I furbetti dei ticket, pronti 6 mila avvisi
Asl e finanza passano al setaccio le esenzioni per le visite e scoprono un buco da 660 mila euro: controlli sulle autocertificazioni
PESCARA. I furbetti che hanno dichiarato un reddito più basso di 12 mila euro per non pagare il ticket degli esami e delle visite mediche, adesso, hanno un nome e un cognome: nel 2011 sono stati 2.130 per un importo non pagato di 219 mila euro; nel 2012 sono stati ancora di più, quasi 4 mila, per 440 mila euro evasi. Chi sono lo sanno la Asl di Pescara e la guardia di finanza che stanno passando al setaccio le autodichiarazioni dei redditi dei pazienti firmate proprio per non pagare i ticket. Adesso, tra gennaio e febbraio 2015, la Asl manderà i solleciti di pagamento per recuperare i ticket evasi, mentre la finanza invierà le sanzioni amministrative pari al triplo delle cifre non pagate. La sanità pescarese, alle prese con i tagli della Regione Abruzzo, va a caccia di quelli che non hanno pagato i ticket per mettere da parte un tesoretto necessario a far partire i lavori nei reparti e nei distretti sanitari. Non è l’unica manovra per recuperare le somme dimenticate: è in corso un’altra operazione con 80 mila solleciti già inviati per riprendere i ticket delle prestazioni di Pronto soccorso mai pagati dal 2004 fino al 2014. In questo caso, 1,2 milioni di euro sono tornati già indietro mentre la Asl si aspetta che l’accertamento contabile porti ancora un altro milione e mezzo di euro nei prossimi mesi.
A sollecitare i controlli della Asl e della finanza sulle esenzioni dei ticket è stato il ministero dell’Economia e delle Finanze per tenere a freno la spesa pubblica: i tecnici del ministero hanno trasmesso alla Regione Abruzzo liste di persone da controllare e la Regione ha girato gli elenchi alle Asl. Sono seguiti, quindi, controlli incrociati con gli archivi della Asl di Pescara, le banche dati dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps. Da qui, l’ufficio Recupero crediti della Asl è arrivato a scoprire le presunte anomalie: c’è chi deve pagare fino a tremila euro di prestazioni sanitarie, chi 700 euro, chi 500. Un’operazione che va all’indietro nel tempo, portata avanti dalla coordinatrice dell’ufficio Recupero crediti della Asl, Adriana Caravaggio sotto la direzione di Federico De Nicola, direttore amministrativo dei presidi ospedalieri di Pescara, Penne e Popoli.
Con i nomi e i cognomi già trovati e le somme calcolate, la Asl si prepara a mandare i bollettini nelle case di più di 6 mila pescaresi: il direttore generale Claudio D’Amario è pronto ad approvare una delibera che detta i passi da seguire.
La finanza, guidata dal comandante provinciale Francesco Mora, partecipa all’indagine grazie a un protocollo d’intesa con la Regione nel 2013 per favorire accertamenti sugli illeciti nelle spese della pubblica amministrazione. In caso di violazioni superiori a 3.999 euro, scatta anche la denuncia per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Se la somma è inferiore, la sanzione è calcolata nel triplo del beneficio ottenuto, cioè se il ticket evaso è di 150 euro, allora, la multa sarà di 450.
Tra gennaio e febbraio prossimo, gli evasori si vedranno recapitare a casa gli avvisi: avranno un mese per pagare oppure un termine di 120 giorni per importi elevati con la possibilità di saldare la cifra contestata a rate. E se non si paga? Se gli evasori non regolarizzeranno la proprie posizioni, sarà inibito loro l’accesso alle prenotazioni del Servizio sanitario nazionale: vuol dire che, nel caso in cui avessero bisogno di un esame, dovrebbero pagarlo per interno e una risonanza magnetica potrebbe arrivare a costare fino a 500 euro. Ecco perché la Asl conta di riprendere i soldi non pagati. Ma nel totale potrebbero esserci anche pazienti davvero esenti, conteggiati per errore: in questo caso, l’accertamento sarà chiuso ma solo dopo aver esibito la documentazione.
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