E Alessandrini saluta: «Un errore non ricandidarmi»
Il sindaco uscente indosserà la fascia per l’ultima volta domenica alla festa della Repubblica: «Tornerò a fare l’avvocato»
PESCARA. «Secondo me è stato un errore politico non ricandidare il sindaco uscente, perché quando non lo fai normalmente perdi. E così è stato».
Si toglie qualche sassolino dalla scarpa Marco Alessandrini in occasione del brindisi di saluto organizzato con gli organi d'informazione, che hanno seguito passo passo i cinque anni del suo mandato. Sereno, rilassato, sorridente, Alessandrini ha l'aria di chi è a posto con se stesso, sa di aver dato tutto per la sua città e non ha alcuna intenzione di sparire dalla vita politica.
«Amministrare Pescara è stata un onore e un privilegio, senza dubbio l'esperienza più onorevole della mia vita», dice il primo cittadino dopo aver stappato delle bottiglie preparate per l'occasione, «Quella di sindaco ha rappresentato per me un'esperienza impegnativa e divertente allo stesso tempo. Se lo rifarei? Sì, assolutamente».
Un'esperienza ancora non conclusa, visto che lo stesso Alessandrini spiega ai presenti i passaggi da seguire per l'avvicendamento formale con il suo successore Carlo Masci, del quale preannuncia una «vita difficile» nel nuovo incarico: «Mi sono già sentito con il nuovo primo cittadino per capire insieme come gestire il passaggio di consegne. Da quello che so serviranno ancora una settimana, dieci giorni al massimo per il suo insediamento, durante i quali continuerò a svolgere un lavoro di ordinaria amministrazione. Con ogni probabilità sarò io a tenere il consueto discorso in occasione della festa della Repubblica, domenica prossima».
Quella potrebbe essere la sua ultima apparizione con la fascia a tracolla, almeno per adesso: «Io sono un avvocato e tornerò a fare il mio mestiere», chiosa Alessandrini, «ma non vorrò essere un cittadino indifferente alla mia città. Penso ci siano diverse forme di impegno politico con cui poter dare un contributo alla nostra società».
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