PESCARA / LA STORIA
Giovanni e Liliana: insieme per 74 anni, morti in 40 giorni
Lui ex bancario, lei ex prof di greco e latino al D’Annunzio. Il cordoglio del rione: è andato via un pezzo di viale Muzii
PESCARA Si sono tenuti la mano per 74 anni. Hanno vissuto in simbiosi, l'uno nel respiro dell'altra. Il lungo sogno d'amore di Giovanni De Donatis e Liliana Leonardi, 92 e 89 anni, si è spezzato solo con la morte, avvenuta a 40 giorni di distanza l'uno dall'altra. Stroncata da un male fulminante, il 9 marzo se ne è andata lei, insegnante di greco e latino al liceo Classico D'Annunzio. Annientato dal dolore, incapace di vivere senza la sua sposa, il 18 aprile l'ha seguita lui, funzionario di banca, entrambi in pensione da circa 30 anni. La coppia, che viveva in viale Muzii, riposa nel cimitero dei Colli. I coniugi De Donatis lasciano i figli Aurelio Alberto, avvocato; e Franco, ingegnere; i nipoti Aurelio, Giulia, Andrea e Lorenzo, le nuore Alessandra e Florence. Il ricordo delicato e composto del figlio Aurelio Alberto, 63 anni: «I nostri genitori ci hanno insegnato che la vita è bella e va vissuta pienamente, nel nome dei principi di libertà». Quella libertà che aveva cancellato il furore della guerra con il sibilo delle bombe che tra agosto (il 31) e settembre (14,17 e 20) del 1943 piovevano dall'Adriatico sulle case dei pescaresi, la paura, la fame, lo sfollamento a Catignano, la prigionia. L'ex bancario, racconta chi lo ha conosciuto, fu «catturato dai tedeschi e costretto a liberare le strade dalla neve, riuscì a fuggire con un compagno che trasse in salvo, nonostante che fosse stato ferito per darsi alla macchia e poi contrastando la ritirata degli invasori con altri compagni di fuga». Perciò Giovanni, Gianni per gli amici del quartiere, il barista, il fruttarolo, l'edicolante, con cui spesso si intratteneva, anelava la libertà. I ricordi del figlio Aurelio Alberto tornano indietro nel tempo: «Mio padre ha vissuto i bombardamenti di Pescara. Un giorno, aveva 16 anni, faceva il bagno in mare quando sentì il rombo dei bombardieri e poi vide sbuffi di cenere sulla stazione. La nostra casa fu danneggiata, morirono gli zii». Nato il 21 agosto 1927 (anno dell'unificazione tra Pescara e Castellamare), l'ex bancario «si appassionò all'architettura edilizia grazie al bisnonno Giovanni Leonardi, costruttore della basilica del Sacro Cuore. Il sogno di mio padre era che Pescara conservasse i villini liberty sul lungomare, oggi quasi del tutto scomparsi». «E' andato via un pezzo di viale Muzii» afferma, incredulo, Massimo Bottarini del bar Napoli ricordando che la «famiglia De Donatis acquistò il terreno nel 1932 dove poi è sorta la palazzina di viale Muzii abitata ininterrottamente da tutta la famiglia». E amava Pescara, Giovanni De Donatis, funzionario della banca di Roma in corso Umberto, in pensione dal 1989, al punto da collezionare storiche immagini e scritti inediti, che la famiglia custodisce gelosamente. Struggenti i ricordi legati a mamma Liliana, nata il 22 settembre 1930. E' sempre il figlio, Aurelio Alberto, a riavvolgere il nastro di una storia d'amore che si è conclusa solo con la morte dei protagonisti: «Non ho mai visto mia madre col broncio, mi chiamava l'eterno incontentabile e mi lasciava bigliettini sul cuscino dove scriveva: sorridi alla vita, firmato: la tua mamma noiosa». La coppia si conobbe sul ponte Risorgimento tra gli anni 40 e 50 e si sposò nella chiesa di Sant'Antonio, frequentata per tutta la vita. Giovanni conquistò Liliana con fiori e cioccolatini. Il cordoglio del vice sindaco Gianni Santilli: «Vivevano l'uno per l'altra, un amore d'altri tempi».
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