Giorgio Soccio muore colpito dall’elica del velivolo, 5 mesi fa la tragedia sfiorata
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L’uomo, 70enne di Penne e fondatore dell’Avioclub, stava controllando il motore dell’autogiro dopo un volo
ELICE. Diciotto anni fa l’aveva vista nascere quella piccola aviosuperficie ad Elice, dove appena poteva correva per farsi un volo spensierato con il suo autogiro (un velivolo ibrido, a metà tra un ultraleggero e un elicottero). Ed è lì che Giorgio Soccio, 70 anni, ha fatto il suo ultimo volo, colpito al volto dall’elica del suo velivolo giallo e blu, modello “Magni Gyro”. Troppo gravi le sue condizioni: arrivato in ospedale in codice rosso, i medici lo hanno subito sottoposto a un delicato intervento alla testa ma non c’è stato nulla da fare. Originario di Loreto Aprutino, il 70enne viveva con la moglie in una casetta a Penne.
Una vita con la tuta da gommista, lavorava a pochi passi dal capannone dell’Avioclub di Elice, in via Tirino. In pensione da diversi anni, continuava a fare qualche lavoretto in officina. Nel tempo libero e approfittando del cielo sereno, saliva a bordo del suo autogiro giallo e blu. Così aveva fatto ieri, appena dopo pranzo. Un giro di piacere sopra Elice. Poi era atterrato e aveva rimesso il velivolo nel suo capannone. Ma, meticoloso e attento ad ogni vibrazione del mezzo, stava controllando il motore dell’autogiro.
Probabilmente in volo Soccio aveva notato qualcosa che non andava o semplicemente lo stava controllando, come era solito fare. Fatto sta, che per cause ancora in corso di accertamento, l’elica posteriore del motore si è azionata e una pala lo ha colpito in volto. Il casco che indossava non è servito a ripararlo dal violento urlo. Soccio è caduto a terra, colpito al volto.
Ieri Soccio era andato da solo all’Avioclub. Un’area di solito frequentata solo dagli appassionati di volo. A dare l’allarme, intorno alle 15.30, è stata una passante che si trovava lungo quella zona e si è accorta del corpo a terra del 70enne. Immediati i soccorsi: da Pescara in meno di sette minuti sono arrivati i medici e gli infermieri con l’eliambulanza. Il 70enne è stato stabilizzato, intubato e poi trasportato d’urgenza con il codice rosso all’ospedale Santo Spirito di Pescara.
Ma le sue condizioni sono apparse fin da subito gravissime: ha riportato un trauma cranico e facciale. Già prima dell’ingresso al Pronto soccorso è andato in arresto cardiaco. Immediato il trasporto in sala operatoria per un delicato intervento alla testa. Ma non c’è stato nulla da fare. Giorgio Soccio è morto poco dopo le 19,30. Ieri ad Elice sono arrivati anche i vigili del fuoco di Pescara e i carabinieri di Città Sant’Angelo che si sono occupati dei rilievi. La moglie dell’uomo è giunta poco dopo all’Avioclub, seguendo poi il marito in ospedale. La salma è stata già restituita ai familiari. Oggi si saprà la data dell’ultimo saluto.
Soccio non era un pilota inesperto: a bordo degli aerei saliva da oltre 25 anni. Nel 2007, insieme ad altri nove amici con la stessa passione, aveva fondato l’Avio club di Elice, in via Tirino. Aveva costruito un capannone e uno spazio verde per il decollo degli ultraleggeri. Attento ad ogni dettaglio prima di mettersi in volo, Soccio era meticoloso a bordo. «Tutti noi abbiamo un buon addestramento», aveva raccontato al Centro il pilota lo scorso settembre, quando un ultraleggero si era schiantato su un parco giochi di una casa ad Elice, accanto alla sua officina. Fu una tragedia sfiorata, quella.
«Voliamo insieme da più di venti anni, abbiamo fondato noi questo Club. Qui abbiamo aerei di ogni tipo, tutti con il Gps e controllati nei minimi dettagli», aveva detto il pilota. Davanti all’incidente di appena cinque mesi fa, lo scorso 8 settembre, Soccio non aveva messo in dubbio l’affidabilità dei loro velivoli. «Un guasto al motore? Quasi impossibile, i nostri aerei vengono continuamente controllati. Può essere stato un vuoto d’aria, ma dipende da diversi fattori come intensità e ampiezza del vento. Non si può prevedere».
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