La coppia abruzzese a Roma: lui la picchia con il bastone, lei gli sferra dieci coltellate

28 Febbraio 2025

L’ha prima picchiata e poi afferrata per i capelli, trascinandola sui fornelli accesi in cucina e minacciando di bruciarle la testa. Lei ha preso un coltello da cucina e lo ha colpito ripetutamente al torace. Lei di Pescara, lui di Avezzano: da anni la loro vita nella capitale fatta di liti e botte

PESCARA. «Ho accoltellato mio marito». Samantha Fiore, 51 anni, nata e cresciuta a Pescara, lo ha subito confessato ai poliziotti della squadra mobile di Roma. Lei, con il volto ancora sporco di sangue. Con naso, dito e tre costole rotte, ha fatto partire dal suo telefonino la chiamata al 112. Anni di botte, liti furibonde, violenze e minacce che solo la scorsa notte, poco dopo le 4, la donna ha finalmente denunciato alla polizia. E quella accaduta all’alba di giovedì era l’ennesima delle liti scoppiate tra le mura di quel palazzo a sei piani, nella zona della Magliana a Roma, dove la coppia vive da anni.

DENTRO L’INFERNO
Al primo piano del palazzo al civico 31 di via Ernesto Nathan, le tapparelle sono abbassate. Dentro l’inferno: il marito Domenico Venditti, 51 anni di Avezzano, l’ha prima picchiata con una bastone appendiabiti, poi l’ha afferrata per i capelli e trascinata sui fornelli accesi in cucina minacciando di bruciarle la testa. Ed è lì che la 51enne ha preso un coltello da cucina e si è difesa, colpendo il marito al torace più di dieci volte. L’uomo è stato ricoverato nell’ospedale San Camillo di Roma e le sue condizioni sono gravi. Lei, al Sant’Eugenio.

LA LITE AL PRIMO PIANO 
Nel quartiere periferico di Roma parlano di lui come un uomo esile e dal tono di voce basso. Domenico Venditti è un infermiere dell’ospedale San Camillo, ma a causa di un problema alla schiena da alcuni anni lavora nel personale amministrativo. Dentro le mura di quell’appartamento al primo piano si trasformava, accanendosi contro la moglie Samantha Fiore, commessa al negozio Mediaworld nella zona sud di Roma. Liti sempre più violente che terminavano il più delle volte con qualche parte del corpo di lei rotta. Ma la donna, che più volte è andata anche in ospedale per le medicazioni, non ha mai denunciato quell’inferno. Ha sempre sopportato in silenzio. Eppure attorno tutti sapevano: anche a finestre chiuse, le urla del marito non passavano inascoltate (leggi l’articolo sotto). Giovedì mattina, alle 4, l’ennesima violenza che avrebbe potuto avere anche altri finali. È iniziato tutto con un bastone appendiabiti: l’arma con cui lui le ha rotto il naso, un dito e tre costole. Ma non gli è bastato vederla con il volto pieno di sangue. Lui l’ha afferrata dai capelli e l’ha strattonata fino alla cucina: ha avvicinato la sua testa ai fornelli del gas accessi: «Ti brucio». La donna ha sempre subito in silenzio. Ma giovedì notte si è ribellata.

«l’HO ACCOLTELLATO» 
La donna ha preso un coltello da cucina e ha iniziato a colpire il marito al torace. Più di dieci coltellate, non tutte profonde, ma quanto basta per buttarlo a terra in una pozza di sangue con il polmone destro collassato e lesionando anche quello sinistro. Poco dopo le 4, la donna ha preso il telefono e ha chiamato il 112. «Pronto, correte. Ho accoltellato mio marito». Davanti al civico 31 sono arrivati i poliziotti del commissariato Tor Carbone, VIII distretto. La donna sul pianerottolo ad attenderli con il volto tumefatto e le ferite in testa. Immediato il trasporto dei due in due ospedali diversi su richiesta della donna che ha iniziato a delirare sapendo di dover stare anche nella stessa struttura ospedaliera del marito. Così lei è stata portata in codice giallo al Sant’Eugenio e lui in codice rosso al San Camillo di Roma. Dopo le prime cure, i medici hanno scelto di operare l’uomo: il quadro clinico viene costantemente monitorato. La prognosi al momento è riservata.

«MI HA PICCHIATO» 
In ospedale a raccontare che cosa fosse accaduto dentro quelle mura giovedì notte è stata la donna: «Mi ha picchiato, come sempre. E questa volta anche con una stampella per abiti. Poi ha anche cercato di bruciarmi i capelli spingendomi la testa sui fornelli della cucina». La donna ha raccontato agli inquirenti che quella lite andata avanti per ore era solo una delle tante aggressioni subite negli anni. Al momento non risulterebbero denunce presentate dalla donna alla polizia. Gli inquirenti stanno svolgendo accertamenti e raccogliendo testimonianze per ricostruire la vicenda e i precedenti della coppia abruzzese. La posizione di entrambi è al vaglio dell’autorità giudiziaria. Entrambi sono indagati, con accuse che possono andare dai maltrattamenti al tentato omicidio. Ma al momento i due restano in ospedale. Lei, dopo anni, lontano da lui.