Mattatoio, saltano i sei dipendenti della passata gestione
PESCARA. La recente privatizzazione del mattatoio ha lasciato senza lavoro sei dipendenti. L’azienda che ha preso il posto di Attiva, la società dei rifiuti del Comune cui era stata affidata negli...
PESCARA. La recente privatizzazione del mattatoio ha lasciato senza lavoro sei dipendenti. L’azienda che ha preso il posto di Attiva, la società dei rifiuti del Comune cui era stata affidata negli anni scorso la gestione, non avrebbe riassorbito i lavoratori. E ieri la questione è stata affrontata dalla commissione Vigilanza e controllo, presieduta da Carlo Masci.
Durante la seduta, si è svolta l’audizione dei sei dipendenti, che chiedono aiuto al Comune per poter tornare a lavorare. «L’azienda che è subentrata nella gestione, cioè la Macellazione teatina», ha spiegato Masci, «avrebbe offerto ai dipendenti un contratto della durata di appena un mese. Ma negli accordi presi con Attiva, durante il passaggio della gestione, era previsto il riassorbimento dei lavoratori con contratti a tempo indeterminato. La ditta si era impegnata a riassumerli». «Ora», ha aggiunto, «invierò una lettera al sindaco Marco Alessandrini per sollecitare un suo intervento, in quanto il Comune è socio unico di Attiva».
L’affidamento del mattatoio di via Raiale ad Attiva risale al 2004. L’amministrazione di allora, non ritenendo opportuno procedere ad un’ulteriore proroga del servizio alla Coser Pescara, per evitare la sospensione delle attività di macellazione e la conseguente interruzione del servizio pubblico, aveva deciso di affidare il mattatoio all’allora Siap, oggi Attiva spa. La durata dell’affidamento era di 15 anni. Ma la gestione non era stata facile. Attiva aveva preso il mattatoio in condizioni economiche drammatiche con una perdita d’esercizio crescente, dovuta a una contrazione del numero dei capi macellati e dei relativi ricavi e ad un aumento dei costi. Da qui la decisione di esternalizzare il servizio. È stata, quindi, avviata una gara nel 2012 per la scelta della ditta cui affidare l’appalto. Nel bando sono state inserite alcune clausole, tra cui il canone annuo concessorio da corrispondere ad Attiva non inferiore a 40mila euro; la durata dell’affidamento della concessione, pari ad otto anni e comunque non inferiore al 2021; le tariffe da applicare agli utenti; l’ammontare complessivo delle risorse umane, ossia il numero degli addetti da impiegare per l’espletamento del servizio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA