Impresa del Falco, invasione ai Mondiali
Ferri dribbla il servizio d'ordine ed entra in campo durante Germania-Spagna
PESCARA. È entrato in campo soffiando dentro una vuvuzela rossa, sorridendo alle telecamere e cercando di dribblare il placaggio degli addetti alla sicurezza in tuta nera. Mario Ferri, detto il Falco, ha mantenuto la sua promessa: «Parto da invasore, o entro o entro», ha detto prima di partire per il Sudafrica.
Ieri, ci ha messo quattro minuti per dimostrare al mondo che non ama dire le bugie: all'inizio della semifinale del mondiale Germania-Spagna, stadio di Durban in Sudafrica, sul campo è spuntato l'italiano che crede ancora nel calcio come un concentrato di passione, genio e sregolatezza. Come fa Antonio Cassano.
Così Ferri è saltato sui cartelloni pubblicitari, ha calpestato l'erba del campo, ha urlato prima di essere bloccato: un blitz pianificato a tavolino. Per provare a correre sul campo, ha improvvisato anche un balletto davanti a uno steward. Sulla maglietta blu con la "S" di Superman stampata sul petto non si è limitato a scrivere il solito marchio di fabbrica «Cassano in Nazionale».
Dopo l'eliminazione dell'Italia per mano di Paraguay, Nuova Zelanda, Slovacchia, Ferri ha aggiunto: «Lippi te l'avevo detto». Una spallata in mondovisione all'allenatore che si è rifiutato di portare al mondiale Cassano, nonostante nove gol segnati con la Sampdoria e una stagione conclusa con la qualificazione alla Champions league.
Ferri, 23 anni di Montesilvano, lo specialista delle invasioni di campo: con l'impresa di ieri, sono quattro incursioni in quattro anni. Un disturbatore sulla scia di Gabriele Paolini, il personaggio che irrompe durante i telegiornali. L'ingresso in campo di ieri è valso al Falco il titolo di imperatore delle cassanate. Dietro le spalle, per la trasferta in Sudafrica, il Falco ha messo in mostra gli sponsor: Caffè Carducci e agenzia viaggio Eurotour di Pescara.
Ne ha fatta di strada il Falco: dall'Adriatico di Pescara-Sambenedettese 4-1 (16 settembre 2007) in una partita di serie C1 alla semifinale del mondiale a un passo da Villa, Puyol e Klose. In mezzo, la corsa dell'Adriatico durante l'amichevole Italia-Olanda del 14 novembre 2009 e l'irruzione in Sampdoria-Napoli.
Ferri continua sulla strada delle "cassanate": è l'unico in Italia che può sapere quanto vale una "cassanata". E cioè dodici ore in stato di arresto passate in una cella di sicurezza della questura di Genova, una condanna a dieci mesi di carcere, ingresso vietato allo stadio fino al 2018. Troppo poco per tenerlo lontano dal Sudafrica.
Ferri conosce la risposta a questa domanda dal 17 maggio, al termine del processo per direttissima davanti al tribunale di Genova per l'invasione di campo in nome di Cassano, «escluso dalla Nazionale senza motivo».
Ferri si è guadagnato sul campo il soprannome di Falco: quattro invasioni in quattro anni. Un'abilità che anche il tribunale di Genova, durante il processo per direttissima, gli ha dovuto riconosciuto: Ferri è stato definito «un professionista del mestiere» tirando in ballo, durante la discussione in udienza, anche il romanzo di Frank Abagnale «Prova a prendermi» trasformato in un film da Leonardo Di Caprio e Tom Hanks nel 2002.
Dopo la missione compiuta di ieri, Ferri è diventato l'idolo dei tifosi: sulla sua pagina di Facebook, si è scatenato un diluvio di commenti. Federico Giunta: «L'hai detto e l'hai fattooo. Ormai sei l'invasore per eccellenza. Sei un grande». Diego Draven: «Sei un pazzo, uno più fuori di testa non l'ho mai conosciuto». Guido Mazzocchi: «Complimenti». Simone Azzu: «Mito». Fabio Verdecchia: «Sei un fenomeno». Simone Russi: «Sei forte. Diventerai famoso».
Ieri, ci ha messo quattro minuti per dimostrare al mondo che non ama dire le bugie: all'inizio della semifinale del mondiale Germania-Spagna, stadio di Durban in Sudafrica, sul campo è spuntato l'italiano che crede ancora nel calcio come un concentrato di passione, genio e sregolatezza. Come fa Antonio Cassano.
Così Ferri è saltato sui cartelloni pubblicitari, ha calpestato l'erba del campo, ha urlato prima di essere bloccato: un blitz pianificato a tavolino. Per provare a correre sul campo, ha improvvisato anche un balletto davanti a uno steward. Sulla maglietta blu con la "S" di Superman stampata sul petto non si è limitato a scrivere il solito marchio di fabbrica «Cassano in Nazionale».
Dopo l'eliminazione dell'Italia per mano di Paraguay, Nuova Zelanda, Slovacchia, Ferri ha aggiunto: «Lippi te l'avevo detto». Una spallata in mondovisione all'allenatore che si è rifiutato di portare al mondiale Cassano, nonostante nove gol segnati con la Sampdoria e una stagione conclusa con la qualificazione alla Champions league.
Ferri, 23 anni di Montesilvano, lo specialista delle invasioni di campo: con l'impresa di ieri, sono quattro incursioni in quattro anni. Un disturbatore sulla scia di Gabriele Paolini, il personaggio che irrompe durante i telegiornali. L'ingresso in campo di ieri è valso al Falco il titolo di imperatore delle cassanate. Dietro le spalle, per la trasferta in Sudafrica, il Falco ha messo in mostra gli sponsor: Caffè Carducci e agenzia viaggio Eurotour di Pescara.
Ne ha fatta di strada il Falco: dall'Adriatico di Pescara-Sambenedettese 4-1 (16 settembre 2007) in una partita di serie C1 alla semifinale del mondiale a un passo da Villa, Puyol e Klose. In mezzo, la corsa dell'Adriatico durante l'amichevole Italia-Olanda del 14 novembre 2009 e l'irruzione in Sampdoria-Napoli.
Ferri continua sulla strada delle "cassanate": è l'unico in Italia che può sapere quanto vale una "cassanata". E cioè dodici ore in stato di arresto passate in una cella di sicurezza della questura di Genova, una condanna a dieci mesi di carcere, ingresso vietato allo stadio fino al 2018. Troppo poco per tenerlo lontano dal Sudafrica.
Ferri conosce la risposta a questa domanda dal 17 maggio, al termine del processo per direttissima davanti al tribunale di Genova per l'invasione di campo in nome di Cassano, «escluso dalla Nazionale senza motivo».
Ferri si è guadagnato sul campo il soprannome di Falco: quattro invasioni in quattro anni. Un'abilità che anche il tribunale di Genova, durante il processo per direttissima, gli ha dovuto riconosciuto: Ferri è stato definito «un professionista del mestiere» tirando in ballo, durante la discussione in udienza, anche il romanzo di Frank Abagnale «Prova a prendermi» trasformato in un film da Leonardo Di Caprio e Tom Hanks nel 2002.
Dopo la missione compiuta di ieri, Ferri è diventato l'idolo dei tifosi: sulla sua pagina di Facebook, si è scatenato un diluvio di commenti. Federico Giunta: «L'hai detto e l'hai fattooo. Ormai sei l'invasore per eccellenza. Sei un grande». Diego Draven: «Sei un pazzo, uno più fuori di testa non l'ho mai conosciuto». Guido Mazzocchi: «Complimenti». Simone Azzu: «Mito». Fabio Verdecchia: «Sei un fenomeno». Simone Russi: «Sei forte. Diventerai famoso».
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