il caso
Mare sporco tra Pescara e Francavilla, forse la causa è una condotta sott’acqua
Controlli a Fosso Pretaro per scoprire cosa ha determinato l’inquinamento. Di Baldassarre (Aca): "Il depuratore non c’entra"
PESCARA. «Il depuratore di Francavilla funziona bene, non può essere la causa dell’inquinamento a Fosso Pretaro». A parlare così è l’amministratore unico dell’Aca Vincenzo Di Baldassarre, che sta guidando i controlli per accertare le cause del mare sporco al confine tra Pescara e Francavilla. Ieri pomeriggio, il manager dell’azienda acquedottistica ha partecipato ad una riunione urgente al Comune di Pescara, convocata dal vice sindaco Enzo Del Vecchio per fare il punto della situazione sul tratto di mare vietato alla balneazione. Presente anche l’Arta. L’amministratore dell’Aca ha scagionato il depuratore, sospettato di essere il responsabile dell’improvviso innalzamento dei valori dei colibatteri nell’acqua. Valori che anche nelle ultime analisi dell’Arta, rese note lunedì scorso, hanno toccato punte elevatissime, addirittura fino a 15 volte superiori al limite stabilito dalla legge per la sicurezza.
Di Baldassarre è convinto che l’inquinamento possa essere determinato dal malfunzionamento o, peggio, dalla rottura di una condotta fognaria di 80 centimetri di diametro che parte dal depuratore e arriva a 2 chilometri dalla costa. I tecnici dell’Aca, ieri, hanno individuato delle piccole perdite di acqua, ma non è detto che sia questo il motivo dell’aumento dei colibatteri nel mare. «Si tratta di un caso anomalo», spiega l’amministratore, «perché non si capisce per quali motivi i valori alla base siano più bassi di quelli in uscita». I tecnici dovranno, quindi, verificare se quella lieve perdita della condotta possa aver determinato un innalzamento dei livelli di inquinamento. «Non escludo il fatto che possa trattarsi di un’autopulitura della condotta», sostiene Di Baldassarre.
Fatto sta che, per fare le verifiche, l’Aca è stata costretta ad affidare l’incarico a una ditta specializzata di Vacri che fornirà le attrezzature e i sub. «Gli interventi immediati saranno due», rivela l’amministratore dell’Aca, «innanzitutto, una video ispezione nell’acqua per verificare le condizione della condotta. Poi, i controlli dei pozzetti che vanno dal depuratore alla riva».
Ovviamente, l’Aca spera che si tratti di un problema facilmente risolvibile, perché un’eventuale rottura della condotta incriminata comporterebbe un intervento lungo e dispendioso. Intanto un lettore, si chiede: «Perché continuare a disperdere fondi per il Prg portuale, con l’impiego di un’inaccettabile massa di cemento, invece di ripulire e rendere navigabile il fiume?».
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