Jovanotti e i 22 biglietti gratis per gli assessori comunali: ancora polemiche a Pescara

Spunta una lettera di Ricotta: "La società organizzatrice del concerto ha omaggiato spontaneamente i politici". Di Nisio: "Ma i regali sono di più"

PESCARA. C’è chi si è accontentato e ha avuto soltanto un biglietto omaggio per il concerto di Jovanotti dello scorso 10 luglio allo stadio Adriatico; c’è chi è riuscito a strapparne due; e i numeri dicono che c’è anche chi è stato capace di averne 3 o addirittura 4. È quanto emerge da una lettera dell’assessore Nicola Ricotta: «Per quanto mi risulta», scrive l’assessore Pdl in risposta a un’interrogazione del consigliere indipendente Fausto Di Nisio, «la società organizzatrice dell’evento Alhena Entertainment ha spontaneamente omaggiato i componenti della giunta comunale di 22 biglietti scegliendo, quindi, autonomamente i criteri di assegnazione». La nota di Ricotta certifica che la stessa giunta che ha detto sì alla concessione dello stadio «a titolo gratuito» alla società organizzatrice del concerto – durante la seduta del 4 luglio scorso tutti hanno votato sì per le «favorevoli ricadute sulle attività commerciali» grazie a «migliaia di persone in città anche nei giorni precedenti e successivi l’evento» tranne l’assente Antonio D’Intino – ha avuto, poi, gli ingressi gratis. Alla Alhena Entertainment di Pescara lo stadio è stato concesso gratis anche se la stessa società ha dovuto pagare 3.055,25 euro per le spese dei «servizi tecnologici» e come «maggiorazione del canone per montaggio/smontaggio attrezzature, bar volante, eccetera».

Ma per Di Nisio, i 22 biglietti andati agli assessori «non sono gli unici arrivati in Comune». Su questo Ricotta non chiarisce e non smentisce: «L’eventuale assegnazione di ulteriori biglietti omaggio ad altri esponenti dell’amministrazione comunale è avvenuta senza che io avessi conoscenza dell’operazione».

Per Di Nisio, il caso dei biglietti gratis ai politici, dai concerti alle partite del Pescara, non è mai rientrato. Anzi, dice il consigliere, dopo le polemiche dell’anno scorso con il Pescara che ha stoppato gli abbonamenti gratuiti per i politici, «allo stadio non è cambiato quasi niente»: «Il caso Jovanotti», dice, «non è poi così diverso da quello dello scorso anno e messo in piedi dalla Delfino Pescara 1936. Cosa ottenne la società? Non mandare i politici in tribuna? Assolutamente no: basta vedere chi siede in poltronissima a ogni partita – sindaci, presidenti, assessori regionali e comunali – per rendersi conto che vi era solo la necessità di togliersi dalle scatole quelli che avrebbero potuto creare loro dei problemi, per esempio chiamandoli al rispetto delle norme non fosse altro che per equità nei confronti delle società di calcio minori. Il caso dei 22 biglietti agli assessori è la prova non smentibile che», continua Di Nisio, «chi voleva abusare del proprio ruolo non doveva essere individuato sicuramente nel sottoscritto ma in altri soggetti. Il vero risultato, ottenuto attraverso la sapiente opera di diffamazione e disinformazione posta in essere da personaggi di dubbio valore, è che il consigliere onesto è stato privato del proprio dovere-diritto di esercitare appieno le proprie funzioni (tanto è che, nel mio caso, non posso più neanche vigilare affinché tutti paghino quanto dovuto). È inoltre sintomatico che anche in questa vicenda, come in quella del Pescara, i soggetti interessati si sono lamentati attraverso gli organi di informazione del fatto che i rappresentanti della classe politica premessero per avere biglietti omaggio, ma nella realtà sono loro stessi che provvedono a concederli».

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