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Imu evasa per 3,4 milioni: nei guai 250 contribuenti

Effettuati gli accertamenti sugli ultimi quattro anni di imposta sugli immobili. Gli uffici del Comune: «Maggiori irregolarità tra le imprese, ora via alle sanzioni»

PESCARA. Gli uffici comunali hanno scovato una fetta di evasione dell’Imu. In quattro anni, cioè dal 2012 al 2015, non sono stati pagati quasi 3,4 milioni di imposta comunale sugli immobili. Gli accertamenti del settore Tributi, guidato dall’assessore Giuliano Diodati, hanno consentito di individuare circa 250 contribuenti non in regola con il pagamento della tassa.

«Si tratta in gran parte di imprese, società», spiegano gli uffici dell’ente. Ma nella lista ci sono anche cittadini privati che hanno evaso totalmente, o parzialmente, l’Imu.

Fatto sta che l’attività anti-evasione del Comune, avviata per la prima volta nel 2016 sull’Imu, ha già prodotti risultati rilevanti. L’anno scorso sono stati effettuati 493 accertamenti sull’Imu negli anni 2012, 2013, 2014 e 2015, da cui è emersa una parte di evasione. Gli uffici hanno già provveduto ad emettere gli avvisi di accertamento ai 250 contribuenti non in regola, indicando l’imposta evasa, le sanzioni e i relativi interessi. Ed ecco il riepilogo: l’imposta complessiva evasa nei quattro anni è pari a 3.391.365 euro, le sanzioni ammontano a 1.011.132 euro, gli interessi (comprese le spese di spedizione degli avvisi) a 67.908 euro. Il totale che l’amministrazione conta di incassare è pari a 4.470.406 euro. Tuttavia in bilancio, come spiegano fonti del Comune, verrà indicata in contabilità solo la somma relativa all’imposta dovuta dai vari contribuenti, rinviando al momento della riscossione effettiva la contabilizzazione anche delle sanzioni e degli interessi.

Ma chi sono i contribuenti non in regola? Il loro nome è ovviamente top secret. In compenso, sono state rese note le cifre evase emerse dai 493 accertamenti. L’importo minimo non pagato è di 14 euro, che ora diventa 21,01 euro con le sanzioni e gli interessi. Ma si tratta di un caso limite. Le cifre che compaiono nella colonna dell’imposta evasa sono ben più alte. C’è un contribuente che deve al Comune ben 314.810 euro di Imu, più 94.443 di sanzioni, 2.328 euro di interessi e 5,88 euro di spese fisse, per un totale complessivo di 411.587 euro. Una cifra così elevata, molto probabilmente, si riferisce ad un’impresa o a una società e non ad un privato. Impossibile, però, capire per quale motivo l’azienda non abbia pagato l’Imu. Forse, a causa di difficoltà economiche emerse durante la crisi che ha colpito pesantemente le imprese di tutta la regione. O forse, per la semplice inosservanza delle scadenze dei pagamenti fissate ogni anno al 16 giugno e al 16 dicembre.

L’Imu, è bene ricordarlo, deve essere versata da chi possiede uno o più immobili a titolo di proprietà, usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi e superficie, anche se non residente in Italia. Gli immobili sui cui grava l’imposta sono fabbricati, aree fabbricabili, terreni, a qualsiasi uso destinati. L’imu, invece, non si applica più da alcuni anni sulle abitazioni principali, ad eccezione di appartamenti di lusso, ville e castelli classificati nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 e sulle pertinenze delle stesse accatastate nelle categorie C/2, C/6 e C/7.

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