La carta delle valanghe costa un milione di euro
Tre consorzi in gara per mappare 4.330 chilometri quadrati entro il 2020. Tra 14 giorni il vincitore. Ecco il bando della Regione passato ai raggi X
PESCARA. Nell’Abruzzo di Rigopiano, dei 29 morti e di 793 valanghe in sessant’anni di storia, la Regione decide di dotarsi della carta per la localizzazione del pericolo valanghe. E’ la mappa del rischio che, se fosse già esistita il 18 gennaio scorso, avrebbe evitato la strage del resort. La carta delle valanghe era stata deliberata nel 2014 dalla giunta Chiodi, ma dimenticata dalla giunta D’Alfonso. Così ha dichiarato in procura, a Pescara, un funzionario della Regione, sentito nell’inchiesta sulle morti dell’albergo. Ma dopo Rigopiano, la pratica rimasta in un cassetto è ripartita. E nel cuore della scorsa estate, sull’onda dell’inchiesta del pubblico ministero Andrea Papalia sulle responsabilità colpose e le omissioni che avrebbero causato la catastrofe del resort, la Regione, attraverso il suo nuovo organismo, il Soggetto Aggregatore, bandisce una gara d’appalto al massimo ribasso. La base d’asta è di un milione e 35mila euro. Chi vincerà la gara dovrà mappare qualcosa come 4.330 chilometri quadrati tra Gran Sasso, Monti della Laga e Maiella.
Al di sopra del limite altimetrico di mille metri e con inclinazione uguale o superiore ai 25 gradi, esattamente come il canalone alle spalle dell’albergo di Rigopiano da cui si è staccata la valanga. Così viene specificato nel disciplinare dell’appalto: oltre trenta pagine che il Centro ha letto scoprendo, tra l’altro, che ai concorrenti viene richiesto il requisito di un’esperienza triennale in questo campo. E che per partecipare occorre vantare un fatturato annuo, negli ultimi tre anni, pari a un milione e aver svolto lavori simili di importo non inferiore ai 500 mila euro per ciascuno degli ultimi cinque anni. Il cerchio dei possibili partecipanti si è così è ristretto. Il lavoro, che non appare affatto semplice per la vastità del territorio da mappare, dovrà essere pronto in 36 mesi. Il termine è perentorio. Ma il 17 luglio, quando il bando di gara viene pubblicato, le università e gli studi professionali sono in ferie. E’ un altro handicap per l’appalto. Il Soggetto Aggregatore di fresca nascita, di concerto con il Dipartimento delle Opere Pubbliche della Regione e il responsabile unico del procedimento, mettono però a disposizione alcuni giorni per porre dei quesiti. Ma il termine inderogabile per farlo è l’11 agosto. Di richieste di chiarimenti ne arrivano 24, tutte oltre il limite. Un mese dopo, l’11 settembre, scade il termine per le offerte. Alcuni professionisti, appartenenti al mondo scientifico-universitario abruzzese, ad agosto, scrivono una lettera all’assessore regionale con delega alla Protezione civile, Mario Mazzocca, per chiedere di rinviare la scadenza, elencando una serie di punti poco chiari, come quello riduttivo dell’esperienza “almeno triennale nella modellazione di eventi valanghivi”. Ma non ottengono risposta. Così il 18 settembre, sette giorni dopo il termine di scadenza, le offerte vengono aperte. E si scopre che al bando hanno risposto solo tre raggruppamenti temporanei di imprese. Uno dei nomi trapela subito. E’ quello del professor Roberto Nevini, docente all’Università di Siena, geologo e nivologo, che fa capo all’Aineva, l’associazione interregionale neve e valanghe che raggruppa le regioni del Nord e del centro Italia, fino alle Marche, e si occupa di mappe del rischio in montagna. Degli altri due raggruppamenti, si sa che uno è lombardo e l’altro è composto da professionisti abruzzesi. Tra due settimane, la Regione, attraverso il Soggetto aggregatore, decreterà il vincitore. Nel frattempo, però, è dovuta correre ai ripari per una falla che si era aperta nell’iter. Il 10 agosto, infatti, viene approvata la variazione di bilancio che permette di trovare il milione e 35mila euro della gara. Ma la somma non viene inserita in bilancio. Qualcuno se ne accorge in limine litis e, con le buste dei tre concorrenti già aperte, sta correndo ai ripari. A proposto dei requisiti dei tre in lizza, le operazioni hanno anche subito un ritardo perché i documenti di un concorrente non erano completi. Gli atti nel frattempo sono stati integrati. Così, a metà di questa settimana, saranno aperte le buste con le offerte al massimo ribasso. E sarà scelto il vincitore. Che resta provvisorio perché occorre ancora attendere altri 35 giorni per la verifica finale e gli eventuali ricorsi.