Hisham Matar vince il premio Flaiano
A Pescara la votazione dei duecento lettori della rivista «Oggi e domani»
«Nessuno al mondo» di Hisham Matar (Einaudi) ha vinto la 34ª edizione del premio Flaiano Letteratura.
La votazione si è svolta ieri pomeriggio nell'auditorium De Cecco di Pescara, in piazza Unione. I 200 giurati, lettori della rivista Oggi e domani e i componenti della giuria letteraria presieduta da Jacqueline Risset, hanno espresso il proprio voto.
Il libro di Matar è stato il più gradito con 63 voti.
Al secondo posto si è classificato con 53 voti Carlo Fruttero per il romanzo «Donne informate sui fatti» (Mondadori).
A seguire «Ravel» (Adelphi) di Jean Echenoz, 35 voti; «Notizie sul giocatore Rubasov» (Longanesi) di Carl-Johan Vallgren 26 voti; «Viaggi nello scriptorium» (Einaudi) di Paul Auster, 24 voti.
Dopo diverse edizioni in cui i libri selezionati erano già vincitori e tra loro si sceglieva il SuperFlaiano quest'anno, per problemi economici, si è dovuti tornare alla selezione dei finalisti.
Il vincitore del premio intitolato allo scrittore abruzzese (Ennio Flaiano nacque a Pescara nel 1910 e morì a Roma nel 1972), però, riceverà un assegno di 15 mila euro. La cerimonia di premiazione si svolgerà l'8 luglio al teatro monumento Gabriele D'Annunzio di Pescara.
Hisham Matar è nato a New York nel 1970 da genitori libici e vive a Londra.
«Nessuno al mondo» racconta di una ragazza costretta al matrimonio all'età di 15 anni dai maschi della famiglia. Il romanzo è ambientato nella Libia degli anni Settanta, Gheddafi ha preso il potere e soffoca nel sangue i tentativi di ribellione dell'opposizione democratica.
Dal matrimonio combinato tra Faraj e Najwa nasce Suleiman, e la madre da quel momento è per tutti soltanto Um Suleiman. Una giovanissima madre lasciata troppo sola dal marito, sempre lontano da casa per misteriosi viaggi d'affari, e che in sua assenza si abbandona all'oblio di una segreta medicina. Avere la madre tutta per sé non sarebbe un problema per il piccolo Suleiman, che a nove anni vede nel padre un rivale talvolta crudele da cui bisogna riuscire a farsi benvolere e amare. L'infelicità della madre diventa senso di impotenza nel bambino che fantastica, ispirato da lei, di poterla salvare come un principe sul cavallo bianco.
Nell'estate 1979 l'equilibrio fragile del mondo di Suleiman riceve un colpo definitivo. Il regime della grande Rivoluzione di settembre intende schiacciare gli ispiratori della rivolta studentesca. Un vicino di casa viene arrestato e le assenze del padre diventano più inquietanti.
Il piccolo cerca di capire quello che sta succedendo alla sua famiglia, ma il groviglio di emozioni contrastanti è inestricabile. La solitudine di Suleiman, lo struggimento di fronte alle pene della madre, il turbamento che lo spinge a mimare i comportamenti più ambigui e distruttivi, sono raccontati con apparente semplicità.
La votazione si è svolta ieri pomeriggio nell'auditorium De Cecco di Pescara, in piazza Unione. I 200 giurati, lettori della rivista Oggi e domani e i componenti della giuria letteraria presieduta da Jacqueline Risset, hanno espresso il proprio voto.
Il libro di Matar è stato il più gradito con 63 voti.
Al secondo posto si è classificato con 53 voti Carlo Fruttero per il romanzo «Donne informate sui fatti» (Mondadori).
A seguire «Ravel» (Adelphi) di Jean Echenoz, 35 voti; «Notizie sul giocatore Rubasov» (Longanesi) di Carl-Johan Vallgren 26 voti; «Viaggi nello scriptorium» (Einaudi) di Paul Auster, 24 voti.
Dopo diverse edizioni in cui i libri selezionati erano già vincitori e tra loro si sceglieva il SuperFlaiano quest'anno, per problemi economici, si è dovuti tornare alla selezione dei finalisti.
Il vincitore del premio intitolato allo scrittore abruzzese (Ennio Flaiano nacque a Pescara nel 1910 e morì a Roma nel 1972), però, riceverà un assegno di 15 mila euro. La cerimonia di premiazione si svolgerà l'8 luglio al teatro monumento Gabriele D'Annunzio di Pescara.
Hisham Matar è nato a New York nel 1970 da genitori libici e vive a Londra.
«Nessuno al mondo» racconta di una ragazza costretta al matrimonio all'età di 15 anni dai maschi della famiglia. Il romanzo è ambientato nella Libia degli anni Settanta, Gheddafi ha preso il potere e soffoca nel sangue i tentativi di ribellione dell'opposizione democratica.
Dal matrimonio combinato tra Faraj e Najwa nasce Suleiman, e la madre da quel momento è per tutti soltanto Um Suleiman. Una giovanissima madre lasciata troppo sola dal marito, sempre lontano da casa per misteriosi viaggi d'affari, e che in sua assenza si abbandona all'oblio di una segreta medicina. Avere la madre tutta per sé non sarebbe un problema per il piccolo Suleiman, che a nove anni vede nel padre un rivale talvolta crudele da cui bisogna riuscire a farsi benvolere e amare. L'infelicità della madre diventa senso di impotenza nel bambino che fantastica, ispirato da lei, di poterla salvare come un principe sul cavallo bianco.
Nell'estate 1979 l'equilibrio fragile del mondo di Suleiman riceve un colpo definitivo. Il regime della grande Rivoluzione di settembre intende schiacciare gli ispiratori della rivolta studentesca. Un vicino di casa viene arrestato e le assenze del padre diventano più inquietanti.
Il piccolo cerca di capire quello che sta succedendo alla sua famiglia, ma il groviglio di emozioni contrastanti è inestricabile. La solitudine di Suleiman, lo struggimento di fronte alle pene della madre, il turbamento che lo spinge a mimare i comportamenti più ambigui e distruttivi, sono raccontati con apparente semplicità.