«Emergenza sicurezza in città» Appello al governo per l’Esercito

26 Novembre 2024

Il deputato Testa (FdI): «Trattativa con il sottosegretario alla Difesa Rauti, i militari sono necessari» D’Alfonso: «I soldati? Faccio due telefonate e arrivano. Servono telecamere intelligenti e lavoro»

PESCARA. Se dipendesse dal deputato Pd Luciano D’Alfonso, l’Esercito sarebbe schierato già sulle strade di Pescara: «Volete l’Esercito? E allora io mi alzo un attimo, vado nella stanza qui accanto, faccio due telefonate e arriva l’Esercito», così ha detto ieri D’Alfonso durante la commissione comunale Sicurezza aperta ai parlamentari sul caso Fontanelle. Ma D’Alfonso sta all’opposizione e a spingere per l’arrivo dei militari in città sarà il rivale, Guerino Testa di Fratelli d’Italia: toccherà a lui fare pressione sul governo Meloni e sui ministri Matteo Piantedosi e Guido Crosetto. «Ho avviato un’interlocuzione con il sottosegretario per la Difesa Isabella Rauti e, se necessario, andremo in delegazione al ministero dell’Interno», ha detto Testa. La certezza che a Pescara sarà replicata l’operazione Strade sicure del 2011 con i pattugliamenti affidati ai soldati non c’è. Ma Testa è sicuro: «La politica farà tutto quello che può perché c’è un’emergenza sicurezza».
rapporto sulla sicurezza
Ma se Pescara è una città a rischio lo dirà una relazione tecnica che finirà sui tavoli di Piantedosi e Crosetto: il governo dirà sì all’invio dei militari a Pescara soltanto se su quel documento ci sarà scritto che serve un intervento straordinario con i militari a supporto delle forze dell’ordine. Se la relazione parlasse di una città sicura, allora, il governo Meloni boccerebbe all’istante tutte le richieste della politica pescarese.
sfratti e rogo doloso
Il caso Fontanelle è riesploso in tre giorni: martedì scorso, sono state sfrattate dalle case popolari di via Caduti per Servizio 15 due famiglie che, a causa di condanne penali irrevocabili e di debiti con l’affitto, avevano perso il diritto all’alloggio. All’alba di mercoledì, nello stesso stabile è stato appiccato il fuoco all’ascensore e il palazzo si è trasformato in un inferno di fuoco: una strage sfiorata con un bilancio di 8 intossicati, compresi un neonato e i poliziotti che si sono gettati tra le fiamme per avvertire i residenti che stavano dormendo. Giovedì sera, poi, qualcuno ha provato a occupare uno degli appartamenti murati forzando la lastra d'acciaio con una mola a disco e un bastone di ferro: il tentativo è andato a vuoto grazie alla denuncia dei residenti e all’arrivo delle volanti della polizia e l’uomo è scappato. Sabato, la polizia ha fermato un 40enne sospettato di essere l’esecutore materiale del rogo.
appello di pettinari
«Non c’è più tempo per la burocrazia, deve intervenire la politica», queste le parole del consigliere civico Domenico Pettinari, il primo a denunciare il malaffare della periferia, «dobbiamo pretendere che i parlamentari uniti chiedano e ottengano dai ministeri dell’Interno e della Difesa la predisposizione di misure urgentissime: la prima è l’invio dei militari in ausilio alle forze dell’ordine per sorvegliare le zone calde della città con priorità in via Caduti per Servizio». Ai parlamentari, Pettinari ha chiesto di «fare presto»: «Dobbiamo essere consapevoli che in via Caduti per Servizio può davvero scapparci il morto». E poi il consigliere civico ha chiesto che gli appartamenti liberati con gli sfratti siano riassegnati «immediatamente» alle famiglie in graduatoria: «Lasciare l’appartamento murato significa rischiare che l’abusivo rientri sfondando la porta. Se proprio il Comune non riesce nella riassegnazione immediata dell’alloggio a chi ne ha diritto, deve necessariamente garantire la sorveglianza con la vigilanza privata fino a quando l’alloggio non si riassegna». E Pettinari, domenica, tornerà in strada a Fontanelle: «Per dare un forte messaggio di legalità, organizzeremo un corteo che partirà alle ore 17 davanti al civico 39 di via Caduti per Servizio e percorrerà l’intera via con una sosta davanti al famigerato civico 15 per solidarizzare con le vittime del brutale incendio. Il corteo non avrà colore politico, pertanto invitiamo tutti i cittadini e tutte le forze politiche a prenderne parte perché solo uniti, forse, possiamo vincere questa battaglia di legalità e civiltà».
messaggio di d’alfonso
D’Alfonso ha suggerito di guardare oltre l’«antibiotico vistoso» dell’Esercito: telecamere intelligenti, progetti sociali e lavoro, questa la ricetta del deputato per ridare sicurezza alla zona. «Facciamo un dossier per il governo», ha detto D’Alfonso che però ha lanciato il suo messaggio: «C’è una categoria di persone che nasconde la verità».
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