfo, «in cui Giovanni Paolo I, papa Albino Luciani, saliva al soglio pontificio».
Vice parroco a San Cetteo accanto a don Amedeo Di Nizo, dieci anni prete a Castiglione Messer Raimondo prima di approdare alla guida della chiesa San Giovanni Apostolo a Montesilvano. Poi, l'incarico alla Madonna del Rosario dal 28 ottobre 2007. Nel libro illustrato, consegnato ai fedeli, che racconta oltre 10 anni a capo della comunità, tra pellegrinaggi ed eventi straordinari, don Rodolfo, che non parla il latino e risponde al telefono col suono delle campane, scrive: «Il mio impegno è stato, non so se sempre ci sono riuscito, di vivere questo compito con amore e determinazione».
Perché è importante che la chiesa abbia un teatro?
Perché attraverso questo luogo di aggregazione, di socializzazione, si può conoscere Cristo. I fondi raccolti con gli spettacoli, attraverso il rimborso spese pagato dalle compagnie e i biglietti staccati, sono destinati alla manutenzione dell'auditorium, rinnovato dal 2015, dell'impianto luci, amplificazione e climatizzazione, di camerini e toilette, ristrutturati e ampliati. Abbiamo installato anche un elevatore per aiutare l'ingresso a teatro di persone con disabilità. Lo scopo della parrocchia è portare gente in chiesa e si può fare anche attraverso uno spettacolo leggero, accattivante o serio. Attraverso il "bello" ci si eleva di mente e di cuore, ogni spettacolo è un altro modo per incontrare il Signore. Questo auditorium è un gioiello a disposizione di tutta la città e di chi vorrà farne uso. Per tanti anni il teatro è rimasto chiuso, ringrazio i fedeli che negli anni mi hanno sostenuto in questo progetto realizzato anche con i fondi delle entrate ordinarie della parrocchia.
Prossimo obiettivo, la casa famiglia per giovani disabili?
E' un progetto voluto da monsignor Tommaso Valentinetti, destinato a vivere nel tempo. Dopo di noi, prevediamo di aprire in estate per l'accoglienza dei maschi. Ma stiamo lavorando a una casa famiglia per giovani donne in difficoltà.
In 10 anni, quali altri lavori sono stati eseguiti in chiesa?
Il restauro e la riqualificazione della cappella del Santissimo Crocifisso, delle aule del catechismo, della biblioteca, degli oratori San Giovanni Bosco e San Filippo Neri, dei portoni, la torre campanaria. Il tetto della chiesa è stato impermeabilizzato, è stato installato un impianto fotovoltaico con riscaldamento e posizionati nuovi banchi.
Tra gli eventi straordinari promossi dalla parrocchia?
La visita al Beato Nunzio Sulprizio con i pellegrinaggi e il Giubileo tra Pescara e Pescosansonesco, paese del futuro santo, la visita della Madonna di Lourdes, l'accoglienza del rosario più grande del mondo. Abbiamo organizzato una sfilata di abiti, indossati dalle ragazze di oggi, delle signore sposate nella nostra parrocchia dal 1958 al 1968.
Che ricorda della visita pastorale di papa Paolo VI a Pescara?
Era il 17 settembre 1977 e fu un’emozione immensa. Ero diacono all'epoca e stare accanto al Pontefice, il cuore mi scoppiava di gioia. Non abbiamo avuto tempo di parlare, la folla lo abbracciava, è stato incredibile. Quanta gente, quel giorno. Un evento resterà tra i ricordi indimenticabili della mai vita.
Altri momenti da conservare nello scrigno dei ricordi?
Il sogno di giovane sacerdote, realizzato, è stato quello di diventare cappellano di bordo sulle navi da crociera. Lo sono stato per dieci anni, dal 1994 al 2004, quando poi hanno annullato questa figura professionale sulle navi. Ho lavorato su diverse imbarcazioni della Costa, non sono mai stato sulla Concordia, ma ho avuto modo di conoscere l'ex comandante Schettino. Una campanella, appartenuta a una nave tedesca, suona nell'oratorio San Giovanni Bosco, dove ospitiamo i nostri giovani. La campanella viene suonata durante i ritiri spirituali.
Non è difficile incontrare don Palmerino nell'ufficio, sempre aperto in canonica, con il suo nome sulla targa. Don Rodolfo, che nel 1977 ha vissuto la grande emozione di pregare accanto a papa Paolo VI nella sua visita pastorale a Pescara, ha una lista lunghissima di sogni da realizzare. Anni fa, si era messo in testa di ristrutturare la chiesa e con l'aiuto di Dio e dei fedeli che lo hanno sempre sostenuto, sempre affiancato dal vicario parrocchiale don Luca Anelli, è riuscito nell'intento.
Poi ha diretto le sue energie sul vecchio teatro della chiesa, 296 posti, e nel giro di tre anni lo ha rimesso a nuovo con luci a Led, bagni splendenti, camerini ampi e comodi, sistema climatizzato rinnovato. E ora con l'appoggio del direttore artistico Roberto Falone (alle spalle una lunga esperienza di organizzazione spettacoli ed eventi ai Gesuiti) le compagnie teatrali fanno a gara per contendersi l'auditorium Maria del Rosario. Ogni spettacolo è preceduto da una pausa caffè, offerta gratuitamente agli spettatori da un’azienda locale. Prossimamente si esibirà 'Nduccio con Fabrizio Maturani, meglio noto come Martufello, comico del Bagaglino.
Don Rodolfo è nato in Val Pescara nel 1955 da mamma Elda Di Giovacchino, scomparsa sei anni fa all'età di 86 anni, e da papà Guido. Ha una sorella, Teresa, due nipoti e sei pronipoti. Da bambino aiutava la famiglia facendo il manovale in un cantiere nel centro storico di Loreto Aprutino. Studente al Marconi di Penne, è cresciuto seguendo gli insegnamenti dei suoi padri spirituali don Camillo Smigliani e don Mario Nistri. Il 23 settembre 1973 è entrato in seminario a Chieti e vi è rimasto fino al 1978. Il 26 agosto ’78, è stato ordinato sacerdote da monsignor Antonio Iannucci, scomparso nel 2008. «La stessa sera», ricorda don Rodolfo, «in cui Giovanni Paolo I, papa Albino Luciani, saliva al soglio pontificio».
Vice parroco a San Cetteo accanto a don Amedeo Di Nizo, dieci anni prete a Castiglione Messer Raimondo prima di approdare alla guida della chiesa San Giovanni Apostolo a Montesilvano. Poi, l'incarico alla Madonna del Rosario dal 28 ottobre 2007. Nel libro illustrato, consegnato ai fedeli, che racconta oltre 10 anni a capo della comunità, tra pellegrinaggi ed eventi straordinari, don Rodolfo, che non parla il latino e risponde al telefono col suono delle campane, scrive: «Il mio impegno è stato, non so se sempre ci sono riuscito, di vivere questo compito con amore e determinazione».
Perché è importante che la chiesa abbia un teatro?
Perché attraverso questo luogo di aggregazione, di socializzazione, si può conoscere Cristo. I fondi raccolti con gli spettacoli, attraverso il rimborso spese pagato dalle compagnie e i biglietti staccati, sono destinati alla manutenzione dell'auditorium, rinnovato dal 2015, dell'impianto luci, amplificazione e climatizzazione, di camerini e toilette, ristrutturati e ampliati. Abbiamo installato anche un elevatore per aiutare l'ingresso a teatro di persone con disabilità. Lo scopo della parrocchia è portare gente in chiesa e si può fare anche attraverso uno spettacolo leggero, accattivante o serio. Attraverso il "bello" ci si eleva di mente e di cuore, ogni spettacolo è un altro modo per incontrare il Signore. Questo auditorium è un gioiello a disposizione di tutta la città e di chi vorrà farne uso. Per tanti anni il teatro è rimasto chiuso, ringrazio i fedeli che negli anni mi hanno sostenuto in questo progetto realizzato anche con i fondi delle entrate ordinarie della parrocchia.
Prossimo obiettivo, la casa famiglia per giovani disabili?
E' un progetto voluto da monsignor Tommaso Valentinetti, destinato a vivere nel tempo. Dopo di noi, prevediamo di aprire in estate per l'accoglienza dei maschi. Ma stiamo lavorando a una casa famiglia per giovani donne in difficoltà.
In 10 anni, quali altri lavori sono stati eseguiti in chiesa?
Il restauro e la riqualificazione della cappella del Santissimo Crocifisso, delle aule del catechismo, della biblioteca, degli oratori San Giovanni Bosco e San Filippo Neri, dei portoni, la torre campanaria. Il tetto della chiesa è stato impermeabilizzato, è stato installato un impianto fotovoltaico con riscaldamento e posizionati nuovi banchi.
Tra gli eventi straordinari promossi dalla parrocchia?
La visita al Beato Nunzio Sulprizio con i pellegrinaggi e il Giubileo tra Pescara e Pescosansonesco, paese del futuro santo, la visita della Madonna di Lourdes, l'accoglienza del rosario più grande del mondo. Abbiamo organizzato una sfilata di abiti, indossati dalle ragazze di oggi, delle signore sposate nella nostra parrocchia dal 1958 al 1968.
Che ricorda della visita pastorale di papa Paolo VI a Pescara?
Era il 17 settembre 1977 e fu un’emozione immensa. Ero diacono all'epoca e stare accanto al Pontefice, il cuore mi scoppiava di gioia. Non abbiamo avuto tempo di parlare, la folla lo abbracciava, è stato incredibile. Quanta gente, quel giorno. Un evento resterà tra i ricordi indimenticabili della mai vita.
Altri momenti da conservare nello scrigno dei ricordi?
Il sogno di giovane sacerdote, realizzato, è stato quello di diventare cappellano di bordo sulle navi da crociera. Lo sono stato per dieci anni, dal 1994 al 2004, quando poi hanno annullato questa figura professionale sulle navi. Ho lavorato su diverse imbarcazioni della Costa, non sono mai stato sulla Concordia, ma ho avuto modo di conoscere l'ex comandante Schettino. Una campanella, appartenuta a una nave tedesca, suona nell'oratorio San Giovanni Bosco, dove ospitiamo i nostri giovani. La campanella viene suonata durante i ritiri spirituali.