PESCARA
Fuga di notizie su droga e appalti, i politici convocati in Procura
La voce dell’arresto del dirigente circolava in Comune già da due giorni prima, è caccia alla talpa. Anche Masci aveva saputo della droga venerdì 9 giugno: chi ha messo in giro quelle informazioni?
PESCARA. Prima del consiglio comunale di venerdì 9 giugno, convocato alle ore 20 per votare il progetto della sede unica della Regione Abruzzo sull’area di risulta, una voce si è insinuata in municipio: un’inchiesta su un giro di appalti del Comune, tangenti e droga che, di lì a pochi giorni, avrebbe portato all’arresto dell’allora dirigente ai Lavori pubblici, Fabrizio Trisi. Una diceria incontrollata? Di certo, quasi una profezia: Trisi è stato arrestato dopo appena due giorni, lunedì, con le accuse di corruzione, peculato, turbativa d’asta e spaccio di cocaina.
LE DOMANDE DEI PM. Che cosa è successo nei giorni precedenti l’arresto dell’architetto Trisi e dell’imprenditore Vincenzo De Leonibus e dei due spacciatori? Chi ha messo in giro la notizia dell’indagine sui lavori del Comune? E chi ha diffuso, negli ambienti politici, la voce dell’uso di cocaina? Sono queste le domande che si fanno i pm Anna Benigni e Luca Sciarretta che indagano sul caso Trisi. Si apre un altro fronte: allo stato, il sospetto è che ci sia stata una fuga di notizie con le informazioni arrivate fino ai politici che contano. E adesso diversi politici, anche di alto livello, saranno chiamati in Procura per raccontare se e perché sapevano di quell’indagine che scuote il palazzo.
ALL’INDIETRO. Facciamo un passo indietro: che quel venerdì in Comune girasse una voce su Trisi l’ha confermato anche il sindaco Carlo Masci durante la sua conferenza stampa tenuta venerdì 16. Queste le parole del sindaco: «Venerdì scorso mi è giunta voce che Trisi consumasse droga». Chi ha riferito al sindaco una cosa del genere? Masci non l’ha precisato ma pare che non fosse l’unico della giunta a saperlo. «Il giorno dopo, sabato, ho chiesto a Trisi se fosse vero e mi ha detto categoricamente di no», ha detto ancora il sindaco. Ma, lo stesso giorno, Trisi si è dimesso dall’incarico: «Sempre sabato Trisi ha rassegnato le dimissioni e io le ho accettate», ha detto Masci, «Trisi ha motivato le sue dimissioni dicendomi che non era più sereno e che c’era troppa tensione a causa delle indagini in corso. In quel momento è stato scisso il rapporto con il Comune e, poi, è stato sostituito con un altro dirigente, Giuliano Rossi». È probabile che le dimissioni di Trisi siano state il tentativo disperato di evitare quell’arresto ormai annunciato e dato per certo in Comune. Invece, da sabato 11, l’indagine ha avuto un’accelerazione e in 4 sono finiti in carcere: adesso, grazie alle dimissioni, sono tutti ai domiciliari.
VENERDì o prima? Ma è possibile che la voce su Trisi sia circolata tra i politici anche prima di venerdì? È un aspetto inquietante: potrebbe significare che c’è una talpa che ha parlato troppo. Quando, come e da chi, i politici sono venuti a conoscenza dell’inchiesta “Tana delle tigri”? Risposte potrebbero arrivare dall’ascolto delle intercettazioni, sia telefoniche che ambientali. Ma la Procura e la finanza vogliono saperlo anche dai diretti interessati: nei prossimi giorni, diverse persone saranno convocate per un confronto: i politici non sono indagati, sono “persone informate sui fatti” e saranno ascoltati in qualità di testimoni senza la presenza degli avvocati.